martedì 26 novembre 2024

Palermo Sampdoria, tra la cronaca del calcio e la Storia del tennis

 ROSALIO Il Blog di Palermo 

24 Nov 2024

Palermo – Sampdoria, dal Barbera e dintorni è (quasi) tutto

La cronaca e la Storia. I leoni da tastiera. Alcool allo stadio. Coppa Davis e Internazionali di Sicilia. Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Francesco Palazzo 

https://www.rosalio.it/2024/11/24/palermo-sampdoria-dal-barbera-e-dintorni-e-quasi-tutto/



Si torna al Barbera dopo la pausa e con un doppio impegno casalingo. Prima i blucerchiati della Sampdoria, il primo dicembre verrà lo Spezia, dove gioca l’ex Soleri. Che, visti i fatti, sarebbe stato meglio tenere sotto Monte Pellegrino. Prima del fischio d’inizio, considerati i primi risultati della quastordicesima giornata, i rosanero con tredici gare disputate sono fuori dai play off, collocandosi in nona posizione. In casa cinque punti in cinque partite, media retrocessione. Un po’ meglio lontani dal Barbera con 12 punti in otto partite. Totale 17 prima di Samp e Spezia. Ovviamente una stagione, quasi al giro di boa del girone d’andata, sinora abbastanza opaca. Un bilancio più nero che rosa al momento. Con 14 punti dalla prima e 13 dalla seconda in classifica.

I leoni da tastiera palermitani che seguono la squadra, avrebbero già cambiato due o tre allenatori, mandando via l’attuale proprietà. Chissà, magari poi mettendo loro i denari occorrenti per far vivere una società calcistica a questi livelli. Per loro andare in A dovrebbe essere un gioco da ragazzi. Meno male che, leoni da tastiera a parte e frequentori del Barbera che spesso perdono il senso della realtà, il Palermo è in ottime mani. In grado di assicurare un presente sereno e un futuro dove i risultati non potranno che arrivare. Dopo l’ultima sconfitta in casa la frase proveniente dagli spalti e rivolta a società e squadra, è stata “meritiamo di più”. Pure il Palermo si merita tuttavia supporter che guardino ai fatti. In cinque anni dal 2019, non in cinquanta, dopo che si è dovuti ripartire dalla D, la società di viale del Fante ha vinto due campionati e nelle due stagioni di B passate, oltre che in questa, ha stazionato in zona play off senza problemi.

A due passi dal Barbera ho visto una pubblicità, per la verità sparsa in tutta la città, che invita a bere alcolici, in particolare una birra, per avere energia da spendere dentro gli stadi per fare tifo per tutta la durata delle partite. Addirittura per essere tifosi fuoriclasse. In effetti, quando sono allo stadio, vedo tanta gente con bicchieroni pieni di birra che vanno e vengono, bevanda che a me piace ma non allo stadio Non credo che tifosi brilli o ubriachi possano determinare un tifo migliore e stadi più sicuri. Anzi, proprio dentro gji impianti sportivi vieterei la vendita di alcolici. In passato si è fatto. Nel 2022, in occasione di Palermo – Padova, si è vietata la vendita di alcolici e super alcolici fuori dallo stadio. Si dovrebbe fare sempre nel giorno delle partite e si dovrebbe estendere il divieto anche dentro lo stadio.

Non possiamo tacere che a Malaga gli azzurri, dopo averla vinta nel 2023 a 47 anni di distanza dalla storica finale cilena, si giocano la finale contro l’Olanda mentre è in corso Palermo-Sampdoria. E non possiamo non farlo perché, proprio a due passi dal Barbera si giocavano gli internazionali di Sicilia di tennis. Torneo nato nel 1935 e che purtroppo non esiste più dal 2011. E che nell’ultima edizione, anche se si chiamava a quel punto con un altro nome, vide vincitore l’attuale capitano non giocatore della nazionale di tennis. Era sia singolare maschile che femminile, doppio maschile e femminile nonché doppio misto. Dalla sede del circolo del tennis di Viale del Fante sono passati i più grandi nomi del tennis italiano e mondiale. Ricordo una finale dove vinse Borg contro Barazzutti. Allo stadio internet ha difficoltà, ma un po’ tutti seguiamo il campo di calcio e quello che accade a Malaga come meglio possiamo. L’unica cosa certa è che negli spalti del tennis ciascuno fa civilmente il tifo per i propri colori senza offendere nessuno. Nel calcio questa minima connessione di civica non si è ancora stabilita. Pensate che i pochi tifosi blucerchiati sono circondati da una trentina di addetti alla sicurezza.

