mercoledì 31 gennaio 2018

Palermo. Possibile essere capitale delle cultura 2018 senza guerre di religione?


La Repubblica Palermo
31 Gennaio 2018 - Pag. I

La capitale di apocalittici e integrati

Francesco Palazzo


Con Palermo capitale della cultura è iniziata la guerra tra ipercritici per partito preso e contenti a prescindere. Due posizioni non conducenti per affrontare l’evento. Ben programmato e che si arricchirà. 
Tutto risolto? No, ma si può dire con serenità. Cosa che non succede agli entusiasti. Pronti al fuoco a vista. Palermo ha problemi seri. Non essere capitale della cultura li avrebbe risolti? Per nulla. Può aiutare ad affrontarli meglio? Possibile. 
Godiamoci quest’anno, vigiliamo sul governo della città e attrezziamoci a traslarne gli effetti nel futuro, senza aspettarci miracoli, mettendoci del nostro. 
Ho l’influenza, una martellata in testa peggiorerebbe il quadro. Aiutano le spremute d’arance. Beviamoci quest’anno come una bibita fresca, cerchiamo di stare meglio utilizzando la leva di visibilità che ci donerà, traendo le giuste valutazioni. Senza guerre preventive tra apocalittici e integrati, per citare Eco. 
La città capitale della cultura non è un colpo di clava in testa, tutt’altro, da usare gli uni contro gli altri. Entrambi i frontismi non aiutano Palermo e i palermitani.

domenica 28 gennaio 2018

Centrosinistra siciliano. Il 5 marzo ci troveremo al Baby Luna. O non ci incontreremo mai.

La Repubblica Palermo - 27 Gennaio 2018

LA SINISTRA E IL MODELLO DEL RINVIO

Francesco Palazzo




Si sarebbe iniziato a governare bene Palermo dopo le regionali del 2017, si capì. Meglio dopo le politiche del 2018, si intuisce adesso. Perché non dopo le europee del 2019? A quel punto già si vedranno le comunali del 2022. 
Ironia a parte, il modello Palermo, vincente nella quinta città italiana, poteva essere valido. Intanto per le regionali. Che si è preferito straperdere. 
Ora lo stesso quadro frantumato, che ha ragioni nazionali ma che nell'isola avrà il più basso punto di caduta (siamo o no laboratorio?), si appende alle politiche. 
Con una fuga dalle liste su cui ieri ragionava Enrico del Mercato e un pessimo risultato siciliano, che influenzerà molto il dato nazionale, già scritto. 
Sul quale i voti approdati nelle ultime ore ai democratici palermitani poco aggiungono. Dopo il tornado del 4 marzo, dove il centrodestra (anni fa dichiarato disperso), e i cinque stelle faranno il pieno, si ricomincerà in pochi nei pressi di PD, Liberi e Uguali e sinistra sparsa. 
E forse, per usare una citazione utilizzata da Claudio Reale ieri su queste pagine, sembrerà pure grande un tavolo al Baby Luna.

giovedì 25 gennaio 2018

Bandiere arancioni ai comuni, Sicilia ultima.

Repubblica Palermo

24 gennaio 2018

IL TURISMO CHE AMMAINA LE BANDIERE

Francesco Palazzo


Dal 1998 il Touring Club assegna le bandiere arancione per i borghi, con meno di 15mila abitanti, più virtuosi, belli e culturalmente impegnati a preservare i territori. 
Diciannove quelle annunciate nel 2018. Selezione severa e verifica del mantenimento degli standard. 
Su 2.800 richieste, solo l'8 per cento accolte. I risultati ci sono: più 45 e 83 per cento di arrivi e strutture ricettive.
Sinora le bandiere sono 227. E la Sicilia è ultima con un solo riconoscimento, che ha premiato Petralia Sottana. 
In cima il Centro-Nord, al Mezzogiorno vanno 42 bandiere (Puglia 13, Calabria 6, Abruzzo 6, Sardegna 6 Campania 4, Molise 4, Basilicata 2, Sicilia 1). 
Tutti i Comuni hanno difficoltà, ma ci sono realtà, anche al Sud, che scommettono sui propri territori. Quando parliamo di turismo e cultura come comparti con i quali si mangia, ricordiamoci di classifiche come questa. 
E domandiamoci quanto dipende dalle singole comunità e quanto dagli stanziamenti esterni, alibi ricorrente.
Se gli altri ci riescono, possiamo farlo anche noi. Lavorando di più e lamentandoci meno.

lunedì 22 gennaio 2018

Partito Democratico in Sicilia. Può fare più buio di mezzanotte.

