venerdì 21 febbraio 2025

I non cittadini che bloccano le città

 Palermo Today - 19 febbraio 2025

L'inciviltà sistematica del parcheggio selvaggio

Francesco Palazzo



Tutti abbiamo potuto leggere il post del sindaco di Catania e la notizia di cronaca conseguente. Si parla del vigile colpito da un grave problema cardiaco nel corso di controlli sul parcheggio selvaggio. L'utilizzo creativo del parcheggio a misura di panifici, bar e negozi vari, è un'abitudine che pure a Palermo trova intepreti sopraffini e seriali. Se lo fai notare, l'aggressione fisica è dietro l'angolo, sicuramente le brutte parole, oppure la guardata (in palermitano taliata) con faccia sorpresa, come a dire "ma che sta succedendo, forse c'è un terremoto?".

Ma si pure ascoltare una delle tante frasi dipinte sul nulla. Non c'è parcheggio, un minuto e mi levo, che fa sono solo io, oppure, e lei solo con me se la sta prendendo. Ma la cosa più interessante è che appena ti arresti un attimo, un nanosecondo, per tentare di dialogare con l'artista del libero parcheggio e dirgli di spostarsi, lo dici ovviamente all'unico che trovi dentro l'auto, senti, imponenti e stordenti, i clacson di quelli dietro di te. Non disturbati della seconda o terza fila, quelli evidentemente sono visti come compagni che non sbagliano, colleghi che stanno lavorando. Il problema sei tu che vuoi interrompere quella perfetta catena di montaggio.

Il teorema delle vie palermitane impegnate in questa negativa litania laica è lungo quanto infinite catene di rosari. Potremmo iniziare con via Ausonia, poi il lungo asse dove si snodano le vie Empedocle Restivo, Sciuti e Terrasanta. Poi c'è la via del mare, in via Crispi i cartelli di divieto di parcheggio sembrano invece permessi a sostare. Non parliamo dell'uscita dal sottopasso verso la Cala.

Che fa, per un pollo, un pezzo di rosticceria o un pane con la milza, non si deve fermare il mondo? Pure dalle parti di Sant'Erasmo si creano tappi. Ma come, devo gustare l'ottima arancina di quel bar che le fa buone e non posso fermarmi in mezzo alla strada bloccando il mondo? Poi non si capisce come mai venga permesso il parcheggio e la vendita di cibo da strada, con tavolini al seguito, proprio nel tratto di strada, saranno ottanta metri, adiacente lo spazio di mare più vicino alla città del porticciolo di Sant'Erasmo.

Non parliamo di quello che si crea davanti le scuole. Pare che fare con la prole più di dieci metri per portarla a scuola o prenderla all'uscita, possa costituire trauma indelebile nel futuro delle nuove generazioni. Poi c'è quel fruttivendolo dalle parti della Statua, dove non ci si potrebbe fermare neppure in prima fila, ma a volte sono tre. E non è che non prendano multe. Vado pure io e il parcheggio l'ho sempre trovato. Magari a cinquanta metri. E giuro che sinora non mi sono ammalato per la fatica. Sono solo alcuni esempi. Se si dovessero citare tutti i casi di malcostume incivile, perché il parcheggio selvaggio è malcostume incivile, non finiremmo più. Possiamo dire che ci sono persone, evidentemente in maggioranza, che si alzano con la sindrome della seconda fila. Ogni mattina nel tragitto dallo stadio verso Piazzale Giotto, passo davanti a tre bar prima delle 7 e 30, e già con la mattinata ci sono muri di auto. Per questi soggetti vale al contrario la storica frase kennediana. Non chiederti quante cose ci sono nelle tua città che potrebbero andare meglio se ti comportassi bene, ma fai quello che puoi affinché possano andare ancora peggio. Difficilmente Palermo, Catania, la Sicilia raggiungeranno gradi sufficiente di vivibilità senza l'apporto, non episodico ma continuo, di chi ci vive. Non possono esserci dubbi su questo. Ogni anno leggiamo le varie classifiche sulla qualità della vita delle province italiane.