Domani 25 novembre è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Ieri grande manifestazione a Palermo con più di 5.000 partecipanti. Dentro lo stadio proprio a ridosso dell’inizio della gara va in onda una bella scenografia di luci fucsia. Chissà quanti hanno capito, visto che nessuno ha fatto alcun cenno dagli spalti. Dal tifo organizzato, cui non sfugge pure la minima traccia di memoria, nulla. Zero. In luoghi, le curve, peraltro impregnate, dal linguaggio verbale a quello non verbale, di un forte maschilismo. Questa partita la perdono dagli spalti 10 a 0. La vince con eguale punteggio la società. La partita si gioca peraltro con un pallone rosso, nell’intervallo viene diramato un messaggio specifico sulla giornata di domani e scritte scorrono spesso.

La Samp prima di scendere in campo a Palermo ha 15 punti, due in meno del Palermo, e ne ha vinte due fuori casa. Ha fatto più gol del Palermo (16 contro 13), ma ne ha subiti di più (11 contro 18). C’è da dire che fuori casa ha fatto 8 punti, cioè più che in casa, 7. Del resto come il Palermo, che anzi oltre lo stretto ha racimolato di più, dieci punti fuori e 7 al Barbera. Insomma, Viale del Fante è in questo campionato una sede ostile, come se si giocasse in casa altrui. Per carità, non è che si possa vincere sempre tra le mura amiche. Ma se non si fanno molti più punti in casa che fuori la promozione diretta nella massima serie è ovviamente una chimera, che ci rimanda a una canzone del Gianni nazionale. Lui canta che se il suo cuore spera non sarà solo una chimera. Ma nel rettangolo verde il cuore non basta. Ammesso e non concesso che gli undici rosamero sotto Monte Pellegrino ci mettano sempre il cuore. A tal proposito le due gare interne ci diranno molto. Sia sul cuore che sulla classifica.

Il primo quarto d’ora, a parte un grave infortunio a un sampdoriano, va via senza che vi sia nulla da segnalare tranne due timide avance dei rosa e un tentativo più deciso. L’una e l’altra squadra giocano con le maglie tradizionali consegnate ormai alla storia del calcio. Intanto sul fronte Davis il primo singolare, che sostanzialmente equivale ad alzare per il secondo anno di fila la coppa al cielo, è in saccoccia.

I secondi quindici minuti iniziano con un Palermo sempre volitivo, quasi al ventesimo un bel tiro da fuori fa la barba al palo della Samp, poi un un’altra azione pericolosa di testa dei rosa va sopra la traversa. Quasi al trentesimo il centravanti rosa prova pure lui di testa, ma debolmente. Anche la Samp prova a essere pericolosa. Rispetto al calo vistoso di presenze delle ultime partite in casa, pare che siano aumentati gli spettatori.

Gli ultimi quindici minuti della prima frazione iniziano con la Samp avanti. Replica il Palermo, che attacca verso la nord, prima dalla fascia sinistra poi dalla destra. Poi di nuovo Samp sopra la traversa. Un colpo ciascuno. Pare adesso una partita di tennis. A proposito, aspettiamo la partita del numero 1 mondiale per scrivere ancora una volta il nostro nome sulla Davis. Intanto quasi al 38mo la Samp buca il Palermo con un ex dei rosa. 1 a 0. Lo spettro delle altre due partite perse al Barbera avanza. Il VAR conferma. Il tifo organizzato, con slogan assordanti vorrebbe apportare chissà quale spinta. Ma fanno solo casino. Nel recupero del primo tempo i rosa riescono a riprendere la Samp. 1 a 1. Piangiamo con un occhio. Fine primo tempo. Andiamo fuori a cercare campo per capire meglio a che punto è la finale Davis.

