mercoledì 10 febbraio 2021

Palermo, Costa Sud, tra mare e agricoltura, cosa succede quando si fanno perdere le vocazioni territoriali.

 


La Repubblica Palermo – 9 febbraio 2021

La scelta tra assistenzialismo e sviluppo vista dalla costa sud di Palermo

Francesco Palazzo

Assistenzialismo o sviluppo? Non dovrebbero esserci dubbi sull’alternativa. Il primo ci consegna cittadini non interessati a costruire prospettive di miglioramento. Il secondo responsabilizza alla costruzione del bene comune e all’avanzamento economico personale e collettivo. Ma le cose vanno di fatto al contrario di come sarebbe logico attendersi. E se non cambiamo, al sud, prospettiva, non ci salverà nessun fondo europeo in arrivo. Perché quei soldi scivoleranno nel nulla come i tanti che li hanno anticipati. Se non sai dove andare nessun vento è favorevole, ci dice più o meno il filosofo. Ci pensavo l’altra domenica mettendo insieme due fatti ormai consolidati riguardanti la cosiddetta costa sud. La quale, per carità, presenta il fiore all’occhiello del porto di Sant’Erasmo e progetti ancora in itinere. Anzi, a proposito del porticciolo. Visto che abbiamo liberato uno spazio interessante non sarebbe il caso di far vedere il mare anche a chi transita con le auto e non ha tempo e voglia di fermarsi? Abbiamo tolto lo scheletro di quanto rimaneva di una stazione di servizio e un’altra è stata fatta sloggiare. Ma guardando il sito ci si aspetterebbe di vedere il mare, invece ci sono soltanto auto parcheggiate. Non si può mettere un semplice divieto di sosta, facendolo magari rispettare? Guardando inoltre accanto non si possono non notare i bei birilli colorati che erano stati messi come barriera per impedire alle auto l’accesso al prato del Foro Italico e che adesso sono, da tanto tempo, o rotti, o mancanti o non ripresi negli originari colori. Ma quello che notavo con stupore, visto che sembra normale, lo abbiamo visto molto più in là, risalendo la costa sud. Un canale in cemento armato che immette direttamente nel mare un qualcosa d’indefinibile ma che presenta un odore nauseabondo e un colore davvero inquietante quando si mischia con l’acqua marina. Possibile che nel 2021 si verifichi ciò? Se accadesse a Mondello si chiamerebbero i caschi blu dell’ONU. Quanti altri scarichi simili ci sono lungo la costa? Tutt’intorno nel tratto di spiaggia, difficile chiamarla così, rifiuti d’ogni tipo. E poi una montagnetta accanto, una superfetazione di quelli che nel tempo sono stati chiamati affettuosamente mammelloni e che sono il risultato di quanto creato dai materiali di risulta nei decenni addietro scaricati impunemente lungo la costa. Che dal mare ai giardini poteva avere uno sviluppo molto diverso, già intravisto nei decenni seguenti il dopoguerra. Ma si è preferito fare altro. E i risultati nefasti, come quando fai due più due e non ti puoi sbagliare, non sono mancati. Perché l’altra notizia, non è la prima né sarà l’ultima che ci viene da tale contesto, è che in un posto a pochi passi dalla costa sud è stato rinvenuto un cospicuo carico di droga nascosto, così riportano le cronache, da un adolescente. Perché la scelta che si è fatta negli anni settanta non è stata quella di salvaguardare e promuovere l’economia che il mare e l’agricoltura potevano garantire in questa ampia zona di Palermo. Ma si è preferito, in maniera miope, inserire nel luogo un vasto sistema di edilizia popolare. Che nel tempo ha creato tutte le storture che tali luoghi presentano. Tanto poi gli diamo il tram, il centro commerciale e il reddito di cittadinanza e così tutto si risolve. In realtà non si è risolto proprio un bel nulla. Anzi si sono generate piazze di spaccio quasi inespugnabili e perdita di memoria storica e di sviluppo naturale dei luoghi.

 

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