LA REPUBBLICA PALERMO – VENERDÌ 29 MAGGIO 2009
Pagina XVI
CHI CI GUADAGNA NEL CAOS REGIONE
Francesco Palazzo
Pagina XVI
CHI CI GUADAGNA NEL CAOS REGIONE
Francesco Palazzo
Quando un presidente di Regione non ha più una maggioranza non convoca una conferenza stampa. Va davanti al parlamento regionale e chiarisce le tue intenzioni. Se lì esso verifica di non avere più il sostegno delle forze politiche della sua coalizione resta solo una cosa da fare. Tornare dagli elettori. Questo prevede la democrazia rappresentativa. Finché non troviamo qualcosa di più funzionante, sarebbe bene seguirne almeno le regole principali. Se si percorrono altre vie o impervie scorciatoie, per quanto abili e spregiudicate possano apparire, si rischia solo di fare confusione. Nella quale torti e ragioni si mescolano in un frullatore dal quale, prima o poi, esce fuori una melassa. Per comprendere quello che accade alla Regione è necessario mettere da parte i fiumi di parole di questi giorni e chiederci chi ci guadagna. Certamente non trae utilità dal balletto politico la Sicilia. I cui tanti problemi irrisolti e incancreniti - così come non si sono giovati nell´ultimo anno dell´operato del governo Lombardo - non troveranno beneficio da un esecutivo che dovrà andarsi a cercare volta per volta il consenso in aula. Ma scusate, non è esattamente quanto accaduto con il governo appena decaduto? Dove sta la novità? Qual è il passo in avanti? Ricorderete ciò che è successo sulla sanità. Un piano del governo e uno della maggioranza, con l´opposizione che cercava di infilarsi tra le pieghe. E poi il nascere di un qualcosa che chiamarla riforma ci vuole molta buona volontà. Forse dal nuovo corso ci guadagnerà la democrazia? Il corpo elettorale, quello che ha votato alle regionali del 2008, aveva scelto una maggioranza, sostenendola con un voto plebiscitario. Adesso si ritrova una configurazione politica che non si capisce bene cosa è e che viene messa in campo sopra la sua testa. Con decisioni che giungono da Roma, con notizie che planano direttamente dalle trasmissioni di approfondimento politico. Tanto che ci si può cominciare a chiedere a cosa serva l´elezione diretta di un presidente e della sua maggioranza. Entrambi inseriti in un´unica scheda elettorale. C´è, quindi, un secondo sconfitto, oltre la Sicilia. È il concetto stesso di democrazia rappresentativa. Il popolo elegge, gli eletti rispettano il mandato ricevuto. Cosa dire, poi, dell´Assemblea regionale costretta a riaprire, come un qualsiasi consiglio condominiale, nell´ultimo giorno di campagna elettorale? A proposito di elezioni. Pesantemente annichilita da questa situazione è pure l´Europa. Già in Sicilia se ne parlava poco e niente, figuriamoci adesso. Il voto per il parlamento europeo si utilizzerà solo per misurare i rapporti d forza. Lombardo supererà il 4 per cento? E il Pdl andrà oltre il 50? E il Partito democratico riuscirà a tenere? Perché sì, anche i Democratici ci perdono. Aspetteranno gli eventi e i nomi degli assessori. Sarebbe stato così indecente chiedere le elezioni e presentare una mozione di sfiducia in parlamento contro Lombardo? Cosa ha da guadagnare il Pd, con una posizione attendista? Storicamente in Sicilia queste operazioni del «ci sto ma non si deve vedere» sono state sempre a perdere per la sinistra. Alla domanda iniziale abbiamo forse risposto in maniera inversa, sottolineando più chi ci perde e non chi ci guadagna da questa operazione. Perché probabilmente non ci ricava niente nessuno. Ma una speranza per trarre profitto da queste ore convulse c´è. Sono le elezioni anticipate. Tutti sarebbero costretti, finalmente, a fare delle scelte chiare e nette di fronte al popolo siciliano. E non delle trattative opache dentro le stanze del potere.