giovedì 5 aprile 2012

Palermo affogata nella munnizza dei programmi farsa.

LA REPUBBLICA PALERMO - GIOVEDÌ 05 APRILE 2012
Pagina I
Quei mille programmi scritti sull'acqua
Francesco Palazzo

Se la nostra vita di cittadini fosse contaminata virtuosamente da almeno una piccola percentuale di quello che si sente in campagna elettorale, vivremmo nel migliore dei mondi possibili. Ma ormai non facciamo più caso alle parole in libera uscita pronunciate dai candidati alle varie elezioni. Costituiscono soltanto un fastidioso rumore di fondo a cui abbiamo fatto l'abitudine. Come la sveglia che la mattina ci butta giù dal letto. La spegni, ti alzi, e non ci pensi più per l´intera giornata. Così come dimentichiamo per l´intera legislatura le mirabolanti imprese verbali di chi si fa avanti per occupare qualche importante poltrona. Chi si ricorda più degli slogan, dei programmi, delle buone intenzioni, delle elezioni degli ultimi anni? Anche nella gara della squadra di pretendenti che si appresta a scalare la montagna verso la conquista della poltrona di primo cittadino a Palermo, stiamo assistendo, a guardare i siti dei candidati o ascoltandoli, a un florilegio di proposte che ci sarebbe da gongolare di gioia. Se non sapessimo, appunto, che trattasi di una specie di esercitazione sportiva a chi la spara più grossa. Un gioco delle parti a somma zero. Visto che coloro che parlano spesso non sanno quello che dicono e coloro che ascoltano non vanno oltre il suono delle parole. Sia chiaro, in quanto a balle che volano in cielo non tutti sono alla stessa altezza. Ci sono i professionisti dell´illusionismo a oltranza, che non badano a spese, e i neofiti della promessa senza tanto impegno, che la buttano lì senza tante pretese. Ma per tutti vale la regola che si può dire tutto, purché si rimanga nel più etereo generico. Che è la categoria meno suscettibile di controllo, una volta che poi si dovranno realizzare veramente le cose. Prendiamo il bilancio del Comune di Palermo. Qualche candidato parla di risanamento dello stesso, qualche altro del cosiddetto bilancio partecipato. Ma non si dice in che cosa esattamente consiste questo risanamento e come si dovrebbero attivare i canali della partecipazione. Temiamo che alcuni conoscano il disastrato bilancio della città come noi la meccanica quantistica. Il risanamento della costa e il mare sono argomenti in cima ai pensieri dei candidati. Ma non si capisce in che modo si voglia procedere per adeguare la realtà agli slogan. Tutti vogliono poi creare lavoro, senza perdere, ovviamente, quello esistente, anche se nato in maniera parassitaria. Come faranno a generare nuova occupazione, viste le condizioni attuali dell'economia, con i privati che chiudono uno dopo l´altro e il pubblico che scoppia di addetti, rimane un mistero. Poi si parla di piste ciclabili, centro storico, ripresa del commercio, anziani, bambini, energie rinnovabili, cultura, arte, gastronomia, internet per tutti e via andare. Niente di preciso e valutabile nel dettaglio. E´ una specie di vocabolario del nulla. La politica del vago al comando, una gara a chi la spara più grossa. Dello scibile umano è rimasta fuori poca roba e magari da qui alla conclusione del ballottaggio colmeremo qualche piccola lacuna. Peccato, però, che non ci sia l´obbligo di allegare copie di questi faraonici programmi al momento della presentazione ufficiale delle candidature a sindaco presso le autorità competenti. Perché poi uno potrebbe, a tempo perso, chiedere lumi agitando quel tal documento programmatico depositato ufficialmente. Invece, chiuso il periodo elettorale e proclamato il vincitore, comincerà, lo sappiamo bene, tutta un´altra storia. Nel corso della quale per le tantissime cose promesse che non vedranno mai vita, cioè quasi tutte, e per quelle non promesse ma che ci vorrebbero come il pane, ma che allo stesso modo vedremo con il cannocchiale, sarà sempre colpa di qualcuno. Esattamente di qualcun altro, brutto e cattivo. Che il reo sia il governo regionale, in genere l´imputato principale, lo Stato che non fa fronte alle emergenze, l´Europa, la crisi globale dell´economia o il destino cinico e baro, poco importa.

2 commenti:

  1. Te lo faccio io un programma:
    1) Creare lavoro
    2) Tenere pulita la città
    3) Stabilizzare i precari
    4) Migliorare i servizi (trasporti, servizi socio assistenziali, etc.)
    5) Diminuire le tasse
    6) Risanare il bilancio
    7) Rilanciare il turismo
    8) sostenere le imprese che assumono personale
    8) Risanare e riqualificare la costa palermitana
    9) Potenziare le strutture scolastiche e gli asili nido.
    Per iniziare mi sembra abbastanza. E che ci vuole a fare un programma!! Sarei o non sarei un bravo sindaco?
    Certo, dovrei aggiungere anche come intendo realizzare queste cose e, soprattutto, con quali soldi. ma questo non è richiesto.
    Quello che dovrebbe essere richiesto, invece, è una verifica annuale dell'operato del sindaco da parte di un comitato di liberi cittadini che siano in grado, programma alla mano, di valutare la realizazione dei vari punti programmatici e, eventualmente proporre la rimozione dello stesso sindaco. Ma forse questa è un'utopia realizzabile solo in qualche altro paese, un paese civile.

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  2. Ottimo post. Condivido parola per parola.
    Ogni programma elettorale serio dovrebbe riportare, per ogni proposta:
    - i motivi per i quali fin ora non si è potuta realizzare;
    - in cosa è migliore rispetto alle proposte alternative o alla situazione di fatto;
    - il costo;
    - gli strumenti per finanziarla (es. indebitamento, tasse, o eliminazione di altre spese) e l'indicazione di coloro ai quali sarà chiesto di sostenere l'onere.

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