mercoledì 3 marzo 2021

Sud: tra illegalità, insicurezza e politiche di sviluppo. Una partita da giocare sino in fondo.

 La Repubblica Palermo – 3 marzo 2021

Le mafie (forse) sono indebolite ma continuano a pesare sul sud

Francesco Palazzo


L’argomento di confronto è venuto fuori dal dibattito parlamentare che ha accompagnato il voto di fiducia ottenuto dal governo. I quesiti sono due. Nel Mezzogiorno, sono intanto essenziali legalità e sicurezza per far attecchire qualsiasi prospettiva di sviluppo? Oppure alla fine basta irrobustirci le gambe con opportuni interventi per scacciare automaticamente l’illegalità e l’insicurezza determinate innanzitutto da Cosa nostra, Ndrangheta, Camorra, Sacra corona unita, Stidda e altri aggregati di questo tipo presenti in molti casi dall’unità d’Italia? Se dovessimo ritenere che bastano puntuali azioni politiche per eliminare il carico di violenza territoriale e di pervasività economica delle mafie, dovremmo ammettere che sinora ci siamo sbagliati e che dobbiamo soltanto riuscire a trovare quelle più idonee. Ma è davvero così? Possibile che in 160 anni dall’unità del paese, che festeggiamo giusto quest’anno, sia dipeso soltanto da ciò? Certo, si può dire che le mafie non hanno prevalso, che abbiamo vinto noi la partita e arrivederci. In ogni caso molti margini di manovra sono disponibili e non è possibile servirci a vita della presenza delle mafie per starcene con le mani in mano utilizzandole come un portentoso alibi. Tuttavia, non possiamo archiviare sistemi criminali di lunga durata ricorrendo esclusivamente all’ottimismo della volontà e facendo appello alle nostre parti migliori, che non sono poche. Ha fatto dunque bene il presidente del consiglio, Mario Draghi, una personalità di grande valore cui abbiamo affidato la guida del paese, a mettere insieme i due aspetti. Necessita di interventi che aiutino il sud, senza però trascurare che la base sulla quale devono crescere deve essere sempre più legale e sicura. Dovremmo aver compreso da tempo un fatto. Se il mezzogiorno non scalerà posizioni di ricchezza e progressiva vivibilità, agganciandosi alla parte più progredita del paese, tutta l’Italia non potrà avere uno sviluppo complessivo adeguato alle sue potenzialità. Ciò dipenderà certamente dai meridionali in primo luogo. Che devono smetterla di piangersi addosso cercando una giustificazione dietro l’altra. Altrimenti i nostri giovani, stanchi di questo atteggiamento, continueranno ad andarsene. Deve essere comunque chiaro che tutte le misure del recovery plan soprattutto nel Mezzogiorno dovranno trovare più immediata e conducente efficacia, evitando la dannosa scorciatoia dell’assistenzialismo. Del resto, i fondi sono disponibili di fatto proprio perché c’è una parte di paese non in buona salute. Ma è molto difficile che condizioni di definitivo progresso possano essere raggiunte se continuiamo a tenerci sul groppone, magari raccontandoci che siamo in procinto di organizzarne i funerali, delle organizzazioni criminali. Le quali ogni giorno non ci fanno vivere pienamente in un vero sistema democratico sociale, politico ed economico. Non possiamo trascorrere i prossimi 160 anni raccontandoci che le mafie stanno per esalare l’ultimo respiro, tenendole nel frattempo vive, magari un po’ malandate, accanto a noi. Perché ciò alla fine sarà una pesante ipoteca che graverà sempre sul sud. Sperando che un giorno, che sembra molto lontano adesso, ma dipenderà da ciascuno di noi, nessun governo dovrà porsi il problema se istituire o meno il ministero per il sud. Significherà che l’Italia, nella sostanza e non soltanto nella forma, sarà finalmente una e unita. E che metà del paese avrà trovato la forza per emergere definitivamente, anche sottraendosi al giogo delle organizzazioni criminali. Le quali però, nel frattempo, hanno seguito il ragionamento che faceva Leonardo Sciascia riferendosi alla linea della palma che si sposta verso nord. Piuttosto che passare a miglior vita, sono andate ad impiantarsi, certo non con la stessa incisività che le caratterizza al sud, pure nelle regioni distanti dal mezzogiorno.

 

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