CENTONOVE
Settimanale di Politica, Cultura, Economia
N. 41 del 29/10/2010
Grazie, pastore Giampiccoli
Francesco Palazzo
La domenica successiva alla visita del papa, Palermo è tornata alla normalità, niente a che vedere con il giorno di festa precedente in cui la città si è fermata in silenzio per accogliere il grande ospite. Nessuno si è quindi accorto che nel capoluogo c'era un'altra presenza religiosa importante. Nel tempio valdese, a pochi passi dal luogo dove Benedetto XVI ha incontrato i giovani, era ospite Franco Giampiccoli. E' stato, per sette anni, confermato di anno in anno, tra la fine degli anni ottanta e l'inizio dei novanta, la guida di tutti i valdesi italiani. Una specie di papa, più correttamente il moderatore della tavola delle chiese metodiste e valdesi. Il massimo organismo, eletto, che si occupa della gestione della vita ecclesiastica. E' composto da sette membri tra pastori e laici. E già questa conduzione mista sarebbe una rivoluzione per il cattolicesimo. Così come la durata a tempo degli incarichi, per poi tornare tra i tanti. Tanto che Giampiccoli, dopo tale esperienza, è stato, dal 1994 al 2001, semplice pastore della chiesa dove il 10 ottobre ha condotto la seconda parte del culto. Accompagnato dalla moglie Danielle, prima di salire sul pulpito, in giacca e cravatta, era stato seduto in una panca laterale della chiesa, senza onori, poltrone o attenzioni particolari. Per l'occasione i Valdesi di Palermo hanno messo al centro l'iniziativa ecumenica “Tempo per il creato”, celebrata in tutte le chiese europee dal 1 settembre al 4 ottobre. Il tema specifico di quest'anno è stato quello della biodiversità. Un tentativo per sensibilizzare a non mettere in atto comportamenti di morte verso ciò che i credenti ritengono un atto creativo. Sullo sfondo l'opzione della nonviolenza come presupposto di pace, che vedrà nel maggio del 2011, a Kingston, una convocazione internazionale ecumenica. Il pastore Giampiccoli, nel sermone, ha detto che le chiese devono essere umili in questo campo, perché giungono da ultime a interessarsi della salvaguardia dell'ambiente. Anzi, ha osservato che le chiese, quando non giungono in ritardo, frenano. Vi immaginate se il 3 ottobre il papa avesse fatto un'autocritica simile, magari in riferimento alla lotta alla mafia o al deficit di democrazia di cui la chiesa soffre? Ne avrebbero parlato tutti i giornali del mondo. Con la stessa semplicità è stata richiamata da Giampiccoli l'importanza delle offerte durante il culto. I Valdesi hanno deciso di avvalersi dell'otto per mille, destinandolo però non al sostentamento delle comunità e dei pastori, cosa che avviene appunto con le offerte, ma a progetti di natura assistenziale, sociale e culturale, impiegando almeno il 30 per cento per il sostegno ai paesi poveri. Per i valdesi è la norma, per i cattolici, soprattutto se ad annunziarlo, anche solo come auspicio, fosse il suo massimo rappresentante, sarebbe una notizia a nove colonne. C'era molta autoironia nelle frasi del pastore Giampiccoli, il 3 ottobre abbiamo invece visto all'opera un uomo molto più serioso e con molti meno dubbi. A un certo punto ricorda che la moglie spesso lo rimprovera. Siete in grado, gli dice, di fare tanti bei discorsi, ma appena dovere passare alla pratica ecco che giunge l'amen. Allora lui ricorda il Movimento del Gallo Verde. Il simbolo compare all'esterno di tutte le chiese valdesi del nord Europa e ricorda la possibilità del tradimento. Ebbene, il Movimento del Gallo verde richiama a un funzionamento ecologico delle stesse chiese. Prima di predicare agli altri quindi, questo il messaggio conclusivo dell'ex moderatore della tavola valdese, e sappiamo quanto sarebbe attuale per la chiesa cattolica, bisogna essere coerenti nelle proprie pratiche. Prima della benedizione, Giampiccoli invita a prendere un documento. Parla della decisione della chiesa valdese di benedire le unioni delle coppie omosessuali. Altro tema tabù per la chiesa di Roma. Fuori dalla chiesa si poteva firmare contro il nucleare e a favore delle energie alternative. Alla fine della funzione religiosa, Giampiccoli ha atteso fuori dal tempio i partecipanti, tra cui una cinquantina di ghanesi, per il saluto di congedo. Cronache, normali, di una chiesa che non ha i grandi numeri del cattolicesimo. Ma che può indicare, a laici e credenti, ammesso che tale distinzione abbia senso, più di una strada. Per aiutarci a coniugare le convinzioni della ragione e le ragioni delle fedi, che animano quotidianamente le nostre vite.