sabato 2 novembre 2019

Suore e gravidanze, i fanti più chiusi dei santi.

La Repubblica Palermo – 2 novembre 2019
Quei laici bigotti che condannano le suore mamme
Francesco Palazzo




Che novità viene a rappresentarci la circostanza che due donne sono incinte? Capita in ogni famiglia. In questi casi ci si felicita e si porgono i migliori auguri alle future mamme e a coloro che verranno al mondo, conclusa, si spera bene, la gestazione. Tranne che non accada a una suora. In Sicilia gli ultimi due casi. Nel Messinese e nel Ragusano. Ovviamente i social network si sono scatenati. I commenti, molto al di sotto della cintura e del minimo sindacale di decenza, si moltiplicano. Si viene messi alla berlina, con espressioni irripetibili e disumane, solo per il fatto che capita di vivere la cosa più naturale che possa accadere: diventare madre. Anzitutto possiamo notare che a vivere la dimensione sessuale come una colpa e un tabù non sono soltanto gli ambiti strettamente clericali ma pure ampi, laicissimi e moderni strati di popolazione che vivono fuori dalle sagrestie. Poi non si capisce il motivo dell’inconciliabilità tra fede consacrata e amore per un’altra persona e per i figli, anche se da questo punto di vista, e sul diaconato alle donne, buone notizie arrivano dal Sinodo Panamazzonico. Inoltre, ci si può domandare perché quando un prete o un frate vanno via per motivi sentimentali si dice che ha prevalso l’amore. Le donne, invece, sono schiacciate sotto vagonate di violenza verbale, che è come quella fisica. Altro aspetto da rilevare è che si tende a sottolineare in simili occasioni, cosa che non si fa quando sono coinvolti uomini, sacerdoti o religiosi, la bontà delle realtà ecclesiali in cui hanno svolto il loro ministero: «Però era una brava ragazza...». Come se i frutti dell’amore che crescono dentro un grembo sporcassero il terreno circostante. Ma per quale motivo una donna in gravidanza dovrebbe pregiudicare il buon nome di qualcosa o inquietare una comunità, quasi si trattasse di pedofilia o di reati gravi e disonorevoli? Viene fuori un modello culturale, ancora dominante, che vede la donna in una situazione di grave e persistente minorità. Sia tra i santi che tra i fanti.

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