venerdì 28 giugno 2024

S. Erasmo. Divieto di sosta o fumo di Londra.

 Palermo Today 

24 giugno 2024

Francesco Palazzo

"La bellezza di Sant'Erasmo offuscata solo perché non si installa un semplice divieto di sosta"



Vi sarà ovviamente impossibile immaginare cosa c'è dietro, e se c'è dietro qualcosa, a ciò che vedete in questa mia foto. Se allargassimo l'immagine o, meglio, se ve ne facessi vedere una completa, o vi recaste sul luogo tra i più frequentati di Palermo, sarebbe a voi ben chiaro tutto. Ci sono soli cinquanta/sessanta metri di marciapiede che, a causa di un semplice divieto di sosta mai istituito, ma chiesto dal sottoscritto da anni sono presi d'assalto da vari mezzi in mono seconda o terza fila, oltre che da venditori di cibo. Ciò non permette la vista immediata, a chi transita senza volere entrare, dello splendido specchio di mare più vicino alla città del porticciolo di Sant'Erasmo.

Uno potrebbe pensare che non ci vorrebbe molto a prendere la decisione e posizionare la relativa segnaletica. E in effetti a pensarlo non ci vuole poi molto. Anzi, ci vorrebbe pure meno tempo per farlo. Sicuramente meno giri d'orologio di quanto ho impiegato a scrivere articoli, post e segnalazioni private a consiglieri comunali e assessori sulla questione. Ma come? Nel tempo sono state fatte sloggiare, giustamente, da questo marciapiede due pompe di benzina, e ora permettiamo che vi posteggino auto, camion o che vi sostino stabilmente postazioni gastronomiche con sedie, tavolini e fumo di Londra al seguito?

Si dirà che successivamente si recupererà la piazza nella sua totalità, cosa buona e giusta, e che tutto, possiamo immaginare, avrà una diversa connotazione, compreso questo piccolo pezzo di marciapiede. Può essere. Intanto parliamo di oggi e degli ultimi anni. Cioè da quando splendidamente tutto il sito è stato recuperato. Possibile che ci si confonda per un semplice divieto di sosta nel punto più panoramico e vicino al capoluogo del porticciolo?

Si dirà, ed è molto difficile negarlo a Palermo, che tanti divieti di sosta non vengono tranquillamente rispettati anche in zone non secondarie o addirittura centrali della città. Come ad esempio succede, per spostarci solo di qualche centinaia di metri in un altro luogo non meno bello del porticciolo di Sant'Erasmo, nel curvone vicino alla Cala. Ma almeno ci si può provare. Non si tratta di una riforma costituzionale da sottoporre eventualmente a referendum. Non ci viene vietato dall'autonomia differenziata, che anzi dovrebbe spingerci, invece di indurci al consueto piagnisteo, a fare meglio tante cose. Si tratta solo di un semplice, banale, breve, divieto di sosta davanti uno dei luoghi più belli della quinta città d'Italia.


https://www.palermotoday.it/social/segnalazioni/porticciolo-sant-erasmo-divieto-sosta.html?fbclid=IwZXh0bgNhZW0CMTEAAR0sqYb1rcIBI3J9Okf99NDkvXu70QtP8N-e6iAtE9rGsBEolIugnE2z9IQ_aem_0pWRFq-SjyTY0lsy1DbhZA&sfnsn=scwspmo 

venerdì 7 giugno 2024

S. Rosalia e i devoti incivili in basso e in alto

 Palermo Today - 5 giugno 2024

Il miracolo che spetta ai palermitani

Francesco Palazzo



L'acchianata verso Santa Rosalia, della quale ci apprestiamo a celebrare tra poco più di un mese la quattrocentesima ricorrenza del ritrovamento delle ossa (1624-2024), anche se in realtà i festeggiamenti sono iniziati da mesi, è costellata, deturpata, violentata, da ogni tipo di rifiuti a ogni tornante. La foto che vedete l'ho fatta stamattina. Ma potrebbero essere, se mi mettessi con il cellulare in mano ogni volta che vado, migliaia, tutte banalmente e tristemente uguali. Non che non vi siano i cestini. C'è ne vorrebbero di più e non sempre vengono svuotati, ma c'è senz'altro la possibilità di fare le persone civili. E anche se non vi fosse neppure un cestino, nulla giustificherebbe quello che si trova salendo e scendendo. Suppongo che la maggior parte di quanti percorrono in salita e discesa la scala vecchia siano molto devoti o non insensibili alla Santuzza. Come si possa coniugare l'inciviltà con la vicinanza a una santa, peraltro la santa protettrice di Palermo, è veramente un mistero. Ma non della fede, come viene recitato durante la messa. Perché qua siamo molto più in basso.


Diciamo molto terra terra. Del resto, a pensarci bene, sarebbe strano attendersi di registrare un comportamento civile in alto se giù a valle, per tutte le vie della città, si fa esattamente, certo non tutti ma la stragrande maggioranza, la stessa cosa. Cioè si utilizza, a partire dalla sosta selvaggia, il territorio come un immenso contenitore dove conferire di tutto e attuare ogni tipo di comportamento nocivo alla comunità. A cominciare dalle cicche di sigarette lanciate a terra. Anche se a due passi, per esempio nelle adiacenze delle fermate dei bus o vicino ai bar, vi sono capienti contenitori. Spesso ci si lamenta di chi amministra le comunità. Ma non si riflette mai abbastanza sui comportamenti scriteriati e irresponsabili della maggior parte degli amministrati. La storia e la leggenda vogliono che la Santa, portata giù dal monte tra le vie della città, la liberasse dal male. Ma chi può liberare dalla grave e mortale patologia dell'inciviltà i residenti, certo non tutti ma una larga parte, di una grande metropoli? Non c'è Santa che tenga. Né miracoli da attendersi da parte di nessuno.


Ci vorrebbe un cambiamento radicale che francamente non vediamo, né al momento pare possibile intravedere pure da lontano. Sappiano però, coloro che si inerpicano a piedi verso il monte sacro della città, ed è sacro non soltanto perché vi risiede la Santuzza, ma in quanto è uno splendido luogo naturalistico, che se si comportano da incivili non sono per nulla devoti. Ma soltanto incivili. E non basterà a guarirli né la partecipazione al festino laico del 14 luglio, né quella alla processione religiosa del giorno seguente e neppure le "acchianate" in massa di settembre, quando a inizio mese la santa viene celebrata in occasione della sua morte. Ecco, se ci si comporta quotidianamente da incivili si condurrà Palermo più alla morte, o alla perenne sofferenza, che alla vita. Viva Palermo, quella civile, e Santa Rosalia. 

