LA REPUBBLICA PALERMO - MERCOLEDÌ 24 GIUGNO 2009
Pagina XVII
Se il senso civico si riduce alla denuncia dei lavavetri
Francesco Palazzo
Pagina XVII
Se il senso civico si riduce alla denuncia dei lavavetri
Francesco Palazzo
Dopo il blitz di metà giugno per una settimana c´è stato il deserto. Ma da alcuni giorni i lavavetri di via Perpignano sono tornati. Con loro anche il giocoliere slavo che intrattiene i passanti. Ad aprile del 2008 c´era stata un´altra «retata», con sette fermati, stavolta pare siano stati due. Poi nuovamente si era tornati alla normalità. Devo dire che il dispiegamento ultimo di forze, quindici volanti e un elicottero, con appostamenti precedenti l´azione, mi ha stupito. Da venti anni transito da quei semafori. All´andata e al ritorno. Mai è capitato che al mio usuale rifiuto, diretto al lavavetri, mi sia stata opposta una frase irriguardosa. Non parliamo di aggressioni o danneggiamenti dell´auto. Ho cercato di spiegarmi la cosa. Può essere che la mia faccia, non esattamente nordica, richiami tratti comuni e perciò sono scambiato per un collega che ha fatto fortuna. Oppure hanno capito dal mio sguardo truce che sono nato a Brancaccio e temono pesanti conseguenze. O, semplicemente, il vetro è sempre talmente sporco che la mia opposizione è scambiata per un aiuto. Non sono un cliente da ripulire in pochi secondi. Supposizioni. Messe fuori gioco da un´evidenza. Non ho mai notato che ad altri, nei tantissimi frangenti in cui ho atteso il verde, sia capitato qualcosa di spiacevole da parte di chi vuole renderti, a volte con un´insistenza che non sempre si è disposti ad accettare, la vita meno sudicia. Metti che hai litigato con il capufficio, con tua moglie o che hai appena scoperto che il collega ti ha sgonfiato le gomme. In quei momenti il nervosismo prevale e qualsiasi interferenza nel privato può essere letta come un atto violento. Che, per carità, qualche volta si consumerà con insulti e qualche danno al bene mobile. Ma ditemi voi, se quindici volanti e un elicottero non sono troppi pure per prendere il capo dei capi. Qualche segnalazione, comunque, da regolare consumatore, la farei sul famigerato tratto di asfalto. Più che i lavavetri immigrati, mi hanno sempre di più incuriosito i palermitani. Disdegnano il ramo lavorativo pulizia vetri. Si confrontano direttamente col mercato. Ti vendono dall´accendino, alla penna ad altri gadget. Oppure distribuiscono volantini pubblicitari. C´è chi vuole inondarti di fortuna con schedine precompilate. Il loro atteggiamento, quando ti propongono l´acquisto, non è esattamente il massimo della discrezione. Infilano la testa dentro l´abitacolo, se hai lasciato aperto il finestrino, o ti chiedono di abbassarlo. Poi t´impongono una stretta di mano, e un piccolo, incisivo, discorso sulle difficoltà della vita. Tale modo di porsi, che è veramente un intrufolarsi nella tua vita, mi genera un fastidio che non percepisco nei lavavetri, in genere sorridenti. Il palermitano semaforista professionista è, al contrario, un po´ arrabbiato, pare in procinto di esplodere la sua rabbia dentro la tua auto. Anche lì, le conseguenze fisiche sono irrilevanti. Ciò che, piuttosto, deve allertare la vigilanza di guidatori corretti e pedoni indifesi, è altro. Si rischia molto di più nelle corsie d´emergenza. I siculi chiusi nelle scatolette metalliche, pur di superare file di centinaia di metri, o per riuscire a schivare in extremis il rosso, oppure per partire in pole position quando scatta il verde, sono disposti a percorrere a velocità elevate le corsie riservate. Normale amministrazione. Nessuno si lamenta. Il senso civico, che porta a denunciare al 113 i lavavetri, in questo caso si addormenta del tutto. Sia chiaro, chi non ha mai varcato le strisce proibite, scagli la prima pietra. Non ai lavavetri. Che già basta e avanza l´elicottero. Sin qui siamo alle umane cose. Per quelle divine dobbiamo rivolgerci altrove. In certi momenti, sempre nei pressi del crocevia perpignanesco, sono rapito dalla dimensione soprannaturale, che m´indurrebbe a chiamare, seduta stante, la protezione civile. Succede quando, nelle attese snervanti, intruppato dentro code che avanzano a passo di lumaca, ricordo le promesse dell´amministrazione cittadina circa l´eliminazione del tappo di via Perpignano. Ecco, esattamente in tali frangenti, per capire che fine ha fatto il sottopasso, e che ne è dei ponti pedonali e ciclabili Perrault, che dovevano felicemente levarsi nella zona, una decina di elicotteri li manderei senz´altro.