Ad inizio del secondo tempo la Davis sembra certa, il risultato al Barbera molto incerto. Al 7mo una punizione dei rosa da fuori trova il portiere blucerchiato pronto al quasi miracolo. Lo stesso si ripete al decimo. Il Palermo prova a raddoppiare con decisione, cercando di schiacciare la Samp sulla propria metà campo. Ma al 58 i doriani vanno vicini al raddoppio.

Il secondo quarto d’ora della seconda frazione, sotto un Monte Pellegrino oscurato dalle tenebre, inizia con una punizione dal limite dell’area dei doriani. Un metro dopo ed era rigore. Ma il VAR, compagno di strada del calcio moderno, annulla tutto. Al 69mo tiro del Palermo poco oltre la traversa. Sinner va nel frattempo al tie break nel primo set.

Siamo agli ultimi 15 minuti, la partita si fa noiosa e la colpa è del Palermo. Al 76mo un guizzo che equivale ad un gol mangiato dai rosa. Ormai una costante le occasioni mancate al Barbera, da parte di quelli che dovrebbero essere i padroni di casa ma sembrano sempre giocare fuori. Le sostituzioni spostano poco e niente. All’80mo punizione da sinistra verso la sud dove ora attacca il Palermo. Di pochissimo fuori la palla, non toccata da nessuno. Sinner porta a casa il primo set. Vicini alla meta mondiale. Ci vorrebbe un Sinner nel Palermo. Ad inizio di recupero la Samp va quasi in rete. Poi è il Palermo a sfiorare il gol. The end. Un pareggio che non può andare bene, i rosa hanno giocato non male ma non è possibile avere questo ruolino di marcia in casa. Non è possibile non riuscire a metterla dentro pur avendo diverse occasioni. Fischi alla fine. Appuntamento per l’1 dicembre con lo Spezia.

Sin qua la piccola cronaca di una partita modesta. Poi, uscendo dallo stadio, ho visto gli ultimi games che ci hanno fatto vincere la Davis per il secondo anno consecutivo. E questa non è più cronaca ma storia con la S maiuscola. Se fossimo un popolo maturo sportivamemte gireremmo le città italiane con la bandiera tricolore in mano. Ma in massa si vede solo il dio pallone. Ed è un grosso limite. Un giornalista, a tal proposito, ha raccontato il seguente aneddoto.

«Viaggiavo in auto e sulla radio nazionale interrompevano Berrettini per raccontare i gol della serie B. Qui sta succedendo una rivoluzione, e qualcuno non se n’è ancora accorto». Ecco. Meglio di così non si può dire. Controfirmo.


https://www.rosalio.it/2024/11/24/palermo-sampdoria-dal-barbera-e-dintorni-e-quasi-tutto/


venerdì 15 novembre 2024

Palermo: i tanti cervelli purtroppo non in fuga.

 Palermo Today  -10 novembre 2024

Cartacce, cicche e bottiglie tra gli scogli a Vergine Maria

Francesco Palazzo



Come possiamo definire i cittadini e le cittadine palermitani che deturpano la città? Si fa per dire, ovviamente, perché ciò che vedete in foto - ed è solo un piccolo esempio - è il contrario dell'essere e sentirsi cittadini. Cioè parte positiva della comunità in cui si vive. La foto è stata scattata sabato mattina 9 novembre da chi scrive. Ci trovavamo ad ammirare il mare dal belvedere di Vergine Maria: una vista stupenda. Eravamo seduti su una panchina a consumare un pranzo veloce e a bere qualcosa. Ebbene, sia nel belvedere ma soprattutto negli scogli sottostanti facilmente raggiungibili dai giovani, c'era veramente di tutto.