La Repubblica Palermo - 21 gennaio 2018

L'ETERNA MEZZANOTTE DEI DEM SICILIANI

Francesco Palazzo



Per il PD siciliano vale l'opposto del modo di dire «non può fare più buio di mezzanotte». Da dieci anni è in continua terapia di gruppo.

Accumula sconfitte, anche quando vince, e analisi politiche errate. Già avrebbe dovuto completare l'album degli sbagli, invece c'è sempre una pagina da riempire. Pare non esserci fine alla lista di pietanze modeste che mette nel menù dell'Isola.

Una regione che ha bisogno, più di altre, di un partito riformista autorevole. Dopo la scoppola alle regionali e la perdita d'identità alle comunali palermitane, è probabile una brutta sconfitta alle politiche di marzo. 

Giorni fa Renzi, a Caltagirone, ha rilanciato l'appello ai liberi e forti di don Sturzo. Ma ai suoi avrebbe dovuto ricordarlo. Nel Pd le donne e gli uomini liberi e forti ci sono. Ma essendo impegnati in guerre intestine senza tregua, non facendo in tal modo del bene a loro stessi e alla Sicilia, le loro azioni risultano deboli e incatenate. 

Gli eredi delle solide tradizioni cattolico-democratiche e socialdemocratiche usciranno dalla perenne mezzanotte in cui sembrano immersi?

mercoledì 17 gennaio 2018

Piste ciclabili a Palermo. I fatti contro le buone intenzioni.


La Repubblica Palermo
17 gennaio 2018 - Pag. I
Se alla politica i ciclisti non piacciono
Francesco Palazzo


Sulle piste ciclabili Palermo, città pianeggiante e dal clima invidiabile come poche, non riesce a muoversi dalle buone intenzioni. Che fanno notizia ma non politica.
Che è dove metti le cose che fai e i soldi pubblici per farle, non dove posizioni le parole. 
È servito a poco l’aver sistemato le bici nelle postazioni bike sharing.
Rimangono parcheggiate. 
Se non predisponi i luoghi dove le due ruote, comunali e private, riescano a marciare in sicurezza, non si possono che osservare situazioni al di sotto delle attese.
Il risultato è che i ciclisti si vedono col cannocchiale. Ed è un peccato. 
Se si favorisse, in tutta la città, non solo nella zona centrale, questo tipo di spostamento, a Palermo praticabilissimo più che al nord, dove hanno cattivo tempo ma infrastrutture ciclabili serie, si alleggerirebbe ovunque il traffico veicolare. Altro che ZTL.
Siamo andati sulla luna qualche tempo fa. 
Riusciremo a Palermo ad utilizzare, tutti e sempre in sicurezza, un mezzo semplice, ecologico e antico? 
A oggi, spiace constatarlo, prevalgono più tentennamenti e marce indietro che passi in avanti.

lunedì 15 gennaio 2018

La cultura civica dei palermitani e Palermo capitale della cultura.