https://www.palermotoday.it/social/segnalazioni/palermo-sfida-civilta.html?fbclid=IwZXh0bgNhZW0CMTEAAR36lU-30GrBRcEICFu7ntaKIDbSrQzWNC1zBAR5KwB4lRYC569c25AvcXY_aem_AcbhXkpHb5w_X1BjH3H6zd_Em2CnXagIErXEluhJ6cWwZD0RaRTqYkl3JXwxUn0xxHzem3mAO1_5cGpN9vay66cx

lunedì 27 maggio 2024

Palermo Calcio: quando l'opinione pubblica e i tifosi sono l'uomo in meno

 PalermoToday - 25 maggio 2024

Rosanero, guardiamo i numeri e parliamo di futuro

Francesco Palazzo

Campionato di serie B del Palermo, stagione 2023-2024. A bocce ferme e a sipario calato, si può parlare con dati certi. Innanzitutto partendo dai numeri per poi dire brevemente altre due cose. Argomenti, i numeri, come sappiamo abbastanza testardi. Abbiamo totalizzato 49 punti in 31 partite, momento in cui si è deciso, assecondando gli umori della piazza, cosa mai buona, il cambio della guida tecnica. Successivamente abbiamo totalizzato 10 punti in dieci partite, cioè le ultime sette della stagione regolare e le tre dei play off. Il paragone è dunque abbastanza semplice. Direi da scuola elementare. Basta una semplicissima calcolatrice. Nel primo caso si è raggiunta la media di 1,58 punti a partita, con la squadra sempre con ampia sicurezza in zona play off e con il secondo posto sfiorato nell'intervallo Cremonese - Palermo. Nel secondo caso registriamo 1 punto a partita, ossia ampia media retrocessione. Considerato che in 38 partite è retrocessa una squadra con 41 punti, ossia 1,07 punti a partita. Chiaramente, non ci vuole molto a capirlo, non si doveva andare appresso al mormorio della tifoseria palermitana e lasciare la fase finale del campionato e i play off al tecnico che conosceva bene ambiente, giocatori e società. Difficilmente si sarebbe potuto fare peggio nel mini torneo  in coda alla stagione regolare per provare ad accedere nella massima serie calcistica italiana. In realtà, questa lamentela continua, asfissiante, inutile alla fine, della parte più irragionevole e rumorosa della cosiddetta tifoseria palermitana, più che il dodicesimo uomo in campo è stata l'uomo in meno negli ultimi due campionati di serie B. È ciò è plasticamente dimostrato da quando lanciato in campo in occasione di Palermo - Venezia, prima partita della semifinale play off, proveniente, lo abbiamo visto tutti, da settori della curva nord. Nel momento in cui la squadra aveva bisogno del massimo sostegno, la si è danneggiata facendole perdere inutilmente tempo e deconcentrandola. Pensiamo adesso al prossimo campionato. I rosanero sono in buone mani, direi ottime, dal punto di vista societario. Il futuro non potrà che essere buono. C'è solo bisogno di un pubblico alla stessa altezza, che veramente segua e sostenga la squadra senza inquinare l'opinione pubblica calcistica con il mormorio continuo, tipico di una certa Palermo, che ha contraddistinto le ultime due stagioni calcistiche dei rosanero. Che negli ultimi cinque anni in realtà hanno fatto bene dopo il disastro del 2019. Un campionato di D vinto subito, dalla C alla B in poco tempo, due campionati di B nella zona alta della classifica, un centro sportivo che pone solide basi per I decenni a venire, essere entrati nell'orbita di una holding calcistica di livello mondiale. Ci sarebbe stato più di un motivo per non abbandonarsi al mormorio del piccolo cortile e guardare le cose come realmente stanno. Ma occorreva utilizzare più la testa, il ragionamento, che la pancia. Cosa abbastanza complicata, mi rendo conto, alle nostre latitudini.

lhttps://www.palermotoday.it/social/segnalazioni/palermo-eliminazione-playoff-analisi-tifoso.html

23 maggio: concorso presidi, memoria e prove Invalsi

 ROSALIO - 23 MAGGGIO 2024

23 maggio 2024, tre ragionamenti intorno alla polemica

Francesco Palazzo


Sulla coincidenza temporale con il 23 maggio della prova concorsuale per dirigenti scolastici, che si svolge tra le 14 e 30 alle 15 e 30 da quanto leggiamo, si sono alzati alti i toni della polemica.

Si possono comprendere i motivi della lamentela. Si poteva trovare una data diversa. Alla fine della prova ci sarà solo per pochi insegnanti impegnati nel concorso il tempo per arrivare sotto l’albero Falcone. Partendo da questo fatto possiamo provare tuttavia a ragionare intorno a tre questioni.

La prima è che l’antimafia, ce lo diciamo sempre, non è soltanto il 23 maggio, il 19 luglio, uccisione di Borsellino e di quasi tutta la scorta, o il 15 settembre, omicidio di Don Puglisi, per fare soltanto pochi esempi. Perché altrimenti dovremmo stare attenti, sempre per fare soltanto altri pochi esempi, se si organizza qualcosa di diverso il 30 aprile, uccisione di Pio La Torre, oppure il 29 agosto, morte per mano mafiosa di Libero Grassi, o il 29 luglio, quando un attentato mafioso simile a quello di Capaci e Via D’Amelio uccise anche Rocco Chinnici. Le date sono ovviamente importanti, dietro di esse ci sono le persone scomparse, le loro storie, la nostra storia, e dunque tanti importanti nostri pezzi di memoria personale e collettiva. Ma fermarsi alle date, questa più importante quella meno, può essere un limite. Quello di un’antimafia che non sa dire e fare molto altro il singolo corteo o che addirittura organizza contro cortei nell’ambito dello stesso movimento, come avvenuto lo scorso anno il 23 maggio e come avviene di fatto pure quest’anno. 

La seconda questione riguarda proprio la coincidenza temporale della prova con il giorno pieno di eventi commemorativi e di riflessione. Va detto innanzitutto che ciò non pregiudica affatto la consueta massiccia presenza di scuole con circa cinquemila discenti e ovviamente tanti e tante insegnanti e dirigenti scolastici nella trentaduesima ricorrenza della strage di Capaci. Ma il punto è un altro. Celebrare la prima prova selettiva per futuri presidi, proprio nella vicinanza di una giornata così significativa, certo non nello stesso giorno, potrebbe essere un segnale positivo verso la scuola italiana. Insomma, nelle giornate in cui si fa memoria antimafia, selezioniamo i futuri dirigenti scolastici della scuola pubblica. Ai quali rimarrà nella memoria personale di aver effettuato l’accesso preselettivo proprio in collegamento con il 23 maggio. E magari, mi piace pensare, diranno alle comunità scolastiche dove saranno destinati, qualora promossi a tale incarico, che il loro mandato ha avuto il battesimo importante proprio nelle giornate in cui il paese faceva memoria e progetta un futuro libero dalle mafie. Ecco, dal prossimo anno, scegliendo senz’altro una data diversa, ma prossima o immediatamente successiva al 23 maggio, si potrebbe mettere nell’agenda di tale ricorrenza la prova concorsuale dei futuri presidi. Non è tutto, però.

Aggiungiamo la terza questione. Le prove Invalsi si intrecciano in questo caso temporalmente, e nell’uso delle stesse postazioni telematiche, con quelle preselettive dei Dirigenti Scolastici. Non c’è dubbio che servirebbe molto, nella lotta ai poteri mafiosi, che i livelli di apprendimento dei discenti del mezzogiorno progredissero, si tratta della parte d’Italia dove insistono in misura maggiore le mafie. Livelli di sapere e apprendimento degli studenti meridionali che vengono fotografati sempre in coda in ogni rapporto Invalsi, compreso ovviamente l’ultimo, ossia quello riguardante il 2023. Come accade del resto per le varie classifiche annuali sulla qualità della vita che immortalano in zona retrocessione le province meridionali e in special modo quelle siciliane. Gli insegnanti in tutte le regioni d’Italia fanno tanto e certamente avrebbero bisogno di maggiori riconoscimenti e di stipendi più alti. Detto ciò sarebbe il caso che la scuola del mezzogiorno si interrogasse su questo aspetto dell’apprendimento dei discenti, prima e dopo la ricorrenza del 23 maggio.

