La Repubblica Palermo – 1 marzo 2019
Le parole che mancano a una madre
Francesco Palazzo
Le parole che ci mancano, anche se in
realtà sono i soli che parlano da sempre, non ce le aspettiamo dai mafiosi.
La
lotta alla mafia, dagli albori della storia repubblicana, è costellata da
troppi buchi neri che l’hanno favorita. Se Cosa nostra esiste ancora è perché
lo Stato, tutti noi che lo componiamo nelle sue tante articolazioni, non ha
fatto per intero la propria parte.
Non soltanto per le complicità dirette e
intenzionali. Ma soprattutto per le omissioni, le tante parole e i tanti pezzi
mancanti, per usare il titolo di un libro di Salvo Palazzolo, che nutrono da
sempre la presenza tra di noi della criminalità organizzata.
La signora Augusta
Schiera, appena scomparsa, ha lottato per 30 anni. Voleva sapere in quale buco
nero erano finiti suo figlio Nino Agostino, agente di polizia, sua nuora
Ida e la creatura che portava in grembo.
In tre decenni non siamo riusciti, a
lei come ad altri familiari di vittime per mano mafiosa, a dare risposte.
Forse
un giorno la mafia sarà sconfitta. Questa data sarà più vicina nella misura in
cui la smettiamo di portarci appresso misteri e silenzi.
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