Potete notare tante bottiglie che prima del conferimento incivile contenevano birra, tanti pacchetti, vuoti ovviamente, di sigarette, cicche in quantita industriale, carte, fazzolettini, plastiche varie, vassoi post consumazione di dolci. Insomma, veramente di tutto. Molto difficile fare l'elenco completo. Facile invece definire chi mette in atto simili azioni. Si tratta di persone incivili, cervelli spenti purtroppo non in fuga. Ai quali pagheremmo volentieri un biglietto aereo, anche costoso, di sola andata. Così come pagheremmo felici un biglietto di solo ritorno alle tante belle teste che siamo costretti a vedere partire, per sempre, verso altre regioni italiane o fuori dall'Italia. Tutto perso? Non tutto, forse.

Mentre ragionavo su queste cose, vedo un bambino, avrà avuto dieci anni, che si diverte con uno dei giochi lì presenti e nel frattempo addenta un bel pezzo di rosticceria che mangia con gusto. A un certo punto gli cade il tovagliolo a terra. Prima cerca di spingerlo col piede e qua temo che lo lascerà lì a futura memoria. Del resto il contesto poteva indurlo a ritenerlo un gesto del tutto normale. Invece si china, riprende il tovagliolo in mano e lo va a depositare ridendo nel contenitore messo lì apposta a qualche metro. Non resta che augurarsi che questo cervello rimanga con noi e non sia tra qualche anno pure lui in fuga. E che come lui ve ne siano tanti in crescita che possano prendere in mano la città. Per rispettarla e amarla e non per deturparla.

https://www.palermotoday.it/social/segnalazioni/degrado-rifiuti-scogliera-vergine-maria.html?fbclid=IwY2xjawGkqqhleHRuA2FlbQIxMQABHbpHhN4hv5LmCqja5p-8KjDuIFiqll8aFfHpKRljICySKLMOfKe_urRakw_aem_1zyr6_pAd20vuL1ddTn2Bg

lunedì 4 novembre 2024

Palermo Cittadella - Tra partita e dintorni

 ROSALIO IL BLOG DI PALERMO

3 novembre 2024

PALERMO - CITTADELLA. DAL BARBERA E DINTORNI È (QUASI) TUTTO.

La partita, l'anniversario, la classifica, i palermitani con il Palermo e con Palermo, il Cittadella, la differenziata, la commemorazione dei defunti e le lapidi del Barbera, gli spettatori in calo. 

Francesco Palazzo 





Il taccuino elettronico questa volta si apre la sera di venerdì 1 novembre, antivigilia del match Palermo - Cittadella. Passo per andare a casa e vedo il Barbera illuminato e vociante. È una data importante. Il primo novembre di 124 anni fa nasceva il Palermo. Sulle gradinate lo striscione "124 anni di passione" di cui alla mia foto a corredo di questo articolo, e alla fine giochi pirotecnici per suggellare la serata. Sono entrato in campo per fare la foto che vedete. Il prato verde era deserto e quasi tutti gli intervenuti erano andati via. Fa un certo effetto il verde brillante serale puntato dalle luci senza nessuno che lo calpesti contendendosi la sfera. Capisci che quanto accade nei novanta e passa minuti è appena un dettaglio. Uno stadio vuoto ti racconta tante cose in più. La storia di una passione, di una città legata a quella passione, che va molto al di là del triplice fischio finale di ogni partita.

Simienza e noccioline, u passatiempu, grida il solito venditore prima dell'ingresso. Oggi quinto esame casalingo per i rosanero, due pareggi, una sconfitta e una vittoria sinora. Cinque punti in quattro gare in casa non è esattamente il ruolino di marcia di chi vuole puntare alle prime due posizioni. Del resto neppure fuori casa, pur con alcune vittorie, si può dire che il Palermo stia facendo miracoli. E infatti i rosanero, considerate le partite giocate sabato 2 novembre, sono al sesto posto con 16 punti, a 8 punti dalle prime, Pisa e Spezia, e a 6 punti dal terzo posto, occupato dal Sassuolo, prima di questa dodicesima partita dopo il turno infrasettimanale. Il Palermo a Mantova è uscito con un pareggio che se smuove la classifica da un lato, disegna, dall'altro, anche lontano dal Barbera, un quadro di sostanziale mediocrità.  E dire che una vittoria a Mantova, visti i risultati degli altri, poteva determinare un balzo importante. Il torneo è ancora lungo e tutto può accadere. Ma la società di Viale del Fante, vecchia di 1488 mesi, non sembra poter fare ad oggi chissà quali prodigi. 