In generale, per finire, dovremmo puntare, sempre e in tutti i settori di impegno, alla sostanza, provando a misurare di continuo i risultati raggiunti. Soprattutto per quanto riguarda la lotta ai poteri mafiosi. Altrimenti, retorica aiutando e spirito critico mancando, per citare il grande Leonardo Sciascia, rischiamo tutti di perdere di vista la luna, ossia la lotta alla mafia concreta e quotidiana da mettere in campo, concentrandoci sul dito, cioè sulle polemiche annuali all’ombra dell’Albero Falcone.


https://www.rosalio.it/2024/05/23/23-maggio-2024-tre-ragionamenti-intorno-alla-polemica/?fbclid=IwZXh0bgNhZW0CMTEAAR3qzTTMD_vMgrMyD55CMJWhn-HAmG5Jsz7XOxUVYQ0r-6bWtCLN_OsW6Vw_aem_AcbZc0UmaFjZMnlTd_3DsWc11O6tuYfIuTDNBNxK3PVbxUjqbq0GdzXo4bmXKwf

martedì 30 aprile 2024

Una buona notizia per i marciapiedi di Via Libertà

            Palermo Today - 27 aprile 2024

"I nuovi marciapiedi di via Libertà e la critica a vuoto: c'è chi non ama davvero Palermo"

                    Francesco Palazzo


Quando i marciapiedi di via Libertà stavano in uno stato davvero pietoso, per usare un eufemismo, ero forse il solo a postare foto e a scrivere. Ora che miracolosamente li stanno rifacendo, si grida allo scandalo per questa provvisoria copertura che vedete in foto fatta dopo dei lavori. La quale chiaramente, non ci voleva un premio Nobel per arrivarci, è stata fatta in attesa che i lavori per la nuova pavimentazione, tra alcune settimane o qualcosa in più, arrivino dalle parti di via Lazio. Per i meno esperti, chiamasi vergogna a intermittenza. Tipo albero di Natale. Dipende da chi governa la città, e in questo caso pure senza fondamento alcuno.


Se sono i miei al potere chiudo entrambi gli occhi e dormo per cinque anni il "sonno dei giusti". Se in carica arrivano gli altri non c'è notte che riesca a prendere sonno al fine di spaccare il capello in quattro o in otto. Non c'era bisogno della precisazione di chi ha fatto i lavori di copertura momentanea per capirlo. Bastava fare due più due. Guardando la cosa da un altro punto di vista, va detto che la parte già rifatta non è male. Magari i lavori non saranno partiti velocissimi. Ma dopo essere stati decenni a osservare il disfacimento dei marciapiedi della via centrale di Palermo, penso si possa aspettare qualche mese in più per vedere un lavoro ben fatto.


Questa città ha ancora tanto da recuperare, anche e soprattutto con il fondamentale supporto dei cittadini. Ma nella misura in cui s'interviene a risolvere qualche annoso punto critico, bisogna soltanto prenderne atto con onestà intellettuale. Tra chiudere perennemente entrambi gli occhi e tenerli spalancati pure la notte, ci può essere una via di mezzo virtuosa. Che segna il discrimine tra una cittadinanza non esercitata e una cittadinanza attenta ma obiettiva. Alla fine è la differenza che passa tra amare solo se stessi e la propria compagnia politica e amare davvero Palermo. Amarla senza guerre preventive tra apocalittici e integrati, per citare il Maestro Umberto Eco.

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domenica 7 aprile 2024

Un sulu u fici passari, ma pure s'apprieca cu telefonino?

 Palermo Today - 04 aprile 2024 

Le lotte quotidiane a Palermo

Francesco Palazzo




Siamo in via Galilei a Palermo, ma potrebbe trattarsi di qualsiasi altra strada palermitana. Mentre inizio ad attraversare regolarmente sulle strisce di cui alla fotografia che vedete, ma potrebbero essere le strisce di qualsiasi altra parte della città, mi fermo per capire cosa vuole fare il gentile giovane autista alla guida di un mezzo non piccolo appartenente a una ditta privata. Il tizio trovasi nel frattempo assorto in una impegnativa, e certamente fondamentale per le sorti del mondo, conversazione al cellulare. Siccome non può non fermarsi, visto che a quel punto sono proprio davanti a lui, mi consente di guadare incolume da una parte all'altra calpestando le strisce. Ovviamente la telefonata continua come se il soggetto fosse seduto sul divano di casa. Lo guardo fisso mentre attraverso e quando sono arrivato ma non capisce.


A un certo punto gli faccio platealmente segno, visto che lo sguardo deciso non basta, che è meglio posarlo il cellulare quando si guida. Non l'avessi mai fatto. Toccato evidentemente nell'onore, si ferma, apre il finestrino e mi fulmina con una frase da lasciare ai posteri. "Un sulu u fici passari, ma pure s'apprieca cu telefonino? (non solo l'ho fatto passare, ma pure mi critica per l'uso del cellulare mentre guido?). Ovviamente la domanda è retorica. Il ragionamento è il seguente. Non solo dovrebbe ringraziarmi per averlo fatto passare, (e in effetti molti palermitani quando ti arresti molto prima delle strisce ringraziano felici come se non fosse un loro diritto transitare tranquillamente senza essere arrotati), ma pure si permette di offendermi mentre discuto utilizzando lo smartphone sui massimi sistemi mentre guido? Mentre si allontana percepisco altre soavi parole.


Suppongo non fossero complimenti. Se n'è andato convinto di essere nel giusto. A Palermo ad ogni passo si potrebbe fare una questione simile su tanti versanti. Sulle seconde e terze file ad esempio (via Sciuti, via Ausonia, via Empedocle Restivo, via Belgio, dopo il sottopasso di via Crispi direzione Cala... la lista sarebbe infinita) si aprirebbe un mondo. Ma c'è sempre il pericolo che i tanti panormosauri che utilizzano il territorio come fosse cosa loro (o cosa nostra) potrebbero andare oltre le parole. Ed è già accaduto più volte. Ci sono, bisogna riconoscerlo, dei tentativi per fare rispettare le regole sul territorio. Ma si ha l'impressione che sia davvero molto difficile, con tutta la buona volontà di questo mondo, farlo quotidianamente su una grande metropoli. Servirebbe la collaborazione dei cittadini. Ma da questo punto di vista a Palermo siamo più o meno ancora all'alba.

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venerdì 29 marzo 2024

I cori da codice penale dentro gli stadi.

 PALERMO TODAY - 23 MARZO 2024

Cartellino rosso per chi offende e incita all'odio dentro gli stadi

Francesco Palazzo 


 Domanda. Ma si può essere così a corto di pensieri, parole, fantasia e immaginazione, peraltro pure durante una tranquilla e pacifica partita amichevole contro una squadra belga (ma vale ovviamente per qualsiasi incontro che si svolga al Barbera) da ripetere più volte "catanese pezzo di m...", "Catania quanto ti odio", "catanese figlio di..." e "chi non salta è catanese"? Questo lo chiamano tifo ma è soltanto fastidiosissimo inquinamento acustico pieno di frasi offensive, direi gravemente offensive, incitanti in questo caso all'odio verso un’altra città e i suoi abitanti.

Questa roba indecente, così come per fumogeni, petardi e cose simili, dovrebbe essere vietata assolutamente negli stadi. Senza se e senza ma. Così come ogni frase offensiva rivolta agli avversari in campo, ai tifosi che sostengono gli sfidanti, alla stessa propria squadra, allenatore compreso, e alla terna arbitrale. Come ci sono i leoni da tastiera abbiamo quelli degli stadi. Ma sia gli uni che gli altri hanno un potere molto inquinante e disturbante. In entrambi i casi si pensa che protetti dall'anonimato, perché stare in mezzo alla folla è come trovarsi dietro una tastiera, si possa dire e fare di tutto. Ma così non è.

