Creare enclave di edilizia popolare allo
Sperone, allo ZEN, a Brancaccio, a Passo di Rigano, e l'elenco potrebbe
proseguire, con altre zone di Palermo o considerando altre città siciliane.
Questa la prima, sbagliata, mossa. Quella di mettere dentro territori, già con
una loro storia o creati ex novo, tutto il disagio possibile. È come fare due
più due. Con pessimi risultati e macerie assicurati nel medio e lungo periodo.
Con intere generazioni consegnate alla devianza e alcuni territori, si pensi
allo Sperone dentro la costa sud, del tutto snaturati rispetto alla loro
vocazione naturale. Tanto poi si attivano la carità, le agenzie del volontariato,
le parrocchie, le scuole. Ogni tanto la visita di qualche ministro,
sottosegretario, segretario di partito, premier. I quali impartiscono
benedizioni con diremo, faremo, provvederemo. Quando la misura è colma si può
anche organizzare una bella marcia piena di buone intenzioni. E cosi il cerchio
più o meno si chiude lasciando le cose come sono. E non per cattiva volontà
degli attori in campo. Ma in quanto occorrerebbe partire innanzitutto da
un'analisi onesta delle incresciose scelte politiche, urbanistiche, abitative,
sociali, fatte in passato. Se mancano le corrette e precise considerazioni di
partenza, la palestra, il giardinetto, la piazzetta, la panchina, il pacco di
pasta, il reddito di cittadinanza, il tram che benedice qualche periferia, magari
accompagnato pure un bel centro commerciale, le scuole che tentano di svuotare
il mare con il secchiello, servono soltanto a mettere qualche pezza caritativa,
stile ottocento, in tele ormai irrimediabilmente consunte, squarciate,
disintegrate. Se invece si parte da una corretta ricostruzione degli errori
compiuti si può innanzitutto chiedere scusa e giurare che mai più si faranno
cose simili. Il secondo passo dovrebbe essere quello di svuotare tali contesti.
Intanto intervenendo sui più giovani. Bene dunque sta facendo, penso vada
affermato con chiarezza, la magistratura a togliere i bambini e le bambine alle
famiglie per consentire loro un presente e un futuro diversi. Ci si chiede.
Questi interventi testimoniano e mettono la firma sotto fallimenti derivanti da
colpevoli scelte politiche, abitative e urbanistiche, che del resto non
potevano fornire che questi risultati? Certo. Se così è perché non prenderne
atto onestamente invece di continuare ad alimentare il fuoco tenendo in piedi
determinate situazioni? Magari sperando, invano, perché così è e la realtà
effettuale ce lo mostra, di ottenere chissà quale miracolo dopo l'applicazione
di pietosi rammendi. Che sicuramente placano le nostre coscienze. Ma che non
modificano sostanzialmente nulla. Nello stesso tempo va pensata e attuata,
oltre che per i più piccoli, una diversa collocazione, caso per caso, dei
nuclei familiari. Evitando ovviamente di creare altrove enclave dello stesso
tipo. In modo che i bambini possano trovare ambienti familiari e non strutture
di clan, che li facciano crescere come hanno diritto. Ci vuole più tempo a
mettere in campo questa operazione? Certo. Ma del resto sono trascorsi diversi
decenni senza che si facesse nulla di strutturale. Non perdiamo dunque altro
tempo.