Prodigiosi sono invece i palermitani quando esibiscono, urbe et orbi via social, le loro opinioni sulla squadra pretendendo risultati di livello altissimo senza sentire ragioni. È un piacere leggere questo interesse per i colori in campo da parte di tanti e tante. Perché il Palermo, anche fuori dalla galassia social, è molto seguito. Basta ascoltare i discorsi in attesa dal medico, al supermercato tra uno yogurt e le patatine, persino in ascensore. La stragrande maggioranza dei palermitani tengono al Palermo, vogliono che vada in alto, che faccia bella figura. E sarebbero, e moltissimi sono, disposti a fare di tutto per raggiungere l'obiettivo. Chissà perché lo stesso tifo operativo non c'è nei confronti di Palermo, della città. Verso la quale c'è da un lato la lamentela non propositiva, i piagnistei di chi non muove neppure un sopracciglio, e, dall'altro, un ventaglio di comportamenti quotidiani (doppie e triple file, rifiuti buttati dappertutto, sistematico non rispetto del codice della strada, non cura degli spazi pubblici...) da nemici della città. Per dire, l'uno novembre sono alla guida con altre tre persone a bordo. Dobbiamo andare in una gelateria a duecento metri dal Barbera. Davanti l'esercizio commerciale un tappeto di seconde file, noblesse obblige, che blocca tutto. Il parcheggio regolare c'era, nella strada parallela, tre minuti a piedi. Ma volete che il palermitano possa sfidare tale eternità. Ah, dentro non c'era il sottoproletariato palermitano, ma avventori della borghesia palermitana. Poi, certo, non basterebbe soltanto la buona volontà dei cittadini. Per dirne una, con riferimento a un dato che ho letto giovedì 31 ottobre, da un'analisi di Federconsumatori nella raccolta differenziata la Sicilia e il suo capoluogo si piazzano negli ultimi posti. Il dato nazionale si attesta al 65,2%. La regione più virtuosa è il Veneto con il 76,2%, segue la Sardegna con il 75,9%, mentre la Sicilia è al 51,5%. Il capoluogo ancora peggio con il poco più del 20% nel 2023.

Cittadella è una città veneta in provincia di Padova. Ha poco più di 20 mila abitanti. Per arrivare agli abitanti di Palermo occorre moltiplicare per più di 31 volte. Come società calcistica è molto più giovane del Palermo, essendo nata nel 1973. È in B continuativamente dal campionato 2016-2017. Nel campionato 2020-2021 ha perso la finale dei play off. Adesso ha 9 punti, ma 6 di questi li ha presi proprio fuori casa vincendo a Brescia e a Modena. Poi tre pareggi in casa e sconfitte. Nel campionato scorso alla 13ma giornata al Barbera, a novembre 2023 e alla 20ma nel campo del Cittadella a gennaio 2024, il Palermo rimediò due sconfitte senza fare un solo gol. La squadra veneta è impelagata al momento in zona retrocessione, penultima con dietro soltanto il Frosinone. Nello scorso campionato è arrivata quattordicesima con 46 punti.

