La Repubblica Palermo – 9 febbraio
2018
Il clientelismo e la lotta alla
povertà
Francesco Palazzo
Alcuni parroci chiedono alla
politica sobrietà a fronte di tanti sofferenti. Giusto. La stessa cosa, rivolta
a tutti, l’ha fatta Biagio Conte. Più che giusto. Il volontariato indica il
divario tra chi ha tanto e chi ha poco. Perfetto. Ma se non si vuole guardare
con un occhio aperto e l’altro chiuso, è necessario dipanare bene la matassa
della povertà. La coperta dell’assistenza, che spesso in Sicilia ha un volto
clientelare, copre, ed è corta per questo, situazioni in cui viene dato pure a
chi può farcela. I tantissimi che entrano nel precariato, ingrossando gli
uffici pubblici, sono tutti nelle condizioni per ricevere sussidi? Non è
semplice l’operazione. Ma è l’unica risposta all’appello serio lanciato da
fratel Biagio, dai preti e dalle associazioni. Bisogna puntare il dito quando
occorre. Ma se non si guarda bene il mondo che si rappresenta, si rischia la
sommaria invettiva e l’incapacità di proporre azioni strutturali. Non è con il
solo taglio dei costi della politica e della burocrazia, o puntando la parte di
società ricca, che si può sgretolare la montagna dell’indigenza.
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