Il codice penale dovrebbe valere dappertutto. E così come è in fondo semplice riuscire a risalire ai leoni da tastiera, mettendoli di fronte alle loro responsabilità, si dovrebbe cominciare a fare la stessa operazione pure dentro gli stadi. Magari sarà più complicato ma non è certamente impossibile. Chi non salta è solo civile e basta.

 https://www.palermotoday.it/social/segnalazioni/cartellino-rosso-offese-insulti-cori-stadio-renzo-barbera.html?fbclid=IwAR08B5ueDD9M3GBciembfNvbP7j838w1pFK_r0Cn3f4AAZxic0FhnmWfY8Q

Il pacifismo che vuole decidere chi può parlare di pace.

 ROSALIO - 22 Mar 2024

Le vie della pace non possono e non devono essere vietate a nessuno

Francesco Palazzo



Mettiamo che io sia una persona distante da ogni forma di esercito e di intervento militare per la risoluzione di ognil controversia. E ipotizziamo pure che nella mia città si svolga una manifestazione internazionale con la presenza di tanti giovani provenienti da quaranta nazioni e anche delle scuole superiori palermitane, organizzata pure dalle forze armate, con l’intenzione di esplorare tutti i canali per l’individuazione sistematica di una via di soluzione pacifica dei conflitti piuttosto che di belligeranza È chiaro che questa è una buona notizia. Dovrebbe in effetti esserlo. Tuttavia invece, misteriosamente va detto, quella che è una buona novella, diventa un serio e insormontabile problema per tanti pacifisti. Tanto da sostenere che a tale evento non sia opportuna la presenza di giovani studenti palermitani. È come se non bastasse, si invita la gente a disertare un appuntamento così importante. Come se i tanti che potrebbero essere interessati non fossero dotati di raziocinio e libero arbitrio. Come se non si sapesse che le forze armate non solo non sono affatto un’organizzazione eversiva, ma che sono anche citate in diversi punti della Costituzione Repubblicana che tanto, giustamente, si sventola ad ogni pie’ sospinto. Non ha, per loro, nessuna importanza che la più importante carica democratica della nazione Repubblicana sia a capo delle Forze Armate. Niente, sono contrari.


Che fa, uno non può essere contrario? Certo, nessuno lo vieta. In una democrazia tutto è permesso e lecito. Soprattutto se si esprime pacificamente il proprio dissenso. Ma in una democrazia, la logica e il ragionamento dovrebbero essere dei capisaldi. Allora, se vogliamo utilizzare la logica e ragionare, io mi aspetterei da un antimilitarista e pacifista non violento H 24, una approvazione, senza se e senza ma, della manifestazione che effettivamente dal 17 al 20 marzo si è svolta sotto Monte Pellegrino. Proprio per il motivo che va esattamente d’accordo con chi cerca le ragioni della pace e della giustizia.


Prima di arrivare all’uso delle armi, si devono esplorare tutte, ma proprio tutte, le dinamiche per rendere possibile ed esplorare le vie della cosiddetta “pace positiva e inclusiva”. Concetto filosofico teorizzato negli anni ’60 del secolo scorso dal sociologo statunitense Johan Galtung, che analizza le cause della guerra e gli inversi requisiti alla base e a garanzia della pace. E siccome il senso di quanto è avvenuto a Palermo era proprio questo, era esattamente questo, era senza dubbio questo, allora la cosa doveva interessare molto, direi tantissimo, i pacifisti. Tanto da ritenere utile la partecipazione delle scuole. Tanto, se fosse stato possibile, da andare ad ascoltare per arricchire il vocabolario delle reali possibilità della pace nel mondo.


A meno che non si ritenga di essere così tanto sapienti sulla pace da non dovere ascoltare più nessun parere sull’argomento. Perché magari si è sicuri di conoscere già tutto lo scibile disponibile, di aver letto intere biblioteche sulla tematica e di avere dunque tutto da insegnare e nulla da imparare sul tema. Tanto da convenire addirittura sulla presa di distanza delle istituzioni cattoliche della città in merito alla celebrazione eucaristica per i partecipanti. Un pacifista dovrebbe chiedersi per quale motivo la chiesa non è d’accordo sulle linee d’indirizzo di un’iniziativa che si chiama Forum Internazionale “Pace, sicurezza e prosperità”. Ma siccome è bene farsi le domande, io chiedo per quale motivo pacifisti, antimilitaristi e cattolici non debbano trovarsi sulla stessa strada con chi vuole interrogarsi sulle possibili vie praticabili per affermare sempre e in ogni luogo le ragioni della pace.

https://www.rosalio.it/2024/03/22/le-vie-della-pace-non-possono-e-non-devono-essere-vietate-a-nessuno/?fbclid=IwAR3EEOHK-uX3EZWzLFQ0G5NITqBeFzgAsz1KOn6zUMzxqaP1ABX_H_q2Lck

giovedì 21 marzo 2024

Palermo calcio. Tifare e ragionare.

AdvertisementPalermoToday - 16 marzo 2024
Francesco Palazzo 
Il Palermo ce la può ancora fare, basta a quei tifosi solo quando le cose vanno bene.

Ragioniamo con serenità. Il Palermo ha sinora condotto una stagione navigando sempre senza problemi e largamente in zona promozione. Questo è un fatto intorno al quale non c'è possibilità di discussione alcuna. Attualmente naviga con undici punti di vantaggio sulla nona e poche settimane fa a Cremona aveva raggiunto durante la prima fase di gioco la posizione in classifica, secondo posto, che consente la promozione diretta nella massima serie calcistica del nostro paese. In otto giornate, con 24 punti in palio, un'enormità, la squadra può giocarsi ancora tanto in ottica promozione, anche attraverso un buon piazzamento per affrontare al meglio la fase dei play off, che già ha affrontato con successo nel passaggio dalla serie C alla serie B. Questo più o meno lo stato dell'arte. Leggo da mesi sui social e ascolto dalle trasmissioni giornalistiche, direi da anni se rileggiamo lo scorso campionato, dove i play off non si raggiunsero per un nulla, commenti al vetriolo come se fossimo da tempo immemore senza nessuna speranza in piena zona retrocessione. Gli "esperti", chiamiamoli così, affermano che non c'è mai stato gioco. Sicuramente allora ci sapranno spiegare, dall'alto del loro stratosferico sapere, come fa una squadra senza gioco a racimolare tanti di quei punti da fare due campionati su due in B nella fascia alta della classifica. E magari, visto che sono esperti, ci diranno cosa hanno da criticare alla società di Viale del Fante. Come se i rosanero fossero in mano non ad una holding di prima grandezza del calcio mondiale, ma agli ultimi arrivati nel mondo del pallone. Forse ci vuole calma e gesso. Se Palermo come città fosse in zona promozione da anni come i rosanero (a tal proposito se gli esperti hanno memoria si ricorderanno gli ottimi campionati disputati in serie D e C dai rosa dopo che hanno ricominciato da capo nel 2019), vivremmo tutti molto ma molto meglio per quanto riguarda la qualità della vita. Perciò, a coloro che urlano in continuazione improperi ai calciatori, all'allenatore e alla società dagli spalti del Barbera e sui social, che da due anni ci rompono i timpani (altro che sostenere i propri colori come raccontano), e che sono alla fine tifosi soltanto quando le cose vanno bene, propongo caldamente di cercare fuori dallo stadio motivi per fare sentire la loro fondamentale opinione. Non ne mancano. Magari, se ci pensano bene, potrebbero farlo in larga parte contro se stessi, visti i livelli di cittadinanza che si registrano in città. Insomma, cari urlatori, anche con slogan offensivi, in servizio permanente effettivo al Barbera e sui social, il Palermo calcio, e quelli come me, che vanno allo stadio non per scaricare le tensioni e i problemi della vita, ma per seguire e sostenere davvero la squadra del Palermo, penso possiamo fare benissimo a meno di voi.
https://www.palermotoday.it/social/segnalazioni/critiche-palermo-corini-tifosi-lettera.html?fbclid=IwAR3wwrYwykbl1w4VPKbAFyLHSq3hfx_ohV9_KbvOuWyP3ZMup-yw1vWKyD8

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lunedì 11 marzo 2024

Palermo. La mobilità dolce pedonale da promuovere nel salotto della città.