Le nove province siciliane sono sempre nella fascia più bassa, diciamo in zona retrocessione. In una delle ultime classifiche relative al 2024, fonte Sole 24Ore, le province sicule sono dall'ottantunesimo posto in poi, Palermo è centesima su centosette posizioni. Il capoluogo siciliano ha peraltro numeri da primato in relazione alle città più trafficate. In genere queste graduatorie misurano vari parametri di vivibilità che sono in gran parte riferibili alle politiche che vengono messe in atto dalle amministrazioni locali. Ma sarebbe invece interessante misurare anche il grado di apporto che i cittadini e le cittadine forniscono per fare aumentare la qualità della vita delle proprie comunità. Invece sul territorio si fa quel che si vuole (vedi parcheggi in seconda o in terza fila, lancio di qualsiasi cosa per strada invece di utilizzare i contenitori appositi, non raccolta delle deiezioni dei cani, per fare solo tre esempi), e poi si pretende che la politica risolva tutto. Senza minimamente pensare che un pezzo importante della politica siamo noi con i nostri comportamenti pubblici quotidiani

https://www.palermotoday.it/social/segnalazioni/l-incivilta-sistematica-del-parcheggio-selvaggio.html 

martedì 18 febbraio 2025

Palermo-Mantova, rosanero ancora senza identità

 Rosalio Il blog di Palermo 

PALERMO - MANTOVA. DAL BARBERA (E DINTORNI) È QUASI TUTTO 

Francesco Palazzo 

https://www.rosalio.it/2025/02/16/palermo-mantova-dal-barbera-e-dintorni-e-quasi-tutto/



PRIMA DELLA PARTITA 

I due numeri più importanti sono presto detti. 1,24 punti a partita e 10 incontri perduti su 25 partite. Pure il Mantova che è quindicesimo prima di scendere oggi al Barbera, noi siamo noni fuori dai play off, ha perso una partita meno di noi. Del resto i mantovani hanno realizzato due gol in più dei rosa che da questo punto di vista sono davvero indietro. Non possiamo però che partire dal pareggio/sconfitta della partita precedente in casa del pur forte Spezia dell'ex Soleri, che è andato a salutare i palermitani in trasferta. Già la vittoria era in freezer a pochi minuti dalla fine, poi dei cambi magari non necessari, o il destino cinico e baro, a sentire le interviste post partita, hanno trasformato il più in meno. Lo Spezia poteva pure perdere 3 a 0 ma ha disputato un'ottima partita, sia come gioco che come impegno sino all'ultimo secondo. Il Palermo poteva pure vincere 3 a 0 ma avrebbe comunque giocato la solita partita incerta, sia per quanto riguarda il gioco che per ciò che concerne l'impegno. Da questo punto di vista basta citare la trasformazione di due ex del Palermo, in campo con I colori dello Spezia, Matjeu e Aurelio, quest'ultimo pure autore del gol del 2 a 2. Va detto che gol decisivi in zona Cesarini ne ha subiti diversi il Palermo, non è un caso dunque isolato. Contro Brescia, Modena, e Cittadella due volte, in casa e fuori, è accaduta la stessa cosa. Lo scorso anno è successo pure diverse volte. Una squadra che vuole fare un campionato di vertice piuttosto che farsi recuperare le partite, semmai fa al contrario. E lo Spezia al Picco ci ha fatto vedere cosa significa. Si può definire questo uno scontro che guarda oltre i play off anche i play out? La classifica da un certo punto in poi è abbastanza corta. Il Mantova a 3 punti dal Palermo è, prima di incrociare i rosa al Barbera, impelagato in zona play out con altre quattro squadre. Dunque la risposta alla domanda è sì. C'è in giro per il web una petizione per esonerare il tecnico. Ma chi fai venire a questo punto del campionato? Ci sono grandi nomi in grado di assicurare un'accellerata nelle ultime partite? Semmai va detto che la società, dal prossimo anno, poiché ha soldi da spendere, lo abbiamo visto in questa coda invernale di campionato, dovrebbe puntare molte fiches per prendere un tecnico di prima grandezza.  Riempire la squadra di nomi può essere soltanto un mezzo rimedio. Perché se li inserisci in un organico in cui c'è più confusione che gioco, e questo vale anche per le partite in cui si è vinto, non si raggiungono risultati all'altezza delle aspettative. Con lo Spezia stavamo vincendo eppure loro hanno fatto 31 tiri, noi 7. Inutile ricordare, come fanno molti, che l'anno scorso il Palermo aveva 14 punti in più rispetto ad ora. Acqua passata. Della storia sportiva della squadra mantovana ricordiamo che dal 1963 al 1967 militò tra le sue fila Dino Zoff, portiere del mondiale spagnolo del 1982 e icona del calcio italiano. L'immagine che vedete a corredo di questo articolo che leggete è la riproduzione di una foto di Enzo Sellerio che potete vedere dentro lo stadio prima dell'ingresso nella zona delle tribune. È del 1961, ritrae tifosi in festa all'uscita dello stadio. Quell'anno il Palermo arrivò terzo e approdò in serie A. Lo spazio in genere riservato ai tifosi avversari è vuoto. Non c'è stata l'autorizzazione, anche se molti mantovani avevano già acquistato i biglietti aerei e sono in città. Valle a capire certe cose. Gialli i mantovani, ii Palermo con la classica divisa rosanero attacca verso la curva nord o Mondello.

