Nel recente passato la Formula 1della Red Bull, nel presente la ruota panoramica dell'Aperol. In futuro potrà essere un altro evento di questo tipo a provocare discussioni e distinguo che francamente potrebbero essere indirizzati altrove. Non per fare del benaltrismo, ma perché intanto questo tipo di circostanze, assolutamente circoscritte nel tempo e nello spazio, ci lasciano un guadagno d'immagine a costo zero che nessuna, seppur costosissima, campagna promozionale potrebbe eguagliare. Una qualsiasi bancarella impiantata per settimane tra le Piazze Ruggero Settimo e Castelnuovo, non consegna nulla in tal senso e sarebbe perciò sempre da evitare. Il sensazionale richiamo pubblicitario di questi appuntamenti non risolve le lacune della città? Ma perché, non concedendo le autorizzazioni a brand importanti i guasti del capoluogo si sanano magicamente? Per nulla. Dobbiamo farcene una ragione ed essere in grado di tenere distinti e distanti due aspetti. Il primo si riferisce all'attrattivita turistica del capoluogo. Le ruote, le Formule uno e quant'altro potrebbe esserci proposto, non servono ai palermitani ma a chi ci guarda da fuori e può decidere di scegliere il nostro territorio come meta di svago. L'altro giorno in aereo il giovane che era seduto davanti a noi, riferendo a un suo coetaneo dei suoi giorni a Palermo, stava infatti rientrando a Bologna, riferiva, testuali parole, di una città da dieci e lode. Stessa opinione ci ha trasferito la responsabile di un negozio d'antiquariato che è stata di recente sul suolo palermitano. I turisti guardano determinate cose, non possono e non vogliono interessarsi a ciò che non funziona e del resto è quello che facciamo noi quando ci troviamo fuori dalla nostra terra. Tutto il resto, ossia la quotidianità, invece ci riguarda come feriali fruitori della nostra comunità, che è poi un insieme di luoghi. Il tempo per le polemiche, e gli aspri confronti se è il caso, e delle eventuali proposte a chi amministra, lo dobbiamo riservare a quest'altra faccia della medaglia. Rispetto alla quale le grandi campagne pubblicitarie non spostano per i residenti di una virgola il tanto, perché è tanto, che non gira come dovuto sotto Monte Pellegrino. Per dire. Tra alcuni mesi si andrà al voto per eleggere chi amministrerà Palermo dal 2022 al 2027. A voi pare che il dibattito abbia raggiunto, o possa toccare nell'immediato tempo che abbiamo davanti, il livello che sarebbe opportuno per una metropoli che presenta per chi ci abita, non per il flusso turistico, tante e annose difficoltà e parecchie, troppe, potenzialità inespresse? Si naviga a vista, spostando le umorali ed egoistiche pedine della politica politicante. Senza trovare il tempo per fare altro. Palermo, quella che appartiene a chi dovrà continuare a viverci, non per alcuni giorni di relax, ma per sempre, e quella che è appartenuta ai tanti giovani con istruzione superiore che sono già andati via, rimane fuori dai radar. Non è la ruota impiantata per qualche giorno il problema. Ma le piccole ruoticine, invisibili ma fondamentali, che fanno parte del motore di questa città. Le quali devono ricominciare a girare bene e funzionare ogni giorno. Soprattutto per i palermitani. Facciamoci allora un bel giro sulla ruota. Sperando che presto ce ne possa essere una in pianta stabile come in molte altre città. Ma non perdiamo la consapevolezza che la capitale della Sicilia ha da risolvere altrove i suoi mille quotidiani dilemmi.
sabato 9 ottobre 2021
Palermo: la ruota che gira e i due piani da non confondere
Nel recente passato la Formula 1della Red Bull, nel presente la ruota panoramica dell'Aperol. In futuro potrà essere un altro evento di questo tipo a provocare discussioni e distinguo che francamente potrebbero essere indirizzati altrove. Non per fare del benaltrismo, ma perché intanto questo tipo di circostanze, assolutamente circoscritte nel tempo e nello spazio, ci lasciano un guadagno d'immagine a costo zero che nessuna, seppur costosissima, campagna promozionale potrebbe eguagliare. Una qualsiasi bancarella impiantata per settimane tra le Piazze Ruggero Settimo e Castelnuovo, non consegna nulla in tal senso e sarebbe perciò sempre da evitare. Il sensazionale richiamo pubblicitario di questi appuntamenti non risolve le lacune della città? Ma perché, non concedendo le autorizzazioni a brand importanti i guasti del capoluogo si sanano magicamente? Per nulla. Dobbiamo farcene una ragione ed essere in grado di tenere distinti e distanti due aspetti. Il primo si riferisce all'attrattivita turistica del capoluogo. Le ruote, le Formule uno e quant'altro potrebbe esserci proposto, non servono ai palermitani ma a chi ci guarda da fuori e può decidere di scegliere il nostro territorio come meta di svago. L'altro giorno in aereo il giovane che era seduto davanti a noi, riferendo a un suo coetaneo dei suoi giorni a Palermo, stava infatti rientrando a Bologna, riferiva, testuali parole, di una città da dieci e lode. Stessa opinione ci ha trasferito la responsabile di un negozio d'antiquariato che è stata di recente sul suolo palermitano. I turisti guardano determinate cose, non possono e non vogliono interessarsi a ciò che non funziona e del resto è quello che facciamo noi quando ci troviamo fuori dalla nostra terra. Tutto il resto, ossia la quotidianità, invece ci riguarda come feriali fruitori della nostra comunità, che è poi un insieme di luoghi. Il tempo per le polemiche, e gli aspri confronti se è il caso, e delle eventuali proposte a chi amministra, lo dobbiamo riservare a quest'altra faccia della medaglia. Rispetto alla quale le grandi campagne pubblicitarie non spostano per i residenti di una virgola il tanto, perché è tanto, che non gira come dovuto sotto Monte Pellegrino. Per dire. Tra alcuni mesi si andrà al voto per eleggere chi amministrerà Palermo dal 2022 al 2027. A voi pare che il dibattito abbia raggiunto, o possa toccare nell'immediato tempo che abbiamo davanti, il livello che sarebbe opportuno per una metropoli che presenta per chi ci abita, non per il flusso turistico, tante e annose difficoltà e parecchie, troppe, potenzialità inespresse? Si naviga a vista, spostando le umorali ed egoistiche pedine della politica politicante. Senza trovare il tempo per fare altro. Palermo, quella che appartiene a chi dovrà continuare a viverci, non per alcuni giorni di relax, ma per sempre, e quella che è appartenuta ai tanti giovani con istruzione superiore che sono già andati via, rimane fuori dai radar. Non è la ruota impiantata per qualche giorno il problema. Ma le piccole ruoticine, invisibili ma fondamentali, che fanno parte del motore di questa città. Le quali devono ricominciare a girare bene e funzionare ogni giorno. Soprattutto per i palermitani. Facciamoci allora un bel giro sulla ruota. Sperando che presto ce ne possa essere una in pianta stabile come in molte altre città. Ma non perdiamo la consapevolezza che la capitale della Sicilia ha da risolvere altrove i suoi mille quotidiani dilemmi.
Iscriviti a:
Post (Atom)