La Repubblica Palermo

14 gennaio 2018

IL BIGLIETTO DEL BUS FRONTIERA DI CIVILTÀ

Francesco Palazzo


Non c'è colore politico che tenga. In questa città, vinca il centrodestra o il centrosinistra, non si riesce a risolvere un problema atavico. Tranquilli. Non parliamo del Parco della Favorita (a proposito, non si doveva nominare un sovrintendente?), questione più complicata da affrontare del ponte sullo stretto. Ma del semplice pagamento dei ticket sui bus. E qui, come da copione, potremmo dire che la colpa è di quelli di prima. Senonché questo valeva per la passata legislatura. Ora quelli di prima sono quelli di adesso. Ed è possibile che in cinque anni, quasi sei, non si riesca a mettere su un sistema per far pagare chi entra in mezzi abbastanza contenuti? Non è che salendo sui bus ci s'immetta in delle praterie sconfinate che poi valli a prendere. Sono pochi metri quadri. Ora siamo diventati capitale della cultura.Termine che include molteplici accezioni. È possibile sperare che questa comunità, al netto degli eventi programmati, possa fare passi in avanti su diversi aspetti culturali in modo da migliorare il quotidiano ben oltre il 2018? L'augurio è che innanzitutto il cambiamento culturale sia dei palermitani. In modo che possano scoprire e vivere un concetto di cittadinanza, che fa a pieno titolo parte della cultura personale, un tantino più elevato di quello che possiedono attualmente. Se dovessimo uscire dall'anno di capitale della cultura così come ci stiamo entrando rimarremmo fermi tutti sullo stesso punto. E ciò vale pure per chi amministra. Perché, prendendo come esempio i portoghesi sui bus, c'è la cultura del pagare un servizio pubblico, ma pure quella del farselo pagare. I grandi cambiamenti iniziano dalla ferialità, altrimenti manco dieci anni di capitale di quello che vogliamo basteranno a costruire un futuro migliore. Lo abbiamo visto con Palermo capitale dei giovani 2017.Siamo arrivati al 31 dicembre e i giovani, i pochi che restano e i molti che se ne vanno o se ne stanno andando, manco hanno sentito l'odore di un mutamento di prospettiva che riguardi le loro giovani vite. Tornando ai bus, la soluzione, nel caso specifico, non è militarizzare i mezzi. Con il fucile puntato si obbligano i palermitani, su alcune corse e per periodi limitati, tipo quando scatta il solito quarto d'ora di legalità, a infilare questo benedetto biglietto nell'obliteratrice. È una dichiarazione di resa. Che un'amministrazione non può permettersi se vuole governare una città e non mettere pezze che non risolvono nulla. Sappiamo, più o meno, qual è la risposta. Al momento non ce la facciamo, non abbiamo le risorse umane. Prendiamo atto, anche se "questo momento" dura da decenni e non si capisce cosa caspita ce ne facciamo di tutti questi precari con i quali continuiamo a ingrassare, a carico della fiscalità generale, gli uffici pubblici. Tuttavia, usiamo quello che abbiamo. E visto che ci ritroviamo sul petto questo scudetto per il 2018, proviamo un approccio culturale. Non risolve immediatamente il problema, ma è un punto di partenza per dipanarlo domani. Vi ricorderete la campagna, ci sono ancora tracce, con la faccia del borseggiatore e la scritta Non ti vogliamo sui nostri bus. Ecco la proposta. Riempire tutte le vetture Amat di avvisi di questo tipo. Sono graditi solo i viaggiatori paganti. Chi non paga mette a rischio un servizio pubblico. I borseggiatori sono certo ladri, ma rubano ai singoli, coloro che non pagano il biglietto sottraggono a tutta la collettività. Dunque, alla lunga, sono più nocivi.

venerdì 5 gennaio 2018

Essere o non essere. Ovvero, la Sicilia e il ciclo dei rifiuti.

La Repubblica Palermo

4 gennaio 2018

L'ETERNO DILEMMA DELL'IMMONDIZIA

Francesco Palazzo


Il tema dei rifiuti, produzione, conferimento e smaltimento, c'investe ogni giorno. L'orizzonte è la differenziata, con la Sicilia in coda. Nei sistemi evoluti gli scarti sono un'opportunità, da noi un dilemma. Ondeggiamo tra discariche, immondizia che viaggia e termovalorizzatori. Dibattito ampio ma senza approdo. 

Abbiamo due problemi. Quello ideologico, di termovalorizzatori non si deve parlare. Il secondo è l'indecisione degli ultimi decenni nel momento delle scelte. 

Poi ci sono le domande. Ci si potrebbe chiedere perché nel resto d'Italia vi siano decine tra termovalorizzatori e inceneritori e come mai nella civilissima Vienna, dal 1971, vi sia un termovalorizzatore, seconda fonte di teleriscaldamento della città, disegnato da un ecologista. Si teme che la mafia s'interesserebbe a tali appalti? A parte il fatto che nelle discariche si è già introdotta, sta a noi tenerla lontana. 

Riuscirà il sistema dei rifiuti siciliano a capire cosa farà da grande? A tutti noi, politica istituzionale e società che produce politica, l'ardua sentenza.