LA PARTITA 

All'inizio fischi per Dionisi. Spettatori al minimo sindacale. In tribuna autorità l'arcivescovo, oramai palermitano a tutti gli effetti. La formazione è quella dell'ultima partita tranne qualche variazione a centrocampo. Al quinto minuto rigore per gli avversari per l'arbitro, il Var lo chiama al video, non c'è rigore. Al nono indecisione del portiere rosa e pericolo non finalizzato dal Mantova. All'undicesimo tiro da fuori dei rosa sopra la traversa. Altra occasione qualche minuto dopo sugli sviluppi di un angolo. Al 18mo i mantovani calciano sopra la traversa dopo un'indecisione dei rosa. Venti minuti di sostanziale non gioco. Soprattutto da parte del Palermo che deve fare la partita. Al 22mo i gialli tornano a farsi pericolosi. L'attaccante preso adesso dal Venezia, Pohjanpalo, non riceve palloni giocabili. Brunori in palla cerca di costruire trame interessanti. Al 26mo ottima azione corale dei rosa, la prima, ed eurogol da fuori di Verre su prezioso assist di Pohjanpalo. Al 30mo rosa vicini al raddoppio. Nella seconda parte del primo tempo Palermo decisamente più in palla. Nulla di eccezionale ma almeno un'intensità di movimento più consistente. Anche il nuovo attaccante è entrato nel vivo del gioco. Il Mantova comunque c'è e può rendersi pericoloso in ogni azione. Si va negli spogliatoi, il Palermo merita il vantaggio anche se non si è assistito a nulla di sconvolgente. Le azioni del Palermo anche quelle più performanti sembrano essere più il frutto del caso che di un gioco ben registrato. 

Al primo minuto del secondo tempo, dormita generale dei rosa e Mantova in gol. Al quinto ottimo tiro di Pohjanpalo, il portiere mantovano manda in angolo. C'è il portiere nuovo, il difensore appena acquistato, l'attaccante stellare ma la situazione dei rosa non è molto cambiata. Al nono Mantova ancora pericoloso. I gialli adesso chiaramente cercano di addormentare il gioco. Per loro un pareggio al Barbera sarebbe oro colato. Figuriamoci una vittoria. E infatti all'undicesimo bucano di nuovo la difesa rosa. Le luci sul Barbera sono al massimo, ma il buio in campo è palpabile. Al 14mo palo di Pohjanpalo che è decisamente entrato in partita. Entra un altro attaccante, Le Douaron. Ma è il Mantova che spinge. Pohjanpalo si distingue adesso pure in difesa. Al 19mo il Palermo si riporta in avanti ma imperano la confusione e la paura. Al 21mo rigore per il Palermo. Pohjanpalo mette il timbro del 2 a 2. Ripartiamo dal deludente risultato della partita con lo Spezia. Vediamo cosa accade nell'ultima mezz'ora scarsa. Intanto i rosa rimangono in dieci, Ceccaroni espulso. Il Mantova si riporta sotto. Mancano 15 minuti, la panchina del Palermo sembra più confusa che persuasa. A dodici dalla fine Palermo minaccioso in avanti. Ma il Mantova replica andando vicino alla terza rete. Esce Pohjanpalo e il Barbera quasi viene giù per i fischi contro il tecnico. In dieci si difende il pareggio. E pure la panchina. A 4 dalla fine il Palermo ci riprova. Da dietro la parete divisoria tifosi esagitati gridano come se non ci fosse un domani contro il tecnico. La critica va bene. Le aggressioni ad personam, no. Quasi al novantesimo un coro di tutto lo stadio. "Dionisi vattene via". Cinque minuti di recupero. Il Mantova ora prova a fare tombola. Finisce con un cielo nitido e un campo di gioco denso di nubi minacciose. 

