CENTONOVE
Settimanale di Politica, Cultura, Economia
27 Aprile 2012 - N. 16 - Pag. 2
La veggente, l'ex sindaco e il 25 aprile
Francesco Palazzo
Eppure venerdì sera, 20
aprile, mi era sembrato di leggerlo bene il cartello. Divieto di
parcheggio per giorno 25 nella piazza antistante lo stadio Barbera.
Così sabato mattina mi ha sorpreso la telefonata del portiere che mi
riferiva di una visita dei vigili urbani che pressavano per lo
spostamento immediato delle auto dalla piazza. Mi affaccio ed
effettivamente vedo un consistente plotone di vigili in assetto
d'emergenza. Come prima reazione, penso che ormai gli occhiali per
leggere da vicino devo metterli sempre. Basta giovanilismi. La
presbiopia incalzante e galoppante, immagino, e il buio, avevano
trasformato l'uno in cinque. Sicuro di questo, mi vesto di corsa e
scendo. Per prima cosa vado a leggere di nuovo il cartello, alla luce
del sole e stavolta confortato dai miei preziosi occhiali. Sorpresa.
Nessun errore, era proprio 25. Allora vado da un vigile e gli
dico che la prossima volta stiano attenti a scrivere la data giusta.
L'uomo in divisa si avvicina sorridente, mi guarda bonario e mi
rivela che quel cartello è proprio giusto. Nessuno sbaglio, tutto
regolare. Ma allora che diamine succede stamattina! Niente, afferma
lui, solo che oggi deve intervenire una delle veggenti di Medjugorie
e c'è il tutto esaurito allo stadio. Questione di ordine pubblico,
le macchine dal centro della piazza devono sparire. La mia non è al
centro e quindi l'allarme, almeno quel che mi riguarda, cessa. Il
giorno libero può continuare come da copione. Ma una volta che sono
stato sbattuto giù dal letto in questo modo, focalizzo meglio la
storia. Quindi si fa spazio il ricordo che questa notizia venerdì,
cioè il giorno prima, campeggiava con una foto, in prima pagina,
annunciando la presenza di una moltitudine orante di 35 mila persone.
Ma voi non l'avete letta, faccio al vigile. No, non l'ha vista. Lui è
solo un operatore e non sa, esegue soltanto. Giusto, c'è chi dispone
e chi mette in pratica. Mi avvicino allora ad un graduato del corpo.
Stessa storia. Lui è pure un mero esecutore e non può che alzare le
spalle. Vabbé, come non detto. Però mi dispensa una valutazione
politica. Che in piena campagna elettorale serve come il pane.
Speriamo, sibila sorridente, che la prossima amministrazione comunale
sia migliore dell'ultima, in modo che queste cose non abbiano più ad
accadere. Dico, scusi ma che c'entra? Voi non leggete i giornali? Un
evento di questa portata, abbastanza conosciuto da giorni, non
dovrebbe richiedere un'amministrazione tipo Stoccolma per
organizzare, prima e in tempo per non far scapicollare centinaia di
persone da casa tipo terremoto, i normali divieti che scattano
puntualmente per le partite di calcio. E qui siamo al punto. Perché
è pur vero che le ultime due legislature a Palermo non sono state il
massimo della vita, anzi neanche il minimo. Ma possibile che si
indichi il solito capro espiatorio pure in situazioni dove nulla
c'entra chi ha governato la città negli ultimi dieci anni, solo per
giustificare inefficienze e distrazioni da parte di una burocrazia
che evidentemente non poco ha contribuito alla situazione in cui ci
troviamo? Ora, questa storia, per carità, marginale, magari
insignificante per molti lettori, mi è sembrata un presagio di ciò
che potrebbe avvenire nel prossimo quinquennio. Il ritornello è già
pronto e di facile uso. Chiunque si troverà ad amministrare Palermo
potrebbe farsi tentare, per ogni cosa che non riuscirà a fare, per
ogni emergenza che non saprà gestire, e temiamo che saranno tante,
di usarlo a piene mani. La colpa potrebbe essere sempre di quello lì,
quello di prima, noi non c'entriamo niente. Mi sa che è facile
profezia. E non ci vuole nemmeno una veggente per esprimerla. Visto
che è appena passato il 25 aprile dovremmo riflettere sì sul
passato di cui ci siamo liberati, ma soprattutto sui tanti alibi che
ci incatenano come comunità al nostro presente. Ah, detto per
inciso. A mezzogiorno le macchine al centro della piazza erano
rimaste esattamente al loro posto. Nessuno le aveva spostate e dei
vigili non c'era più traccia.
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