PALERMO TODAY

9 MARZO 2024

Promuoviamo tutta la mobilità dolce senza guerre di religione

Francesco Palazzo 


 

Sulla mobilità dolce a Palermo, che è una metropoli, non dobbiamo dimenticarlo, e non un piccolo paesino con quattro vie, pare che la battaglia si concentri su poche strade centrali pedonali, per intenderci le vie Ruggero Settimo, Maqueda, corso Vittorio Emanuele. Interdette recentemente a monopattini, bici elettriche o a conduzione muscolare. Anzi, interdette sino a un certo punto con disposizioni via via aggiornate. L'ultima, devo dire, abbastanza complessa e articolata.
Se nel capoluogo siciliano la mobilità dolce fosse davvero diffusa in tutta la città, obiettivo dal quale siamo purtroppo distanti, le piste ciclabili come questa che ho fotografato sarebbero piene, e nessuno farebbe caso all'utilizzo di alcune vie centrali esclusivamente come isole pedonali. D'altra parte se le parole hanno un senso con isola pedonale si dovrebbe intendere soltanto una cosa. Ma pare che la partita, molto stranamente va rilevato, si giochi in poche e infuocate, in quanto a presenza di bipedi, centinaia di metri. Come se il salotto di Palermo fosse il solo luogo d'elezione per cicloamatori e monopattinisti. Singolare, no?  
Se vi allontanate dalle vie sopra citate o dalla adiacente via Amari, stranamente non contemplata nelle misure interdittive, oppure dai marciapiedi di via Libertà, che appunto sarebbero marciapiedi, misurerete che per tutti gli altri chilometri della città, ossia per quasi il 100 per cento della sua grandissima estensione, la mobilità dolce è quasi assente e dunque non crea nella forma e nella sostanza nessun tipo di conflitto. Invece dovrebbe andare esattamente al contrario. Le isole pedonali al centro dovrebbero essere di pertinenza dei pedoni. Mentre sul resto della città, cioè sulla quasi totalità del suo territorio, dovremmo sino allo sfinimento discutere sulle misure amministrative specifiche e sulle infrastrutture dedicate a un importante settore della vita quotidiana quale è la mobilità dolce
Tenendo però in grande considerazione che il pedone è il vettore più dolce che ci sia e perciò quello che, essendo il più debole attore in campo nell'ambito della mobilità di qualsiasi città, dovrebbe essere il più protetto. E negli assi teoricamente pedonali, dove deve convivere con mezzi che raggiungono velocità non certo di 10 all'ora, come indicato per esempio in un cartello assolutamente ignorato all'inizio del marciapiede di via Libertà, corre obiettivamente dei pericoli. Devo dire che quando mi capita di passeggiare nelle vie centrali, cammino sui marciapiedi. Perché non è sereno deambulare se sai che mezzi a 25/30 chilometri orari possono finirti rovinosamente addosso mandandoti in ospedale o facendoti comunque male.
Si potrebbe convivere in questi assi pedonali tracciando percorsi dedicati alla mobilità dolce non pedonale. Tutto si può fare, niente lo vieterebbe. Ma già vedo in tale evenienza tutta la sede stradale occupata con creatività da due ruote e monopattini. Ed è un'esperienza già vissuta in passato. Del resto non si capisce il motivo, come si scriveva prima, per il quale poche vie a Palermo non possano essere dedicate esclusivamente alla mobilità dolce pedonale.
Ecco, dovremmo iniziare a chiamarla così, mobilità dolce anche quella degli appiedati. Non vedrei il motivo, onestamente, di mettere in campo guerre di religione. Lavoriamo piuttosto sul 99,99 per cento del territorio della metropoli Palermo per promuovere la mobilità dolce non pedonale. E lasciamo il restante piccolissimo numero percentuale a chi vuole farsi in sicurezza una passeggiata per un tratto molto limitato della zona centrale di Palermo. L'importante, fondamentale, partita della mobilità dolce non pedonale non si gioca in un fazzoletto di terra. Ma nella restante parte della città. Se ci si muovesse in tal senso le cose potrebbero essere più semplici per tutti e soprattutto condivise e accettate dalla maggioranza dei palermitani. Senza guerre di religione.

https://www.palermotoday.it/social/segnalazioni/mobilita-dolce-pedoni.html?fbclid=IwAR3ZYm_Z_8wH3yU_57aFg7LOzeWUv4c_ukmX_SMlDxpijqd0HKAvTFiYjp8

domenica 3 marzo 2024

Calcio, supporters avversari guardati a vista. Può una partita diventare contaminazione tra due città?

              Palermo Today - 28 febbraio 2024

                          Francesco Palazzo



Questi nella foto fatta da chi scrive al Barbera, in occasione della pesante ultima sconfitta casalinga del Palermo, sono i pochissimi tifosi della Ternana arrivato sotto Monte Pellegrino a sostenere i propri colori. Guardati a vista da quattro addetti alla sicurezza. Altri sette addetti sono dall'altra parte affinché non vengano in contatto, pure divisi da un'inferriata altissima e resistente, con i tifosi rosanero della curva sud. E altri addetti sono da una parte e dall'altra dell'inferriata che delimita il contatto con la gradinata. Storia di ogni partita e di ogni stadio, sia chiaro.

Ma quando i supporter dell'altra squadra sono pochissimi come in questo caso, la cosa colpisce molto di più. Anche perché nel frattempo le squadre che entrano in campo ci danno ogni volta una bella ed edificante immagine di sport. Sono accompagnati da bambini e bambine con addosso le maglie delle due squadre. I giocatori del Palermo entrano mano nella mano con i piccoli che indossano i colori avversari. La squadra che gioca fuori casa fa al contrario. E non finisce qua. Prima di ogni incontro gli altoparlanti lanciano le bellissime parole della canzone di Sergio Endrigo, Io che amo solo te, che è un potente e bellissimo inno all'amore. Poi i tanti appelli al rispetto, alla nonviolenza, il no al razzismo che oramai almeno a parole toccano tutti gli stadi. Le premesse per vedere una cosa civile ci sarebbero dunque tutte. Invece no.

Ma è possibile che nel 2024, non si possa consentire a cinquanta persone, a causa del modo non pacifico di stare in uno stadio in fondo di pochi, di vedere una partita dove vogliono senza essere rinchiusi dentro la triste gabbia dei leoni? Non sarebbe bello, al di là del risultato, festeggiare insieme ai pochi o molti abitanti di un'altra città un evento sportivo? Utopia? Non so come chiamarla. Ma so che nome dare a quello che invece accade. Tristezza e poca aderenza ai nobili principi che ciascuna attività sportiva dovrebbe far vivere.

https://www.palermotoday.it/social/segnalazioni/barbera-tifosi-avversari-sempre-in-gabbia.html

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domenica 18 febbraio 2024

Palermo: i due pontili tra sud e nord

PalermoToday - 16 febbraio 2024 
Due pontili, due destini nella stessa città 
 Francesco Palazzo

I pontili sul mare sono due, anzi potevano essere due. Uno in quella che potremmo chiamare costa nord, cioè Mondello. L'altro, che comprendeva nel progetto oltre che il pontile sul mare pure un'ampia piazzola, in quella che comunemente viene chiamata costa sud, siamo poco più avanti del Buccheri La Ferla. 