DOPO LA PARTITA 

Il Palermo si conferma fuori dalla zona play off. Questo pareggio è ancora più pesante di quello maturato nel campo dello Spezia. Almeno lì era una squadra di testa. Si può dire che il mercato di fine anno non ha poi modificato più di tanto la situazione. A questo punto la società dovrebbe interrogarsi su un quadro tecnico palesemente in difficoltà. I giocatori in campo appaiono spaesati, senza un canovaccio da seguire, con una scarsa motivazione collettiva. Domenica 23 i rosa vanno a Cosenza ad affrontare l'ultima. Il 2 marzo sotto Monte Pellegrino sarà di scena il Brescia. Il campionato va verso la fase finale. Con i rosanero senza una precisa identità. Un piccolo cane attende in auto insieme a una signora un tifoso o una tifosa in uscita dallo stadio. Chi esce dallo stadio non sa più cosa attendersi da questa stagione. 


mercoledì 12 febbraio 2025

Mafia. La presenza di magistratura e forze dell'ordine, la scomparsa dell'antimafia del dopo stragi.

     CittàNuove Corleone -  10 febbraio 2025

La mafia non è morta, l'antimafia ha bisogno di cure serie.

Francesco Palazzo 

https://www.cittanuove-corleone.net/2025/02/la-mafia-non-e-morta-lantimafia.html



L'antimafia lancia un allarme sulla mafia che non spara più ma è sempre presente avendo evidentemente trovato accordi, più o meno unitari, più o meno duraturi, pensando agli affari. La mafia continua a fare il suo mestiere. Lo vediamo in ogni operazione antimafia. Da ciò che esce fuori anche nelle intercettazioni pare si sia tornati all'ancien regime di Cosa nostra. Con parole d'ordine che sembravano sepolte. Invece si torna a prima che la mafia stragista, eliminata da indagini, condanne, ergastoli e dalla morte di quasi tutti i capi, prendesse il sopravvento. L'impressione è di trovarci non di fronte ad un cadavere, tutt'altro, ma al cospetto di una organizzazione che, pur fiaccata e indebolita, presenta ancora un certo dinamismo. La partita è ancora aperta. Anche in considerazione che ci sono scarcerazioni di boss non di secondo piano, richieste di passaggi a un regime carcerario più morbido rispetto al 41 bis e nessuna traccia di collaboratori di giustizia di grosso calibro. Sembra, quella dei collaboratori in grado di pregiudicare le fondamenta di Cosa nostra, una stagione chiusa. Aggiungiamoci pure che tra gli imprenditori taglieggiati pochissimi denunciano. Sullo sfondo gli affari criminali classici e i rapporti storici sembrano ancora tutti molto presenti. Tra droga, appunto estorsioni, presenza costante nel mondo economico, dalla piccola impresa alla grande finanza, gestione dei territori dove le singole cosche sanno rinnovarsi dopo gli arresti e le condanne, rapporti  con il potere economico e politico e consenso tra il popolo, la carta d'identità di Cosa nostra è  sempre abbastanza riconoscibile. Ma siccome al rosso del sangue si è sostituito, nel segno della continuità, il bianco degli affari, Cosa nostra fa meno paura. Anche se si potrebbe tornare a un passato molto buio. Ci sono dei segnali precisi in tal senso. Come quello del