Rosalio Il blog di Palermo
19 maggio 2025
Palermo calcio, da questo campionato è (quasi) tutto
Francesco Palazzo
https://www.rosalio.it/2025/05/19/palermo-calcio-da-questo-campionato-e-quasi-tutto/
Ciascun seguace di qualsiasi squadra, di qualsiasi sport, a qualsiasi livello, vorrebbe chiaramente che i propri colori si affermassero sempre e brillassero nel firmamento di questa o quella disciplina sportiva. Non sfugge ovviamente a questa regola chi segue più da vicino i colori rosanero e si appassiona alle sorti del Palermo. Parliamo di circa trentamila/cinquantamila persone, tra quelli che vanno allo stadio più o meno abitualmente o una tantum per le occasioni importanti e quanti opzionano il divano di casa e il televisore, su un totale della provincia di Palermo superiore a 1 milione e duecentomila abitanti. Poco più del 4% della sola provincia palermitana. L’1 per cento di tutta la Regione Siciliana. Insomma, relativizziamo. E dobbiamo pure relativizzare e scrutare meglio se guardiamo insieme al Palermo e a Palermo. Da tre stagioni i rosanero sono arrivati in vetta in serie B, che corrisponde ai play off giocati dal terzo all’ottavo posto. Le ultime due indiscutibilmente, il primo anno rimanendo fuori di un pelo ottenendo però gli stessi punti dell’ottava, il Venezia. Focalizziamo questo ottavo posto. Se Palermo, la città, per quanto riguarda la qualità della vita, lo sviluppo, la civiltà degli abitanti e tanti altri parametri relativi al quotidiano, fosse così in cima, in zona promozione, e non invece relegata, come è, in fondo a tutte le classifiche che appunto misurano ogni anno la qualità della vita, non sarebbe male. Magari i rappresentanti delle istituzioni cittadine che si recano allo stadio o sono tifosi e commentano potrebbero pensarci. Senza contare che il Palermo è in solide mani finanziarie, che spendono denari pure per lo stadio, ha un centro sportivo, ed è risalita velocemente dal baratro in cui era caduto nel 2019. Il City Football Group, holding finanziaria di prima grandezza, è stato chiaro. Se non siamo graditi possiamo pure andare via. Se così sarà, speriamo di no, magari i soldi poi li metteranno quelle poche centinaia di rumorosi e tumultuosi ultrà, incassando le royalty sulla proprietà intellettuale del grido, becero e incivile, “chi non salta è catanese” o robetta simile. A questi esimii rappresentanti del Palermo e di Palermo va ricordato che rappresentano, fortunatamente, solo e soltanto se stessi. E che la proprietà è invece benvenuta dall’altro 99% del Palermo e di Palermo. Frequentando il Barbera ho l’impressione che per alcuni la partita sia lo sfogatoio di problemi e frustrazioni personali. Ecco, per queste cose vi sono professionisti in grado di orientare meglio le esistenze.
Per quanto concerne il lato più tecnico, va tenuto conto che una squadra senza gioco e senza impegno, come sostengono migliaia di commissari tecnici della nazionale assisi sugli spalti del Barbera e una congerie di commentatori che i social e quello che a misura di social è diventato il giornalismo, moltiplicano a dismisura, non ottiene 49 punti il primo anno, 56 il secondo e 54 il terzo di cadetteria. Certamente si poteva e si dovrà fare meglio, ma le promozioni non sono un biglietto immacolato che si porta all’incasso come se vincere i campionati fosse un’investitura divina che si ottiene chissà per quale imperscrutabile motivo ad inizio stagione immersi nel solleone agostano. Vi sono tutte le condizioni per fare campionati più di vertice. Nel frattempo non si può andare allo stadio mugugnando insoddisfazione di continuo. Come si è fatto in questi ultimi tre anni, partita dopo partita. Tanto che non si capisce cosa si vada a fare allo stadio con questa disposizione d’animo perenne e triste. E non si parli dei tifosi che vanno in trasferta facendo sacrifici. Quelli li fanno i lavoratori che si spaccano la schiena dalla mattina alla sera. Non confondiamo il gioco e il divertimento con le cose serie. E comunque gli stadi non sono ambiti territoriali dove si può andare a dire di tutto a chi è in campo, arbitri compresi, lanciare fumogeni o fare scoppiare petardi. Il codice penale vale pure dentro gli impianti sportivi. Ed è davvero brutto, diseducativo, molto allarmante direi, vedere e sentire genitori con pargoli al seguito che vomitano parolacce molto al di sotto della cintola emulati ovviamente da coloro che hanno generato.
Personalmente, il prossimo campionato rinnoverò l’abbonamento. L’ho fatto sin dalla serie D, quando un imprenditore palermitano come Dario Mirri, più che parole, sport in cui al sud molti sono imbattibili campioni olimpici, ha messo in campo dei fatti portando subito i rosanero in C, successivamente trasferendo il progetto in mani strasicure e comunque continuando a seguire con passione da presidente in piedi appoggiato a un pilastro della tribuna autorità le partite al Barbera. Non perchè pretenda abbonandomi chissà cosa, magari di vincere lo scudetto e la Champions nel giro di qualche anno. Ma per sostenere un percorso serio che ha una sua importante solidità. Quando vado allo stadio oltre la partita guardo e valuto pure questo aspetto fatto di tanti dettagli. Magari a Palermo vi fossero altre realtà importanti, private e pubbliche nello stesso tempo, da sostenere come questa. Invece abbiamo il disinteresse della stragrande maggioranza dei cittadini da un lato, e i vari lamentatoi dall’altro. Atteggiamenti da sottosviluppo conditi pure di superbia. Che porta, nel caso specifico del Palermo calcio, a mettere alla berlina chi sta cercando di curare, con tutte le difficoltà che presentano le cose umane, il presente e il futuro della società di viale del Fante.
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