La
Repubblica Palermo – 9 febbraio 2021
La
scelta tra assistenzialismo e sviluppo vista dalla costa sud di Palermo
Francesco
Palazzo
Assistenzialismo o
sviluppo? Non dovrebbero esserci dubbi sull’alternativa. Il primo ci consegna
cittadini non interessati a costruire prospettive di miglioramento. Il secondo
responsabilizza alla costruzione del bene comune e all’avanzamento economico
personale e collettivo. Ma le cose vanno di fatto al contrario di come sarebbe
logico attendersi. E se non cambiamo, al sud, prospettiva, non ci salverà
nessun fondo europeo in arrivo. Perché quei soldi scivoleranno nel nulla come i
tanti che li hanno anticipati. Se non sai dove andare nessun vento è
favorevole, ci dice più o meno il filosofo. Ci pensavo l’altra domenica
mettendo insieme due fatti ormai consolidati riguardanti la cosiddetta costa
sud. La quale, per carità, presenta il fiore all’occhiello del porto di
Sant’Erasmo e progetti ancora in itinere. Anzi, a proposito del porticciolo.
Visto che abbiamo liberato uno spazio interessante non sarebbe il caso di far
vedere il mare anche a chi transita con le auto e non ha tempo e voglia di
fermarsi? Abbiamo tolto lo scheletro di quanto rimaneva di una stazione di
servizio e un’altra è stata fatta sloggiare. Ma guardando il sito ci si
aspetterebbe di vedere il mare, invece ci sono soltanto auto parcheggiate. Non
si può mettere un semplice divieto di sosta, facendolo magari rispettare? Guardando
inoltre accanto non si possono non notare i bei birilli colorati che erano
stati messi come barriera per impedire alle auto l’accesso al prato del
Foro Italico e che adesso sono, da tanto tempo, o rotti, o mancanti o non
ripresi negli originari colori. Ma quello che notavo con stupore, visto che
sembra normale, lo abbiamo visto molto più in là, risalendo la costa sud. Un
canale in cemento armato che immette direttamente nel mare un qualcosa
d’indefinibile ma che presenta un odore nauseabondo e un colore davvero
inquietante quando si mischia con l’acqua marina. Possibile che nel 2021 si
verifichi ciò? Se accadesse a Mondello si chiamerebbero i caschi blu dell’ONU.
Quanti altri scarichi simili ci sono lungo la costa? Tutt’intorno nel tratto di
spiaggia, difficile chiamarla così, rifiuti d’ogni tipo. E poi una
montagnetta accanto, una superfetazione di quelli che nel tempo sono stati
chiamati affettuosamente mammelloni e che sono il risultato di quanto creato
dai materiali di risulta nei decenni addietro scaricati impunemente lungo la
costa. Che dal mare ai giardini poteva avere uno sviluppo molto diverso, già
intravisto nei decenni seguenti il dopoguerra. Ma si è preferito fare altro. E
i risultati nefasti, come quando fai due più due e non ti puoi sbagliare, non
sono mancati. Perché l’altra notizia, non è la prima né sarà l’ultima che ci
viene da tale contesto, è che in un posto a pochi passi dalla costa sud è stato
rinvenuto un cospicuo carico di droga nascosto, così riportano le cronache, da
un adolescente. Perché la scelta che si è fatta negli anni settanta non è stata
quella di salvaguardare e promuovere l’economia che il mare e l’agricoltura
potevano garantire in questa ampia zona di Palermo. Ma si è preferito, in
maniera miope, inserire nel luogo un vasto sistema di edilizia popolare. Che
nel tempo ha creato tutte le storture che tali luoghi presentano. Tanto poi gli
diamo il tram, il centro commerciale e il reddito di cittadinanza e così tutto
si risolve. In realtà non si è risolto proprio un bel nulla. Anzi si sono
generate piazze di spaccio quasi inespugnabili e perdita di memoria storica e
di sviluppo naturale dei luoghi.
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