giornalista Salvo Palazzolo che deve essere scortato. Da tempo non avveniva che un giornalista avesse bisogno della scorta per ciò che scrive. Si farebbe bene a non sottovalutare il fatto. Insomma la mafia, che molti collocavano in transito tra la rianimazione e l'obitorio, pare sia stata dimessa. È ammaccata, claudicante, ma ancora abbastanza dentro le dinamiche sociali. E l'antimafia? Qua abbiamo tre fronti. Repressione, politica e antimafia che possiamo denominare sociale e associativa. Dal punto di vista dell'azione congiunta di magistratura e forze dell'ordine, il contrasto a Cosa nostra prosegue senza sosta. Al netto ovviamente di qualche pagina problematica, vedi processi per la strage di Via D'Amelio e gestione dei beni sequestrati. Se consideriamo la politica che si svolge nelle assemblee elettive e negli esecutivi a diverso livello, pare che la questione contrasto alla mafia, alle mafie, sia scomparsa dai radar. Impegnata esclusivamente com'è, la politica che governa e che compone le assemblee legislative, dal livello nazionale al più piccolo comune, ad affrontare impellenti emergenze con i conti pubblici sempre in rosso. Per quanto riguarda i partiti oramai, mandate nella soffitta della storia le dinamiche dei vecchi partiti di massa, ci troviamo al cospetto di pure macchine elettorali. Impegnate per lo più in guerre interne per abbattere le varie leadership del momento. Partiti siffatti, composti più che da ideali condivisi, da singoli potentati personali che passano da un partito a un altro con una disarmante facilità e frequenza, non possono certo avere nelle loro agende la lotta alle mafie, che infestano ancora metà del paese e hanno importanti agenzie nell'altra metà, quale priorità. Se ne occupano quando c'è qualche emergenza o un singolo fatto eclatante. Poi c'è l'antimafia sociale ed associativa. Quella che nel dopo stragi aveva assunto un rilievo molto importante. A un certo punto è iniziato il riflusso, la stagnazione. Anno dopo anno si è verificato uno sfilacciamento che è poi sfociato in percorsi diversi e divisioni. Che plasticamente, le divisioni, si sostanziano in occasione dei due appuntamenti più importanti e significativi. Il 23 maggio e il 19 luglio. Insomma, ci aspettavamo di celebrare le esequie dei padrini e invece dobbiamo scrivere quasi un necrologio dell'antimafia non legata alla repressione giudiziaria e investigativa. La sola rimasta in campo. A tale quadro dobbiamo pure sommare l'incerta, per usare un eufemismo, azione della chiesa a quasi trentadue anni dall'omicidio per mano mafiosa di don Puglisi. La cui pastorale non è diventata acqua corrente in tutte le parrocchie della diocesi e della regione, ma liquido stagnante nella stessa Brancaccio. Dove da tempo, ad esempio, è scomparso il parroco di San Gaetano e non se ne nomina ancora un altro. Come se si trattasse dell'ultima piccola parrocchia dell'ultimo paese della diocesi. Un prete in grado, finalmente, di riprendere quanto fatto da don Pino in parrocchia e di rivitalizzare il Centro Padre Nostro, quello fondato da don