Ieri giornata di commemorazione dei defunti. Proprio all'ingresso principale dello stadio vi sono due lapidi che ricordano due tragedie diverse. La prima colpì tutta la nazione, e fu la scomparsa del grande Torino che si spense sulla montagna di Superga. Fu un incidente aereo avvenuto il 4 maggio 1949 a Torino. Il velivolo si schiantò contro il muraglione del terrapieno posteriore della basilica di Superga, che sorge sulla collina torinese. 31 vittime, nessun superstite. Quella magica squadra aveva vinto cinque scudetti consecutivi, dalla stagione 1942-1943 alla stagione 1948-1949 e costituiva la quasi totalità della Nazionale italiana. Fu un evento che fece impressione in tutto il paese. Proprio qualche tempo fa, ne sconoscevo l'esistenza, passeggiando ho visto una targa nei pressi del luogo dove è stato ucciso dalla mafia il generale Dalla Chiesa, a memoria della tragedia di Superga posta allora dagli abitanti della zona. La seconda lapide che si vede entrando allo stadio fa memoria invece di un fatto locale. Cioè delle persone decedute durante i lavori di ampliamento dello stadio in occasione dei mondiali di calcio del 1990. Siamo nella mattina del 30 agosto 1989. Tra la curva sud e la tribuna centrale, uno dei  tralicci che sostengono la copertura dello stadio, che allora si chiamava Favorita, va giù. Quattro tonnellate d'acciaio cadono da un'altezza di 30 metri portandosi apprresso tre operai. Sotto ci sono altri due lavoratori. Le cinque vittime sono tutte giovani,  dai 23 ai 31 anni, Giovanni, Antonino, Gaetano, Domenico, Serafino. Un lutto che mette un timbro di sangue al viaggio di Palermo verso i mondiali del '90. 35 anni fa. E non si può certo dire, tutt'altro, che l'emergenza delle morti sul lavoro sia oggi un ricordo del passato. 469 morti sul lavoro nel primo semestre 2024. Una strage continua. E purtroppo inarrestabile. Per la verità altre  lapidi e un'immagine impressa fuori dallo stadio ricordano altre due figure al Barbera. Una lapide si riferisce al grande Nicolò Carosio, nato a Palermo nel1907, morto a Milano nel 1984, giornalista, telecronista sportivo e radiocronista italiano;  per 37 anni (1933-1970) fu la voce narrante degli incontri della nazionale italiana di calcio. L'immagine sovraimpressa fuori dallo stadio si riferisce al nostro Totò Schillaci, recentemente scomparso. Altre due lapidi vi sono, citiamo solo quella che ricorda la visita dell'ormai santo Giovanni Paolo II nel novembre del 1982. E qua posso dire io c'ero. 

All'annuncio della formazione del Cittadella i soliti incivili e antisportivi fischi. I supporter del Cittadella saranno una trentina e occupano due settori di curva dove entrerebbero migliaia di persone. Quando il calcio, (ma quando?), diventerà un normale civile spettacolo sportivo, non si assisterà più a queste penose scene. Va detto che il manto erboso del Barbera è da serie A. 

Il Cittadella parte forte e va quasi in gol al primo minuto, evitato da un ottimo intervento dell'estremo difensore rosanero. Palermo un po' confuso, i gialli del Cittadella più briosi e in pressing. Quasi all'ottavo i rosa, che provano ad alzare il baricentro, sono però pericolosi. Nel corso del 14mo i gialli nuovamente vicini alla rete. I primi 15 minuti vanno ai punti, per usare il gergo della boxe, al Cittadella. 

Il secondo quarto d'ora della prima frazione si apre con un quasi gol, mangiato, dei rosa. Palermo più deciso. Si conferma la flessione di pubblico. Quasi al 20mo un altro quasi gol, divorato, della squadra di casa. L'arbitro va a redarguire la panchina rosa per le proteste relative a un'azione in attacco fermata. I gialli tornano a presentarsi sotto la porta, stessa cosa il Palermo. Al 25mo il VAR controlla per un calcio di rigore a favore del Cittadella. Tutto regolare. Appena superato il 25mo i rosa sprecano un'altra grande occasione sotto porta. Quasi al 28mo altre due occasionissime mandate a quel paese dai rosa. In questi casi la legge del calcio è inesorabile. Vedremo. I secondi quindici del primo tempo vanno ai punti al Palermo, che però ha fallito cinque grandi opportunità. E nel calcio vince chi segna. 

