LA REPUBBLICA PALERMO - SABATO 25 OTTOBRE 2008
Pagina XVI
La legge e gli appelli sul seggio vacante dell´Ars
FRANCESCO PALAZZO
Pagina XVI
La legge e gli appelli sul seggio vacante dell´Ars
FRANCESCO PALAZZO
In genere gli appelli, sottoscritti da personalità conosciute, si fanno prima del voto a sostegno di uno dei candidati in competizione. Fanno molto rumore, ma non spostano consenso. In questi giorni c´è un appello per contestare il parere reso dalla Commissione verifica poteri del parlamento siciliano. Che attribuisce il seggio di deputato, libero dopo le dimissioni di Anna Finocchiaro, a un candidato del Partito democratico e non invece alla Borsellino, che era seconda nella lista regionale guidata dalla stessa Finocchiaro, candidata alla presidenza. La legge elettorale siciliana prevede due tipologie di liste. Vi sono quelle provinciali, con le quali ogni partito cerca di concorrere all´assegnazione di ottanta seggi. Due seggi sono assegnati al candidato presidente vincente e a quello che arriva secondo. I restanti otto seggi, che servono per arrivare a novanta, possono essere presi, tutti, in parte o nessuno, dalla coalizione vincente, ricorrendo alla seconda tipologia di lista, che è quella regionale. Che vede, per ogni schieramento, il presidente candidato quale capolista. Nell´appello si legge che la decisione è offensiva e mortificante per tanti siciliani. Ma qui non è in discussione la figura di Rita Borsellino. Si tratta di valutare le argomentazioni a fondamento della questione. Nel disegno di legge elettorale, originariamente, era in effetti previsto che nell´ipotesi in cui restasse vacante il seggio di un deputato eletto nella lista regionale, la carica sarebbe stata assegnata al primo dei candidati in lista. Il legislatore siciliano ha modificato tale punto. Per un motivo. Tenuto conto che la lista regionale è espressione di un´alleanza e quindi i candidati appartengono a forze politiche differenti, si è voluto evitare che, attraverso sostituzioni, potesse modificarsi la consistenza dei vari gruppi parlamentari e potessero mutare i rapporti di forza politici all´Ars. Perciò, ogni candidato della lista regionale, nell´atto di accettazione della candidatura, eccetto i candidati alla presidenza, deve dichiarare la lista provinciale collegata alla coalizione e il collegio provinciale in cui si candida. Di conseguenza, in caso di sostituzione, non c´è alcun meccanismo di scorrimento della lista regionale, ma il seggio vacante è attribuito nel collegio e alla lista provinciale indicati. Cioè resta alla medesima forza politica. Peraltro, occorre dire che le liste regionali sono lo strumento per attribuire, se necessario, deputati in più alla coalizione risultata più votata, qualora i seggi conseguiti nelle province non dessero la maggioranza. Completata tale fase, la lista regionale della compagine più votata (cioè quella che esprime il Presidente della Regione) non ha più alcuna rilevanza. Ancor meno può averne la lista regionale dei perdenti, ancorché secondi. Se già la coalizione vincente ha ottenuto dagli elettori la maggioranza di 54 seggi, ed è il caso delle ultime regionali, i posti restanti vanno alla minoranza, facendo riferimento alle liste provinciali di quei partiti che hanno superato lo sbarramento a livello regionale. Quest´ultimo è del cinque per cento, confermato dai siciliani nel referendum del maggio 2005. Con questo meccanismo già il Pd ha ottenuto diversi seggi. L´obiezione è che ciò non riguarda l´ipotesi in cui si renda vacante il seggio attribuito al capolista della lista regionale risultata seconda, com´è avvenuto nel caso concreto delle dimissioni della Finocchiaro. La legge non prevede questa evenienza. Occorre però dire che la Borsellino, pur essendo seconda in lista, non era candidata alla vicepresidenza. La legge elettorale non contempla tale figura. Quindi, anche in questo caso, non c´è alcun automatismo. Ciò che, invece, si è determinato è che, tra i perdenti, un unico partito, quello Democratico, ha conseguito rappresentanza. Tutte le altre liste non hanno raggiunto il cinque per cento, perciò non possono accedere al riparto dei seggi assegnati alle minoranze. Chi reclama oggi il seggio per la Borsellino, vorrebbe, in ultima analisi, rimettere in discussione la soglia di sbarramento. Tuttavia, che la si condivida o meno, la si deve rispettare. Sino a quando non sarà abbassata o cancellata. Più dell´indignazione, e degli appelli, conta la legge e la sua corretta interpretazione logica e politica.