martedì 4 febbraio 2025

L'ABBAGLIO O GLI SBAGLI DEI SICILIANI DALL'UNITÀ AD OGGI?

Palermo Today - 1 febbraio 2025

"L'abbaglio, l'unità d'Italia e la disillusione della Sicilia"

Francesco Palazzo 

https://www.palermotoday.it/social/segnalazioni/l-abbaglio-o-i-nostri-sbagli-dall-unita-a-oggi.html 



L'abbaglio è un film godibile, ben scritto, girato e interpretato. L'ho visto a Palermo in una delle sale attigue al Centro Commerciale Forum. Quello su cui si può discutere è il legittimo e chiaro, dal mio punto di vista ovviamente, impianto del film. Sullo sfondo c'è sin dal titolo, L'abbaglio appunto, ma poi è un'idea sviluppata nel film, la disillusione della Sicilia sul progetto unitario e quella storica, antica, dei siciliani, per quanto promesso e non ottenuto da invasori vari. Come se il nostro destino di siciliani, direi di meridionali, fosse quello, oramai scritto per sempre nella pietra della storia passata, presente e futura, di attendere di essere  plasmati da eventi esterni a noi. Tutto ciò si porta dietro una stringente diretta conseguenza. La colpa di quello che siamo è sempre di altri. Non una nostra precisa responsabilità di cittadini e cittadine che, dall'unità d'italia a oggi, non hanno saputo costruire una storia diversa. Soprattutto guardando a oggi, al contemporaneo, al quotidiano. Non possiamo più, nel 2025, e purtroppo ciò avviene ad esempio nel dibattito riguardante l'autonomia differenziata, pensare di essere i "mischini" che subiscono da altri. Da Roma, dal nord o dal destino cinico e baro. Anche perché, ad esempio, l'autonomia bella spinta l'abbiamo avuta per primi nella storia repubblicana, ancor prima della costituzione. Cosa ne abbiamo fatto? Ben poco. Se altri un domani, ammesso e non concesso che l'autonomia differenziata si farà davvero, riuscissero a utilizzare l'autonomia meglio di noi, per quale motivo dovremmo lamentarci se altri riusciranno a fare, bene, quello che noi abbiamo fatto male? Sopra ho scritto il posto dove ho visto il film per un motivo. Andando via mare verso il Forum abbiamo attraversato la costa sud o di levante. Dove il mare non c'è più da tempo anche se da decenni si parla, ma sinora solo parole, del recupero di tale tratto lunghissimo e bellissimo di costa. Sino agli anni 60 del 900 il mare c'era e portava pure tanta ricchezza economica. Negli ultimi anni invece non si è riusciti neppure a risolvere la questione legata ad un semplice pontile sul mare. Salendo verso il Centro Commerciale intravediamo le case popolari (messe lì negli anni in cui il mare veniva abbandonato) dello Sperone. Che è diventato una delle piazze di spaccio più importanti del meridione. Al posto del mare la droga. Con chi prendercela? Con l'unità d'italia, con gli altri, il nord, Roma, i poteri forti? Oppure l'abbaglio è in cio che (non) siamo stati e siamo come cittadini, come popolo, che vota e che dovrebbe curare il bello ed economicamente valido? La mafia è figlia dell'abbaglio targato unità d'italia o dopo quasi 170 anni una nostra ed esclusiva colpa? I nostri figli e nipoti che vanno via, desertificando le nostre case e le nostre città, sono i prodotti dell'abbaglio storico o un fallimento di una società che non ha saputo e non sa creare sviluppo, economia sana? Non nel lontano1861 ma nel 2025. Se un film ti serve a pensare criticamente alla tua storia, è  un ottimo prodotto culturale anche se dissenti. L'unità d'Italia non è stata un abbaglio. Ma l'apertura alla modernità, alla democrazia e alla legalità. Così come, aggiungo, non lo è un abbaglio l'unione europea. Bisogna vedere cosa fai dentro la storia. Ci sono regioni italiane che dal punto di vista produttivo sono al pari della più fiorente economia europea. La Sicilia e tutto il meridione no, tranne isolate eccezioni. Piuttosto che ritenere un abbaglio il passato dobbiamo renderci conto che, se lo è stato, è colpa nostra. Non dei processi storici, non degli invasori, non della sfortuna. Ed è sempre dipeso da noi nel passato, e così è nel presente e sarà nel futuro, quello che siamo e quello che potremo essere. Le auto che vediamo a Palermo in seconda e terza fila, e non a Bologna o a Milano o a Parma, per parlare di cose che viviamo sempre appena usciti da casa, non provengono da cose passate, ma sono frutto dell'inciviltà che non vogliamo affrontare. Uno dei tanti autoabbagli, nel calcio si chiamano autogol, dai più piccoli ai più grandi, per i quali troviamo sempre giustificazioni appese al nulla. Come quella che porta alcuni, perché tantissimi siciliani, calabri e abitanti di altre regioni lo vogliono, a rifiutare la modernità del ponte sullo stretto. Ma secondo voi, se tra le due sponde ci fossero l'Emilia Romagna e la Toscana il ponte non l'avrebbero chiesto a gran voce già da tempo? Ecco, forse un giorno dovremo pensare a un film avente come titolo Lo sbaglio. Anzi al plurale, Gli sbagli. Per capire e interrogarci sino in fondo sulle nostre responsabilità storiche e attuali. Non per crogiolarci in esse, ma per finalmente provare a superarle.


Palermo Pisa, calcio e altre storie.

