Palermo Today
27 febbraio 2025
Due messaggi molto diversi all'ingresso del Barbera
Francesco Palazzo
I simpatici disegni che campeggiano lungo il perimetro esterno dello Stadio Barbera a Palermo, sono tutti da guardare perché interessanti. Uno è molto significativo. Abbiamo un uomo che si reca in curva con quello che sembra un bambino sulle spalle e accanto la scritta "di Padre in Figlio". Potrebbe essere la cosa declinata pure al femminile. Sia per quanto riguarda la persona adulta che per quanto attiene a chi sta a cavalcioni. Ma va bene pure così. Quando cambiaremo le nostre teste muteremo pure le parole per descrivere tutto includendo anche il genere femminile. Che è molto presente al Barbera. Il messaggio è comunque chiaro. Lo stadio di calcio deve essere sempre più una struttura dove le famiglie, di generazione in generazione, devono sentirsi a proprio agio portando tranquillamente figli e nipoti. Un luogo frequentato da famiglie non può che essere sereno, senza pericoli. Un posto dove le tensioni sono cancellate e la violenza, verbale e non, deve essere bandita. E purtroppo invece in tutti i settori degli stadi la violenza verbale campeggia tuttora alla grande.
Il punto è che immediatamente accanto a tale virtuoso invito alle famiglie, troviamo una frase, come vedete nella foto a corredo di quello che leggete. Che pare rimandare ad un ragionamento diverso. Ad un approccio con gli stadi che sembra radicalmente opposto. Recita chiaramente, a caratteri cubitali, "DIFFIDATO NON MOLLARE". La cosiddetta “diffida” può avere una durata minima di 1 anno e una massima di 5 anni. Ed è legata al Daspo (acronimo di Divieto di Accedere alle manifestazioni SPOrtive). È una misura comminata ai singoli che si sono resi protagonisti di comportamenti scorretti, usiamo un eufemismo, nei luoghi degli eventi sportivi ed ha lo scopo di impedire tali comportamenti, tenendo lontane per un lasso di tempo variabile determinate persone precedentemente individuate dalla forza pubblica. La normativa è stata inserita nella legislazione per contrastare la violenza in occasione di manifestazioni sportive e nasce in particolare per le partite di calcio.Il Daspo vieta al soggetto ritenuto pericoloso di accedere in luoghi in cui si svolgono determinate manifestazioni sportive.
Il provvedimento viene emesso dal questore e può avere la prescrizione della presentazione alle forze dell'ordine contemporaneamente allo svolgimento delle manifestazioni vietate. Tale vicinanza ai diffidati la troviamo pure in altre parti dello stadio e anche sugli spalti in occasione delle partite. Quindi, accanto all'invito "di Padre in Figlio" abbiamo "DIFFIDATO NON MOLLARE". Non, "diffidato hai sbagliato", oppure "diffidato non lo fare più". O magari "diffidato ti aspettiamo per un tifo sano". No, diffidato non mollare. Cioè, pare di capire, diffidato torna e resta fermo nelle tue convinzioni che ti hanno portato ad essere allontanato dallo stadio perché noi le appogiamo. Certamente tale solidarietà ai "fratelli" diffidati corre di stadio in stadio, di curva in curva, di striscione in striscione. Il problema è che non si tratta in questo caso di molto opinabili opinioni personali che vengono affidate ad uno striscione. Ma di una scritta che perennemente sta sotto gli occhi di tutti i passanti nell'inferriata perimetrale del Barbera. Ora dobbiamo capire quale messaggio deve arrivare alla cittadinanza che passa dalle parti dello stadio. Se quello di portare i piccoli e le famiglie allo stadio. Oppure, l'altro che manda, nella sostanza e nella forma, la solidarietà ai diffidati. Insieme, e a maggior ragione a pochi centimetri, non possono stare.
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