Al 33mo, sesto quasi gol dei rosa. Al decimo vinceranno il classico tostapane? Quasi al 36mo i gialli vanno vicini al gol. Rispetto alla penultima in classifica, il Palermo mostra una superiorità tecnica e tattica marcata in tutti i reparti. Ma siamo ancora a reti inviolate. Una bandiera riproduce l'asso di mazze delle carte siciliane. Bisogna vedere se la briscola di questa  partita è a mazze. Finisce il primo tempo, gli ultimi quindici sono pari tra le due squadre. Pollice verso per il Palermo, gioca in casa, surclassa gli avversari ma non riesce a segnare. Se non si gonfia la rete avversaria, il possesso palla e l'infinito fraseggio elegante di scambi stanno a zero. 

Inizia il secondo tempo sotto un cielo terso che pare piena estate. E il pensiero non può che andare a quanto accaduto in questi giorni a Valencia per le condizioni climatiche, al contrario che da noi, impietose, terribili, mortali. Il Palermo al quinto crea una buona occasione. Adesso attacca verso la curva sud. Al 58mo il Palermo riesce a metterla dietro al portiere avversario. Ma gol annullato per fuorigioco o così pare da lontano. Luogo dal quale in genere i tifosi di tutto il mondo vedono cose inesistenti o non ne vedono altre palesi. Dipende se vanno contro o a favore la propria squadra. Primi quindici minuti abbastanza noiosi. Ma è il Palermo che deve fare la partita. 

Al 63mo i gialli impensieriscono da fuori area i rosa con un bel tiro a girare. Al 65mo il Palermo fa tre sostituzioni, due in difesa e una in attacco. Pure il Cittadella comincia il giro dei cambi. Al 67mo contrasto in area del Cittadella, uno del Palermo va a terra. Dall'alto dei cieli il VAR sentenzia "ca un ci fu nienti". Al 72mo i rosa si presentano in area avversaria, stessa cosa subito sono per il Cittadella. 

Iniziano gli ultimi 15 giri d'orologio e il Palermo immette un secondo attaccante, il bomber. Ovazione. I palermitani, non sapendosi salvare da soli, cercano sempre un santo o una santa cui aggrapparsi. Poi quinta e ultima sostituzione con dentro il fantasista a centrocampo. Il Cittadella a questo punto non rinuncia a tentare il colpo grosso presentandosi nei pressi del portiere rosa. Il Palermo replica. In panchina parlottano molto scontenti i tecnici del Palermo. E come comanda il Dio del calcio, quando sbagli di tutto nel primo tempo e dormi nel secondo, il Cittadella buca il Palermo quasi al novantesimo con un gol molto bello. Dei tifosi vanno a sbattere i pugni nella parete divisoria in direzione della panchina dei rosa. In questi casi tutti i tifosi si trasformano in commissari tecnici della nazionale. Ultima occasione per i rosa per salvare almeno la faccia. Titoli di coda.

I rosa ancora una volta soffrono della malattia del secondo tempo. E confermano una malattia ancora più grave. Non sanno che pesci prendere in casa. Su 15 punti disponibili solo 5 presi. Mi pare che questo dica tutto. Il Cittadella, con i suoi pochi tifosi al seguito, si conferma bestia nera dei rosa e torna a respirare in classifica. I fischi sono ovviamente l'epilogo di tutto. 

Il Palermo, restando a 16 punti, è adesso ottavo, ultima posizione della zona play off, a tre punti dalla zona retrocessione, a 11 punti dalla prima in classifica e a 9 dalla seconda. 

Un bambino a fine gara scende dalla tribuna triste, abbracciato e  consolato dal padre. C'è di peggio ovviamente nella vita che una partita persa dalla squadra del cuore. Quando sarà più grande lo capirà. 

L'8 novembre i rosa giocheranno fuori con il Frosinone. Il 24, dopo la sosta, quando ci rivedremo con questa rubrica, scenderà sotto Monte Pellegrino la Sampdoria. E magari cercherà di imitare la Salernitana e il Cittadella. 

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