La Repubblica Palermo – 7 marzo 2018
I dimenticati delle primarie
Francesco Palazzo
Le primarie del PD, come sempre, sono
state molto partecipate da una fetta di elettorato, non incasellabile nelle
correnti in cui è diviso il partito, che ritiene ancora utile una formazione
politica riformista.
Tali consultazioni sono una costante virtuosa che i
democratici hanno introdotto nello scenario politico.
Sinora però, chiuse le
urne, queste persone, paganti, non vengono coinvolte nell’attività
politica.
Non si è mai proceduto a stilare
un’anagrafe dei votanti ai gazebo. Uno spreco per quello che si può
identificare, a norma di statuto, che individua iscritti ed elettori quali
elementi fondanti, come il partito delle primarie. Peraltro, quanti vanno ai
seggi lasciano dei riferimenti che li rendono contattabili.
In Sicilia,
gli 80 mila che si sono messi in coda il 3 marzo, costituiscono una solida base
di costruzione del consenso e di militanza difficilmente oggetto di
inquinamenti. Rispetto ai quali nessuno può dirsi esente.
Fossi nei panni dei tesserati piddini, li
andrei a cercare casa per casa. Chiedendo loro cosa fare nell’isola e cercando
di moltiplicarne il numero.
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