Il punto è che il pontile di Mondello, tempo fa dichiarato inagibile, è stato rimodernato, praticamente rifatto, ed è molto meglio di prima. Complimenti a chi se ne è occupato. La mia foto non rende, occorre andarci. Anche se è difficile che ciascun palermitano non l'abbia già fatto insieme a tanti turisti. 

Anche le mie altre due foto del pontile e della piazzola della costa sud non rendono al massimo. In questo caso escludiamo che palermitani e turisti abbiano calpestato il pavimento in legno. Semplicemente perché il pontile e la piazzola, realizzati con fondi pubblici come il pontile di Mondello, non sono mai entrati in funzione, sono stati oggetto di diversi incendi e ora versano, e da tanto tempo, nello stato che vedete. 

Pochi chilometri separano questi due quartieri toccati dal mare. Eppure, visto il destino dei due manufatti, sembra che parliamo di città diverse. 

Si può fare qualcosa per il pontile con piazzola della costa sud? Speriamo di sì. Ma se nulla si potrà fare sarebbe meglio rimuovere quello che al momento è un obbrobrio, probabilmente a questo punto irrecuperabile, e almeno restituire in quel punto la vista del mare.


lunedì 12 febbraio 2024

Acchianata Santa Rosalia, pedoni incoraggiati e vietati.

   PalermoToday - 11 Febbraio 2024

Santa Rosalia, l'acchianata, i pedoni e i cartelli

Francesco Palazzo



Questo che vedete in una foto mia è l'inizio dell'acchianata verso Santa Rosalia. È un percorso che faccio spesso e ogni volta con qualche punto di domanda per via della segnaletica alquanto problematica che vedete in foto. Il riquadro grande dice contemporaneamente che si rischiano vite umane e di procedere con prudenza. Io posso capire che si inviti alla prudenza di fronte a pericoli non gravi. Ma di fronte al pericolo più grave che esista, cioè la perdita di vite umane, questa strada non andrebbe semplicemente chiusa? O non resa percorribile? Cosa quest'ultima che per la verità indica senza dubbio alcuno il segnale rotondo con bordo rosso, sfondo bianco con la figura umana dentro. Si tratta certamente, anche se gli esami di scuola guida sono molto lontani, di un divieto di accesso assoluto. In questo caso per i pedoni. 
Quindi in pochi centimetri un cartello ti dice che esiste il pericolo di morte ma nello stesso tempo ti invita ad acchianare con prudenza, mentre un altro accanto ti vieta assolutamente di salire. Ma c'è pure un altro cartello, quello che impedisce il transito ai velocipedi, che però salgono, e soprattutto scendono a velocità molto elevate e pericolose per i pedoni. Ai quali il cartello di divieto ai velocipedi sembra comunicare che loro sì, per esclusione, possono trans
itare. Solo Santa Rosalia, ora ci vuole, può risolvere l'arcano del transito pedonale vietato e incoraggiato nello stesso tempo. Anche perché si rischiano polemiche pesanti senza che si trovino soluzioni. Un giorno, vedendo transitare due allegri ciclisti che andavano almeno a 30 chilometri orari in discesa, quasi sfiorandomi, dissi loro che non potevano. All'inizio c'era un cartello di divieto, sostenevo con ragione, che parlava chiaramente. La discussione andò per le lunghe. Con mandata bilaterale a quel paese. Stavo quasi per finire il mio percorso verso la strada quando vedo risalire i due. Ho pensato a cose fisicamente più serie e stavo già misurando le vie di fuga più veloci e sicure. Nulla di tutto questo. Mi mostrano la foto con il divieto di accesso, quello rotondo, anche per i pedoni e mi rappresentano che pure io lì non ci potevo stare. Cito il cartello più grande che invita alla prudenza e che dunque, in contraddizione con la loro foto, consentirebbe ai pedoni l'accesso. Ma mi rendo conto che, cartelli alquanto singolari alla mano, hanno ragione pure loro.

https://www.palermotoday.it/social/segnalazioni/santa-rosalia-l-acchianata-e-i-pedoni.html?fbclid=IwAR1RIVbgaL9fwk-qtmRtBKjn5pKPfDC145NF-rQOtlUghw6dXHPUHQCTdAg




sabato 20 gennaio 2024

Il Politeama e lo skateboard

PALERMO TODAY

14 Gennaio 2024

Francesco Palazzo 



Magari chi è preposto al controllo del territorio potrebbe dire ai vivaci, simpatici e costanti praticanti in questo luogo di trovare un altro posto per fare skateboard. Non soltanto per il motivo che i passanti rischiano di farsi molto male e sono costretti di fatto a passare al largo. Ma soprattutto perché parliamo della piazza centrale di Palermo: siamo davanti al Teatro Politeama, uno dei simboli principali della città.

Uno spazio che non merita di essere monopolizzato e imbruttito con l'improponibile attrezzatura per il salto che vedete in foto. Non penso che ciò verrebbe tollerato davanti al Teatro Massimo. Il Politeama non è certo, tutt'altro, di minore importanza.

ps (non so se la cosa continuerà o se l'armatura verrà ricollocata, ma il giorno successivo alla pubblicazione della mia foto con le mie considerazioni il Comune mi ha mandato una foto che rappresenta la rimozione di quanto collocato davanti il Teatro Politeama). 

https://www.palermotoday.it/social/segnalazioni/il-politeama-e-lo-skateboard-10780332.html?fbclid=IwAR2SwZYtQB5wyOYykaLGYyy5pPcRWd557ge796XuEOQwesinEIpg4NlBveo

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mercoledì 6 dicembre 2023

Il Ponte sullo stretto di Messina. La piccola minoranza del no e il consenso popolare di chi non va in piazza.


 

PALERMO TODAY – 3 DICEMBRE 2023

Diecimila in piazza contro il Ponte? Allora almeno 5 milioni tra siciliani e calabresi lo vogliono.

Francesco Palazzo

 

Il 2 dicembre c'è stata una manifestazione "No ponte sullo Stretto" che ha puntato a coinvolgere sia la Sicilia che la Calabria. L'affluenza è stata di circa10 mila persone, come riportano gli organi d'informazione. In streaming ho seguito gran parte, anzi quasi tutti, gli interventi di diverse sigle e associazioni. Ovviamente, opinioni rispettabilissime e abbastanza chiare. Con un sottofondo comune. La Sicilia e la Calabria hanno bisogno di tanto altro prima di poter parlare di ponte. Cioè non ci si oppone spesso al manufatto ma a ciò che sarebbe necessario fare prima.

