martedì 12 marzo 2019

Tusa, Borruso e i siciliani che tracciano per tutti la buona strada.



La Repubblica Palermo – 12 marzo 2019
Ripartiamo dai siciliani giusti
 Francesco Palazzo

Doveva essere un aereo che cade molto lontano dalla Sicilia a spazzare, dai social e dai discorsi che si sentono nelle relazioni fisiche, mesi di brutali parole senza senso. 
È una tregua, molto breve, lo sappiamo. Ma almeno ci dà lo spazio e l’occasione, considerato che una delle vittime in Etiopia, Sebastiano Tusa, era siciliana, di ricordarci cosa servirebbe alla Sicilia per cambiare passo.
Passione, competenza, disponibilità, generosità, la politica vissuta come servizio, capacità di lavoro, serietà, amore per la propria terra, umiltà. All’unanimità sentiamo che erano tra le caratteristiche di questo siciliano. 
Proprio in questi ultimi giorni è andato via pure Enzo Borruso, medico, scrittore, giornalista, vicino ai disabili, volontario, difensore dei diritti delle donne, dello stesso spessore umano e professionale. Quante persone ci sono in questa terra come loro?
Non saranno tantissime, magari. Ma siamo sicuri che, pure tra i tanti giovani che vanno via, ne potremmo rintracciare un certo numero per dare un presente e un futuro diversi e migliori alla nostra regione. Proviamoci.

giovedì 7 marzo 2019

PD, fai vivere il popolo delle primarie oltre i gazebo


La Repubblica Palermo – 7 marzo 2018
I dimenticati delle primarie
Francesco Palazzo
Le primarie del PD, come sempre, sono state molto partecipate da una fetta di elettorato, non incasellabile nelle correnti in cui è diviso il partito, che ritiene ancora utile una formazione politica riformista. 
Tali consultazioni sono una costante virtuosa che i democratici hanno introdotto nello scenario politico.
Sinora però, chiuse le urne, queste persone, paganti, non vengono coinvolte nell’attività politica.
Non si è mai proceduto a stilare un’anagrafe dei votanti ai gazebo. Uno spreco per quello che si può identificare, a norma di statuto, che individua iscritti ed elettori quali elementi fondanti, come il partito delle primarie. Peraltro, quanti vanno ai seggi lasciano dei riferimenti che li rendono contattabili. 
In Sicilia, gli 80 mila che si sono messi in coda il 3 marzo, costituiscono una solida base di costruzione del consenso e di militanza difficilmente oggetto di inquinamenti. Rispetto ai quali nessuno può dirsi esente.
Fossi nei panni dei tesserati piddini, li andrei a cercare casa per casa. Chiedendo loro cosa fare nell’isola e cercando di moltiplicarne il numero.

venerdì 1 marzo 2019

Le risposte che non abbiamo saputo dare alla signora Augusta Schiera


La Repubblica Palermo – 1 marzo 2019

Le parole che mancano a una madre
Francesco Palazzo

Le parole che ci mancano, anche se in realtà sono i soli che parlano da sempre, non ce le aspettiamo dai mafiosi. 
La lotta alla mafia, dagli albori della storia repubblicana, è costellata da troppi buchi neri che l’hanno favorita. Se Cosa nostra esiste ancora è perché lo Stato, tutti noi che lo componiamo nelle sue tante articolazioni, non ha fatto per intero la propria parte.
Non soltanto per le complicità dirette e intenzionali. Ma soprattutto per le omissioni, le tante parole e i tanti pezzi mancanti, per usare il titolo di un libro di Salvo Palazzolo, che nutrono da sempre la presenza tra di noi della criminalità organizzata. 
La signora Augusta Schiera, appena scomparsa, ha lottato per 30 anni. Voleva sapere in quale buco nero erano finiti suo figlio Nino Agostino, agente di polizia, sua nuora Ida e la creatura che portava in grembo. 
In tre decenni non siamo riusciti, a lei come ad altri familiari di vittime per mano mafiosa, a dare risposte. 
Forse un giorno la mafia sarà sconfitta. Questa data sarà più vicina nella misura in cui la smettiamo di portarci appresso misteri e silenzi.