 Rosalio Il blog di Palermo 1 febbraio 2025

PALERMO PISA. DAL BARBERA (E DINTORNI) È QUASI TUTTO

Francesco Palazzo 



Prima della partita 

Venerdi sera con l'anticipo di serie B. Si arriva allo scontro interno con la seconda in classifica con il morale sotto i tacchetti per la brutta sconfitta contro la Reggiana. Brutta non perché non si possa perdere un incontro fuori casa affrontando una buona squadra. Ma per il fatto che sia le sconfitte che le vittorie dei rosanero sembrano essere sempre il frutto del caso. Non c'è continuità di gioco, di impegno e di scelte. Quattro sconfitte consecutive fuori casa, per gli esperti di statistiche pare che negli  ultimi trenta anni 30 non si registrava una striscia così negativa. Prima il problema era in casa, ora fuori. Siamo agli sgoccioli del mercato di riparazione. Partenze e arrivi. Vedremo come finirà. Un difensore già preso, il grande attaccante pare in arrivo, forse un portiere. Di fatto sinora abbiamo avuto tanti solisti che non fanno una squadra, a parte gli abbracci dopo i gol e i cerchi a fine partita. I rosanero hanno perso nove partite come l'ultima in classifica. Con i pisani prima di scendere in campo i numeri sono scoraggianti. Il Pisa ha fatto 39 gol 39, noi 24. Venti punti di differenza in classifica, loro 50, noi  30. Del resto i pisani hanno pure vinto 15 partite prima di scendere nell'agone sotto Monte Pellegrino, il Palermo soltanto 8. E ne hanno perse tre, i rosa il triplo. Insomma, sembra una partita da 2 fisso. Ma il calcio riserva sorprese. E rotonda o no la palla? Partita di andata il 24 agosto, 2 a 0 per i pisani, un autorete a inizio partita e un gol a inizio secondo tempo. Il Pisa è centenario come il Palermo, avendo visto la luce nel 1909. E come il Palermo ha una proprietà straniera alle spalle. La FIGC considera il Pisa al 33mo posto nella graduatoria della tradizione sportiva dei club ad essa affiliati. Il Palermo è al 18mo posto. Ma questa è storia passata. La cronaca di questo campionato è che con una vittoria il Pisa potrebbe trovarsi primo se il Sassuolo perdesse o pareggiasse in casa, e il Palermo massimo al quinto posto con una vittoria contro i pisani, sempre a distanze siderali dalla vetta. Del resto ciò rispecchia la classifica sulla Qualità della vita 2024, fonte Sole 24 Ore. Pisa 34ma, Palermo 100ma su 107. Qua, anzi, per essere precisi, siamo addirittura in piena zona retrocessione. Come ogni anno tutte le province siciliane e in genere il meridione. E chissà quando come vita quotidiana in quanto palermitani arriveremo non dico in testa, ma almeno in zona play off come nel calcio. Vedendo il modo di comportarsi in pubblico, dalle seconde e terze file a tutto il resto, di molti panormosauri, passerà molto ma molto tempo. Anche il patrono di Pisa, Ranieri, era un eremita che si allontanò da una ricca famiglia come la nostra Rosalia. Furono peraltro coetanei e vissero quasi negli stessi anni, visto che scomparvero il primo nel 1161, a 43 anni, la seconda nel 1170 a 40 anni. Vedremo chi tra Ranieri e Rosalia vincerà. Anche se i santi, lo sappiamo, hanno già vinto tutti. O chi vincerà, per scendere tra gli umani, tra la Torre di Pisa e il Teatro Massimo.

La partita

La fo La partita rmazione del Palermo vede il ritorno di Desplanches in porta, Gomes in panca sostituto da Verre e in campo il nuovo difensore Magnani. Lo schema è quello delle ultime partite. Ma gli schemi alla fine lasciano il tempo che trovano, visto che nelle ultime tre partite si è vinto più o meno bene e si è perso malamente con la stessa disposizione di pedine sulla scacchiera verde. All'ingresso ti regalano l'album Panini che vedete in foto. A questo punto l'orologio torna a 50 anni fa. Quando si giocavano accanite gare sui marciapiedi e sugli scalini per contendersi le magiche figurine. Oggi si comprano direttamente. I tempi cambiano. Let's go in rosanero circonda luminoso il campo. Andiamo. Tifosi pisani molto numerosi. Quelli palermitani un po' di più del minimo sindacale delle ultime partite in casa. Per i pienoni storici occorre attendere tempi migliori. Si inizia con l'inciviltà di fischiare l'annuncio della formazione avversaria. Gioco di luci davvero bello all'inizio, io che amo solo te di Endrigo e squadre in campo. In rosanero il Palermo, bel giallo, pantaloncini e maglietta, il Pisa. I rosa attaccano verso la curva nord, o Mondello come si è pure chiamata. Basta lame, basta infami, Spagna vive, espongono i tifosi pisani. In ricordo di un tifoso morto in tragiche circostanze dentro uno stadio. Un messaggio contro la violenza negli stadi. Al 12mo rigore per il Pisa per un tocco ingenuo di mano in area rosa. Penalty trasformato. Si parte in salita. Dal primo quarto d'ora si capisce la differenza di venti punti tra le due squadre. Al 26mo papera di Desplanches in fase di rinvio e sotto di due gol. L'acquisto di un portiere è  importante quanto l'arrivo del grande bomber. Non puoi regalare due gol a una squadra già forte di suo. Adesso scalare la Torre di Pisa è davvero un'impresa. Ultimo quarto d'ora della prima frazione. Palermo sostanzialmente non pervenuto. In campo undici giocatori non un gruppo squadra. La riflessione sulla guida tecnica della non è più rimandabile. Primo tiro in porta dei rosa quasi al 40mo con Brunori. La squadra appare frastornata e confusa. Il pallone tra i piedi pare più un problema che una possibilità. Si va negli spogliatoi con un pesante due a zero che nel secondo tempo solo un miracolo di Santa Rosalia potrebbe ribaltare o almeno pareggiare. Ma questa città ha problemi più importanti da essere portati al cospetto della Santuzza. I fischi accompagnano i rosa negli spogliatoi. Il Pisa con il minimo sforzo sta dominando.