L'argomento non è nuovo, al contrario abbastanza datato, come sa bene chi segue anche soltanto da lontano la vicenda ponte. Ed è un argomento che a me non ha mai convinto. Per tante ragioni. Non ultima il fatto che un'opera pubblica che sarebbe unica al mondo potrebbe, io direi potrà sicuramente, accelerare quanto sinora manca o è carente nelle due regioni in termini di infrastrutture trasportistiche. Perché è chiaro che solo di quelle dobbiamo parlare. Altrimenti, se mettiamo di mezzo l'universo mondo, il ragionamento si fa troppo complicato e abbastanza fuorviante. Un'altra obiezione sono i costi. Il ponte costerà? Certo ha un suo costo molto rilevante di diversi miliardi di euro. Un'opera simile non può costare certo quattro spiccioli. Ma quanto è costato mi sono sempre chiesto, quando ci si riferisce in questi termini monetari a questa opera, tutto l'assistenzialismo a fondo perduto e senza futuro che ha toccato e in parte ancora lambisce le due regioni interessate e il mezzogiorno tutto? Forse l'equivalente di una ventina di ponti sullo stretto? Non so. Ma potrei non essere molto lontano dal vero. Il terzo aspetto che viene toccato è quello ingegneristico e ambientale. Due ambiti certo rilevanti. Sul primo non ho competenze specifiche. Si tratta di un aspetto davvero complesso. Se chi di dovere metterà il bollo definitivo all'opera da profano mi fermerei qua su tale aspetto. Per quanto riguarda il versante ambientale non è che al momento le navi che attraversano lo stretto sono a zero impatto. Il discorso paessaggistico ciascuno lo vede a suo modo. A me piacerebbe vedere lo Stretto e il ponte insieme. Del resto l'uomo ha sempre modificato i propri ambiti di vita. Io sono per il ponte e davvero non capisco chi si mette contro questa cosa. Rispetto chi non lo è ma non riesco onestamente a fare mia nessuna obiezione ideale e sul merito. Il ponte è qualcosa che unisce, non un muro. Sì, mancano tante cose. Ma forse sono state tutte fatte senza il ponte? E allora cosa c'entra questo manufatto che sarebbe unico al mondo e che attirerebbe attenzioni, turismo e farebbe smuovere pure quello che non c'è ancora ma su cui però, va detto, si sta lavorando?

Detto tutto questo, del quale ho scritto diverse volte, al centro della mia analisi vorrei mettere questa volta un'altra questione. Voglio discutere delle ragioni, magari non espresse ma per me implicite di chi non va in piazza a manifestare contro la costruzione del ponte. Partiamo perciò dai diecimila rappresentanti di due regioni. Numero certo consistente. In tempi in cui è più facile stare dietro una tastiera, non è per nulla semplice fare smuovere diecimila persone siciliane e calabresi portandole in piazza. Però, ecco, i numeri. Che magari non ci dicono tutto ma tanto. Le due regioni contano, al 31 agosto 2023, sei milioni 618 mila 594 abitanti. Se ci togliamo i diecimila, ammesso e non concesso che siano tutti calabresi e siciliani, diventano 6 milioni 608 mila 594 abitanti. Se dopo tante manifestazioni no ponte spalmate in diversi decenni non si arriva a più di diecimila, contro più di 6 milioni e mezzo, che scendono in piazza, senza considerare tutte le altre regioni e l'interesse internazionale che il ponte suscita certamente, io qualche domanda sinceramente me la farei. Forse la stragrandissima maggioranza silenziosa di milioni di persone vuole il ponte? Non è detto, ma non si può affermare nemmeno il contrario. E io a questo punto arrivo a pensarlo. Allora la metterei così. Tutte le manifestazioni "no ponte" sono ovviamente legittime, ma occorre avere la dimensione di ciò che si rappresenta. Diecimila dopo tanti anni di cortei non vogliono il ponte sullo Stretto? Va bene. Massima considerazione per loro. Rispettiamo le loro ragioni e quanto di interessante portano a supporto di esse. In democrazia il confronto, anche in piazza, è alla base di tutto. Ma alla radice della nostra convivenza c'è pure la necessità imprescindibile di non stare fermi per l'eternità su ogni singola questione. Dall'altra parte il ponte potrebbero volerlo, e sino a prova contraria per me è così, se vogliamo restare solo in Sicilia e Calabria, almeno cinque milioni di persone levandoci i pargoli. Pure questo sarebbe, è, confronto democratico. Mi pare che dopo tanti decenni la pratica ponte, dal punto di vista del consenso popolare, sia ampiamente chiusa. Almeno così a me pare.


https://www.palermotoday.it/social/segnalazioni/ponte-stretto-manifestazione-lettera.html?fbclid=IwAR0Kv3_oJpoNzFeIufuWf7zeWJKQASUtRpAU2RiBtmnNeZ-qEOrdxOTPvew 

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martedì 21 novembre 2023

La Favorita. Che sia davvero il nuovo Teatro Massimo. Iniziamo però dalla quotidianità.

 

Palermo Today - 20 novembre 2023

Parco della Favorita, luna park una volta l'anno o risorsa quotidiana?

Francesco Palazzo

Ogni volta che si chiude o si apre, dipende sempre dal punto di vista da cui si guardano le cose, il Parco della Favorita ci complimentiamo con noi stessi. Solo che accade ormai molto raramente. L'ultima volta è successo questa domenica appena trascorsa, in occasione della Maratona di Palermo. Quello che doveva diventare il nuovo Teatro Massimo, così era stato ufficialmente affermato alcuni anni addietro, è in realtà rimasto quello che è sempre stato, un luogo dove transitano mezzi a motore. Un vero peccato. Lo diciamo da tanto troppo tempo. Alcuni anni fa, proprio perché si parlava di nuovo Teatro Massimo, era circolata l'idea di nominare un sovrintendente come accade proprio per il Massimo. Ma è rimasta una bellissima idea chiusa dentro il recinto delle buone intenzioni. Si era ipotizzata a tal fine la creazione di una fondazione tra pubblico e privato.

Probabilmente magari prima o poi spunterà fuori qualcosa del genere. Non sappiamo. Intanto siamo ad oggi. E in ogni caso, prima di perseguire e ottenere l'ottimo, che se va bene (mettiamoci a Palermo un centinaio di se) richiederà tempi troppo lunghi per gli spazi temporali limitati delle nostre vite, si potrebbe partire dal sufficiente. Anche un "6 meno meno" alla fine andrebbe bene alle nostre latitudini. Dal punto di vista viario si potrebbe procedere infatti con ordinari provvedimenti sulla viabilità. Nessun miracolo. Solo normalità. Senza che si debba ottenere per forza tutto e subito. Che in genere è la premessa per non ottenere nulla. Occorre tenere presente, quando si parla di Parco della Favorita, la necessità di mantenere i collegamenti con il pezzo di città, Mondello in primo luogo, che c'è oltre la Favorita. Ma va anche considerato a tal proposito che vi sono almeno 4 vie alternative per arrivare a Mondello, quella che passa da Vergine Maria e si inoltra attraverso l'Addaura, poi quella che va da Via Castelforte, inoltre quella che passa da Pallavicino, infine il collegamento autostradale. C'è poi una quinta alternativa. Non chiudere i due assi all'interno della Favorita lasciandone uno aperto alle auto.

Peraltro durante i mesi estivi, diciamo da inizio giugno a fine settembre, si dovrebbe non toccare nulla. Cioè si potrebbe chiudere alle auto solo una strada dentro la Favorita da inizio ottobre a fine maggio, periodo delle festività di fine anno escluso. Penso che, così affrontata la cosa, vi sarebbero margini molto ragionevoli di discussione e si potrebbe iniziare da subito, anziché fare questi esperimenti una volta l'anno quando va bene. Se si vuole si può esordire con i fine settimana. Perché quello che ci serve è l'utilizzo continuo del Parco della Favorita. Non l'apertura una tantum con bande e mirabilie varie. È molto difficile immaginare un'altra grande metropoli che avendo un parco così grande lo utilizzi solo per farci transitare i mezzi motorizzati. Ogni volta che si fa qualche attività, chiudendo timidamente il Parco della Favorita, si scomoda da più parti il Central Park di New York. Basta dare un'occhiata a quel polmone verde e a come viene usato per capire quanto siamo sideralmente lontani da esso.

