domenica 27 aprile 2025

Papa Francesco e Don Pino che si guardano all'ingresso della chiesa di Brancaccio.

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21 aprile 2025

Papa Francesco a Brancaccio, una visita che toccò i cuori

Francesco Palazzo



La gigantografia del Papa chiamato dalla fine del mondo, come ebbe a dire quando per la prima volta parlò al mondo il 13 marzo del 2013, venuto a mancare il lunedì di Pasqua, campeggia ancora sulla facciata della chiesa di Brancaccio, Parrocchia di Maria Santissima del Divino Amore e San Gaetano.

È forse un caso unico, non solo in Sicilia, la presenza dell’immagine del Papa, in genere messa in piccoli riquadri nelle sagrestie, così grande e a tutti immediatamente visibile. Ricorda l’indimenticata visita di Francesco il 15 settembre 2018 a Palermo e nel quartiere Brancaccio, a 25 anni dall’omicidio per mano mafiosa di don Pino Puglisi.

E proprio accanto alla gigantografia del Papa della Misericordia, nella facciata di San Gaetano, campeggia quella di don Puglisi.  Due protagonisti fondamentali del cattolicesimo del ventesimo e del ventunesimo secolo.

La visita a Brancaccio

Quando Francesco venne a Brancaccio, per me che lì sono nato e per la gente del luogo, fu una grande e gioiosa mattinata di festa e fervente partecipazione.  Il Papa argentino, dopo aver salutato le tante persone che lo attendevano, entrò in parrocchia quasi da solo per un momento di preghiera e di meditazione nel luogo di culto dove don Pino aveva annunciato il vangelo e combattuto non la mafia in generale, ma i mafiosi del rione in particolare. Ne uscì fuori sorridente, rilassato, sotto lo sguardo della bianca Statua di San Gaetano che sorge a poca distanza nella piccola piazzetta e del busto di don Pino in bronzo che da anni gli fa compagnia.

 

Un Papa che parlava a tutti

In questo rinnovato e ravvicinatissimo venerdì di passione, non soltanto per la cristianità ma per il mondo intero, visto come Francesco è riuscito a parlare veramente proprio a tutti, vedere la scomparsa del grande Papa dal minuscolo angolo di osservazione di un quartiere palermitano può avere un senso molto profondo dal mio punto di vista.

Soprattutto se consideriamo che questo papato ha, sin dal primo momento, dedicato attenzioni particolari e costanti alle dimensioni esistenziali e geografiche fuori dalle grandi direttrici economiche e sociali da tutti battute.

Il Papa e don Puglisi

Non possiamo inoltre non fare una riflessione, guardando contemporaneamente a Francesco e a Pino Puglisi, sul giorno in cui il capo della Chiesa ha abbandonato, improvvisamente, lasciando attonito il mondo intero e ciascuno di noi, le sue spoglie mortali.

Nel lunedi dell’Angelo si ricorda proprio l’accesso delle donne al luogo dove Gesù era sepolto. La risposta dell’Angelo, narra ad esempio il Vangelo di Marco, è sorprendente. Spiazzante. Quello che cercate non è più qua, è risorto. Andate ad annunziarlo agli altri.

Ecco, se vogliamo trovare ciò che persone di prima grandezza della storia umana e religiosa, come Francesco e Don Pino, hanno lasciato, occorre cercare tra le pieghe vive della storia presente e futura e non nei loro corpi mortali.

Quelle due grandi gigantografie rimarranno nella facciata della chiesa di San Gaetano per tanto tempo ancora. Ricorderanno sì che un giorno un grandissimo Papa venuto dalla fine del mondo ha calcato i passi semplici e forti del Beato Puglisi, un piccolo prete di periferia, nei luoghi del suo martirio.

Ma ci diranno soprattutto che per guardare e guarire le ore difficili delle nostre esistenze personali e collettive bisogna partite sempre dagli angoli meno visibili, dalle stazioni meno affollate, dalle pietre scartate.

Ecco, se c’è per chi scrive un insegnamento che Francesco e don Pino ci comunicano è proprio questo. Allora sì, il dolore dei momenti in cui i riferimenti si congedano. È normale, umano. Ma anche la concreta speranza che proseguire nei loro solchi è possibile da subito, sempre e per sempre. Per tutti. Nessuno e nessuna esclusi. Todos, todos, todos, annunciò nell’agosto del 2023 ai giovani a Lisbona. Tutti, tutti, tutti. Dipende solo da noi che questa profezia si realizzi.


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