Nel secondo tempo i gialli partono forte, come se perdessero. Che bello è quando esco di casa a tifare Palermo, gridano dalla nord. In effetti andare allo stadio è bello, anche a prescindere dal risultato. All'ottavo rigore negato al Palermo. Figlio di p., grida un ragazzino rivolto al campo imitando i grandi. I bambini ci guardano. E ci imitano. Negli ultimi dieci minuti del primo quarto d'ora del secondo tempo il Palermo ci prova. Al 14mo Brunori accorcia le distanze. Il VAR conferma. Parapiglia prima di ricominciare. Il Pisa, dalla panchina al campo, prende e perde tempo. Dalla panca del Palermo indicazioni costanti con palese disappunto per come sta andando. Un giocatore del Palermo sanguina al volto e uno è rimasto a terra. Adesso il Palermo c'è. Almeno più del primo tempo. Al 25mo Desplanches agguanta un pallone pericoloso in un'area affollata. Ultimo quarto d'ora. Il Palermo mette Di Francesco e Pierozzi. Il Pisa perde tempo cercando di contenere i rosa che almeno ci mettono adesso impegno. Nei novanta minuti non si gioca molto. Si dovrebbe trovare un modo per evitare tutti questi buchi. Altro cambio in difesa per il Palermo. Al 40mo tiro su punizione dei rosa, il portiere pisano c'è. Al 42mo Henry al posto di Lund nel Palermo. Si finisce con tre punte. Al 44mo Palermo vicinissimo al pareggio. Il portiere del Pisa para bene. Cinque minuti di recupero e fine. 

Dopo la partita

Il 2 in schedina come pronostico iniziale viene confermato. Il Pisa va a letto primo in classifica senza sudare più di tanto ma giocando da squadra quadrata e ben messa in campo. Ha segnato su rigore e per un regalo. Per il resto non ha di fatto mai tirato in porta. Il Palermo rimane ai margini della zona play off. Partita dai due volti per i rosa. Primo tempo brutto, secondo meglio almeno come tensione ma sempre con molta confusione in tutti i reparti. Anche se la differenza l'hanno fatta pure le prestazioni dei due portieri nei momenti cruciali. Il portiere del Pisa ha fatto alcune buone parate. Complessivamente con la seconda in classifica ci voleva una partita molto diversa. Si torna a perdere in casa. Non sappiamo come si concluderà il mercato di riparazione ma il problema non è solo quello dei nomi. Poi è un brutto sogno quello di aggrapparsi agli arbitraggi a fine partita. Se il Palermo si trova adesso a 23 punti dal Pisa, con 10 sconfitte, un'enormità, la colpa non è degli arbitri. Ma a fine partita le interviste hanno parlato di buona prestazione e di errori arbitrali. La prossima gara sarà Spezia Palermo il 9 febbraio, con la squadra dell'ex Soleri forte e terza. Si tornerà al Barbera contro il Mantova il 16 febbraio, quando ci rileggeremo con questa rubrica. Il 14, San Valentino, la società invita gli innamorati a festeggiare presso lo stadio con una cena a lume di candela. Vediamo se pure quello per il Palermo nel frattempo sarà sempre più un pranzo se non di gala almeno decente o un continuo e avvilente mordi e fuggi con un gioco approssimativo, poche vittorie e molte 

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