Per carità, si facciano pure tutti i paragoni possibili e immaginabili. Un’iperbole non si nega a nessuno. Ma considerato il punto da dove partiamo con il nostro parco, mi pare più un esercizio retorico che altro. Paragonarsi a ciò che il Parco della Favorita mai sarà significa soltanto far trascorrere inutilmente anni e generazioni quando si potrebbe iniziare a fare qualcosa di immediato e concreto. Tipo chiudere, come proposto, intanto da ottobre a maggio una sola arteria, all’inizio magari per i fine settimana. Poi il resto si vedrebbe passo dopo passo. Ma buttare ogni volta la palla in calcio d'angolo scomodando la luna del Central Park significa rimanere immobili aprendo una volta l'anno, quando va bene, il parco giochi. Non siamo più bambini e non abbiamo bisogno del parco giochi. Per aprire il Parco della Favorita non si può attendere ogni volta la fumata bianca come se si trattasse dell'elezione del papa. Perché la serie A non si può pretendere solo dai rosanero, che negli ultimi quattro anni hanno lavorato bene e al momento rappresentano uno dei pochi progetti con una visione. Ma dall'intero sistema città, che ci vede tutti dentro e che da tanto tempo, per usare un eufemismo, non è che lavori benissimo.

Dal sito del giornale

https://www.palermotoday.it/social/segnalazioni/parco-della-favorita-luna-park-una-volta-l-anno-o-risorsa-quotidiana-lettera.html?fbclid=IwAR0WEoJIG2szxJIW2UCkTuJy4qrYTDCSS-Pr9jDWOdC99oK9j5OO5pexNgI

Da facebook

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Palermo Calcio. Il tifo maturo che non deve guardare il dito ma la luna.

PALERMOTODAY – 14 NOVEMBRE 2023

   C'è un tifoso pro Corini: "Io abbonato, non mi sento rappresentato dalla contestazione"

                                                                  Francesco Palazzo 

Con riferimento alle attuali vicende del Palermo calcio, in qualità di tifoso abbonato non mi sento rappresentato dai cori fuori dallo stadio dopo la partita con il Cittadella. Per la verità neppure da quelli dentro lo stadio, spesso poco urbani e antisportivi, come fischiare la formazione avversaria o gli sparuti gruppi di tifosi delle squadre ospiti rinchiusi letteralmente dentro una gabbia. Non parliamo del materiale pirotecnico utilizzato illegalmente, a volte vere e proprie bombe, causa di ripetute multe che prende la società, anche per le fonti luminose dirette contro i giocatori delle squadre avversarie e gli arbitri. Comportamenti incivili di quanti dentro lo stadio ritengono di potere fare e dire ciò che vogliono. Anche tirare di tutto dentro il campo da gioco. Recentemente il Palermo è stato sanzionato perché un accendino ha colpito l’arbitro. Il Barbera deve essere sempre più un luogo attrattivo per le famiglie. Ci guadagnerebbe la civiltà e si avrebbero molti più tifosi normali. Dove per normale si deve intendere una persona che tiene ai rosanero, si dispiace se le cose non vanno bene e nel caso critica, o esulta nei momenti migliori, ma che non varca gli ingressi del Barbera per fare la guerra con parole, comportamenti e gesti che fuori verrebbero immediatamente perseguiti codice penale alla mano.

Chissà quando sarà possibile assistere a una partita con tifosi avversari sistemati dove vogliono. Chissà quando si potrà vedere in pace una gara senza il perimetro divisorio molto fastidioso che separa gli spettatori dal campo. Chi non salta è civile, non chi non salta è catanese, si potrebbe finalmente cantare. Ecco, la serie A sarebbe innanzitutto questo. Se ancora non è così la colpa è di poche migliaia di sedicenti “tifosi”. Trasferiamoci dentro la tempesta di critiche che investono il Palermo calcio al momento e per la verità a partire dal risultato finale dello scorso campionato. Sia chiaro, in Italia ci sono milioni di commissari tecnici della nazionale in servizio permanente effettivo. Tuttavia occorre tenere in considerazione i fatti. Che può essere procedura fastidiosa ma molto consigliabile. I rosanero sono stati ripresi pochi anni fa, cioè nel 2019, dal fondo in cui erano caduti. E ciò grazie a un imprenditore palermitano, Dario Mirri. Che rischiando del proprio e facendo dunque fatti più che parole, sport quest’ultimo nel quale a Palermo moltissimi sono più che bravi, ha ripreso la società riportandola subito in C.

Dopo un primo torneo di vertice in C, il secondo anno la compagine di Viale del Fante è tornata in B. E qua assistiamo a un passaggio estremamente importante. La squadra di punta del calcio siciliano viene messa sapientemente nelle mani di una holding sportiva di prima grandezza a livello mondiale, il City Football Group. Mirri rimane presidente e tifoso. E quanto sia tifoso che segue tutte le partite in piedi lo vedo dal mio seggiolino in tribuna allo stadio. Questa storia la conosciamo, ma è bene rammentarla perché a Palermo ci si scorda subito di tutto. E' vero che il Palermo calcio negli anni precedenti aveva calcato da protagonista la seria A. Ma non si assicurò allora, tutt’altro, un passaggio che desse continuità a quel periodo. Cosa che adesso si è fatta e non era per nulla scontato. Ogni volta che i tifosi si abbandonano a commenti distruttivi, allo stadio e sui social, dovrebbero fare mente locale su tale consolidato quadro sportivo e finanziario. Che ha portato in dote pure risultati e certamente altri ne verranno su tali basi. Nel primo anno di B, dove i tantissimi tifosi commissari tecnici si sono fatti apprezzare con critiche affilatissime, il Palermo ha ottenuto gli stessi punti dell'ultima squadra ammessa ai playoff per accedere nella massima serie.

Nel campionato in corso, che è ancora abbastanza lungo, naviga su posizioni di testa ed ha tutte le chance di agganciare una delle due posizioni che assicurano l'accesso in A. Certo, si possono pure vincere tutte le partite. Ma in un campionato molto lungo è fisiologico avere periodi di calo anche importanti e poi occorre tenere presente che in campo ogni partita c'è la fastidiosa presenza della squadra avversaria. Magari, andrebbe detto ai molti “tifosi” che si lamentano, Palermo fosse in testa alla classifica, vicina alla A, in tanti importanti e fondamentali indicatori della qualità della vita. Che invece, classifica dopo classifica e anno dopo anno, la vedono in coda insieme agli altri capoluoghi di provincia siciliani e del mezzogiorno. E va detto che i responsi impietosi di tali graduatorie sono in quota parte considerevole addebitabili proprio agli stessi cittadini, di cui la massa dei tifosi costituiscono un completo spaccato economico e sociale, che certo non vivono a Palermo con livelli di cittadinanza finlandesi.

Qualcuno ha obiettivi e programmi importanti sul Palermo calcio. Programmi e obiettivi sono merce rara alle nostre latitudini. Magari ve ne fossero tanti così solidi sulle tante città di cui è composta la nostra metropoli. Molti “tifosi” avevano già mentalmente acquisito la Serie A nelle loro teste. Devono avere un po’ di pazienza e vero amore verso i colori della propria squadra. Esultare quando si vince è sin troppo facile. Capire il contesto e non pretendere tutto e subito richiede una maturità che si deve conquistare in primo luogo sugli spalti. L’importante è sapere che il percorso è quello giusto. E per me, tifoso abbonato, la strada tracciata è abbastanza chiara.


Articolo dal sito del giornale

https://www.palermotoday.it/social/segnalazioni/palermo-cittadella-cori-tifosi-esonero-corini.html 

Da facebook 

https://www.facebook.com/PalermoToday/posts/pfbid0228M3cDNVYhXYr6Pt7WLegZdhDvQUNM9AJw34FbGSZQ8h6qRjxumz6P8apYLuiLrNl 

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