Porta di Servizio
Notizie Chiesa locale e universale
12 ottobre 2025
Il primo documento ufficiale di Papa Leone XIV
Francesco Palazzo
https://www.portadiservizio.it/2025/10/12/il-primo-documento-ufficiale-di-papa-leone-xiv/
Una premessa è d’obbligo. Descrivere e commentare una esortazione apostolica quale è la “Dilexi te”, ossia il primo documento ufficiale di Papa Leone XIV, è molto complicato. Soprattutto per chi come me non ha importanti studi teologici alle spalle e solo una superficiale conoscenza della storia delle tante realtà consacrate della chiesa, cui il Papa attinge, con una scrittura molto scorrevole e piacevole, a piene mani.
Sono soltanto, dunque, le seguenti, solo le impressioni che sono rimaste a chi scrive dopo una sola lettura, seppure attenta, del documento. Che ho compulsato senza interruzioni e che meriterebbe molteplici approfondimenti e altre letture a più livelli di analisi.
La prima cosa che mi ha colpito è la passione che pervade tutta l’esortazione. Chi pensava che la dimensione, come dire, sentimentale, emotiva, di questo pontefice fosse più di qualche gradino in giù rispetto a quella di Francesco, dovrà senz’altro ricredersi. E pure chi riteneva la scelta del Conclave come un passo indietro rispetto al papa argentino, anzi in controtendenza rispetto ai suoi principi guida, avrà più di un motivo per ripensarci. Non soltanto perché – a mio personale giudizio – nell’esortazione nulla va in un’altra direzione rispetto al papato precedente, ma anche per la dirimente circostanza che l’asse portante, il perno, il punto di partenza, è la frase, “Come vorrei una Chiesa povera e per i poveri!”, più di un programma di governo, che Papa Francesco utilizzò proprio all’inizio del suo pontificato.
Ed è proprio la povertà il filo conduttore del ragionamento molto convincente di Papa Leone. Che pure nel titolo si pone in continuità con Papa Francesco. La cui ultima enciclica è stata “Dilexit nos”, ci hai amati. Che adesso diventa “Dilexi te”, ti ho amato. Li il “ci hai amati” era riferito ad altro da noi. Qua il “ti ho amato” si gioca sul piano delle relazioni umane, orizzontali. In cui la prossimità verso chi non ce la fa, per tanti motivi, non soltanto quelli economici, diventa la cifra chiarificatrice e decodificante di un percorso di fede. Ti ho amato. Non, ti amerò. Non è un impegno indefinito e precario per il futuro, ma una constatazione che segue un’azione già posta in essere. Che ha dato i suoi frutti. In chi ha ricevuto e in chi ha donato.
Il Papa cita tutte le tante realtà cattoliche che si sono occupate nel tempo di assistenza alle povertà. Che sono sempre plurali e non sempre sono identificabili con i conti in banca. Leone XIV fa pure una carrellata molto godibile dei papi che si sono occupati della questione sociale. Citando ovviamente il suo quasi omonimo Leone XIII, il quale, con la “Rerum Novarum” a fine 800, inaugurò quella che da quel momento in poi si è chiamata dottrina sociale della chiesa. Da questo punto di vista il Papa, pur sottolineando l’importanza delle opere di carità, a partire dall’elemosina, che ci fanno incontrare la faccia dell’altro, mette in rilievo, citando ordini ecclesiastici e movimenti popolari, il fatto che gli interventi sulle povertà non possono che mirare alla promozione integrale degli individui. Culturale, umana, sociale, economica.
La citazione del Concilio Vaticano II, oltre ai motivi più pertinentemente teologici, va dritto al nocciolo duro dell’avventura conciliare aperta a sorpresa da Giovanni XXIII in pieno travaglio novecentesco. Cosa è stato il Concilio se non il tentativo, sempre in itinere sia chiaro, della Chiesa di mettersi meglio in contatto con il mondo. Rapporto Chiesa-Mondo. Questa fu la diade allora usata.
E cosa è questa visione e contaminazione con il mondo se non quella di guardarne soprattutto gli angoli di sofferenza individuale e collettiva, che riguardano tutti, in cui si tenta di trovare il bandolo della matassa della vita nel pianeta terra. L’esortazione papale non lascia spazio a fraintendimenti e dubbi. Una chiesa che non sappia vivere la dimensione della povertà, che ne faccia un semplice orpello, un ornamento inutile o peggio retorico, sarebbe portatrice di una fede falsa o poco cristiana.
Del resto la data di pubblicazione dell’esortazione è il 4 ottobre, festa di San Francesco, il principe della povertà, il nome programmatico scelto del predecessore di Papa Leone. A volere rimarcare pure in questo una qualche vicinanza con il Papa argentino, pur nelle differenze connaturate a ciascuno di noi, perché la Chiesa di tutto ha bisogno fuorché di fotocopie. Ma è chiaro che come Francesco parlava a tutti, anche questa esortazione è diretta a tante orecchie e coinvolge davvero tutti. A qualsiasi livello di responsabilità.
Questo primo importante documento richiama tutti a liberarsi dallo specchio dell’ego, o almeno a metterlo un po’ da parte, per ascoltare, direi auscultare, termine medico che indica un approccio molto più attento e personale, anzi fisico, il grido a volte silenzioso delle altrui povertà. E, perché no, pure delle proprie. Magari guardando sotto il tappeto dei beni materiali, compreso il denaro, su cui poggiamo gran parte dei nostri passi nel passaggio da questo mondo. Forse chi sa sentire le proprie povertà può percepire quelle degli altri. Che sono pure, aggiungiamo, le povertà di un mondo che stiamo lasciando davvero malmesso alle prossime generazioni.
Mandando a quel paese il concetto e l’impegno relativo alla sostenibilità dello sviluppo. È un documento da leggere personalmente e comunitariamente questo primo del nuovo Papa. Non soltanto nelle parrocchie o all’interno del solo mondo cattolico. A proposito di povertà, ci accorgeremo che ci arricchisce di qualcosa e ci apre scenari nei quali tutti, tutti, dovremmo riconsiderare le nostre storie.
Come scrivevo all’inizio, ho riportato solo qualche impressione per me significativa e omesso chissà quanto d’importante. Ma ciascuno può farsi direttamente la propria opinione leggendo direttamente al link del sito della Santa Sede dove l’esortazione di Papa Leone XIV è pubblicata, che è il seguente: https://www.vatican.va/content/leo-xiv/it/apost_exhortations/documents/20251004-dilexi-te.html.