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Speciale Giubileo 2025
La Chiesa e i giovani, oggi come ieri. Strade nuove per un dialogo
Francesco Palazzo
3 agosto 2025
Il Giubileo dei Giovani, che ha portato oltre un milione fra ragazze e ragazzi a Tor Vergata, somiglia molto alla Giornata Mondiale dei Giovani istituita quarant’anni fa da Papa Wojtyla. Era il 1985, anno internazionale della gioventù. La giornata della gioventù, tra appuntamenti diocesani e mondiali, ha già conosciuto 41 edizioni. L’altro Giubileo della Gioventù è stato a Roma nell’aprile del 1984.
Tantissimi gli appuntamenti importanti di questo Giubileo. Ma non si può negare che questo dei giovani abbia un carattere assai speciale, direi unico. C’è un luogo comune che trova il punto di caduta nella seguente frase: “I giovani sono il nostro futuro”. Che in realtà vuol dire soltanto che per i grandi questo futuro è davvero molto lontano.
La Chiesa e i giovani
Con questi ormai consueti appuntamenti la Chiesa mostra di avere, invece, un vero interesse oggi, non nel futuro, per questa fase fondamentale dell’età umana. Sono anch’io cresciuto, nei due decenni tra gli anni Settanta e Ottanta del cosiddetto secolo breve, in realtà lunghissimo, in un ambito parrocchiale, nella chiesa di San Gaetano. Dove don Pino Puglisi, ucciso da vile e senza onore mano mafiosa, fu presbitero negli ultimi tre anni della sua vita.
Noi giovani allora eravamo tanti e ciò era valso anche per le generazioni precedenti la mia. Per la verità in quei tempi c’erano anche altri centri di aggregazione e di formazione. Erano i partiti, di centro, di sinistra, di destra o extraparlamentari che fossero, mobilitavano anch’essi le vite di tante ragazze e tanti ragazzi. Oramai, purtroppo, dobbiamo notare, si sono trasformati tutti in comitati elettorali suddivisi in fazioni ferocemente contrapposte al loro interno. I giovani continuano ad esserci, seppure in numero molto inferiore rispetto al passato.
Ma non ci sono più i riferimenti ideali di un tempo. Si appartiene a questa o quella cordata e difficilmente il linguaggio politico giovanile è diverso da quello acuminato e di parte degli adulti. In ambito cattolico sono invece ancora rinvenibili degli orizzonti di impegno e di fede comuni nel mondo giovanile.
I punti di domanda che si potrebbero provare a dipanare, con riferimento al mondo cattolico, si possono riferire alla consistenza numerica dei giovani a livello parrocchiale e al tipo di approccio che la Chiesa utilizza per farli crescere sempre più in quantità e qualità.
I giovani e la fede
Secondo le più recenti statistiche, i giovani che dai 18 ai 35 anni frequentano i riti cattolici sono intorno al 10%. Tale percentuale non può che scendere se consideriamo quanti gravitano in maniera costante negli ambiti parrocchiali per impegni che vanno al di là dei riti. Ai miei tempi in parrocchia, oltre la messa domenicale, si discuteva in momenti specifici per giovani, si giocava, si facevano gite, si vivevano in modo più intenso i periodi natalizi, pasquali, le Quarantore e si aveva un dialogo costante e anche personale con il parroco.
Certo, le forme attraverso le quali si comunicava allora con noi giovani non sono più moneta formativa utilizzabile oggi. C’è da chiedersi se e in che modo si possono intercettare nel terzo millenio le dinamiche giovanili. Tenuto pure in conto che non c’è più come in tempi remoti la catena familiare a fare da traino. Adesso, com’è giusto che sia, le ragazze e i ragazzi decidono per conto proprio.
Quando mi capita di dialogare con persone gravitanti biograficamente nella molto ampia, e per nulla unificabile, fascia d’età compresa tra i 18 e i 35 anni, riscontro punti di partenza e riferimenti abbastanza diversi, anche se non del tutto, dai miei alla loro età. Ma non per questo meno profondi o banali. È soltanto cambiato, tra Novecento e Ventunesimo secolo, il mondo. Quello degli adulti e quello dei giovani.
Le singole parrocchie e le diocesi, spentisi i riflettori di questi appuntamenti aventi caratura internazionale, dovrebbero sempre più, considerato che già senz’altro lo fanno, intensificare con approcci nuovi il dialogo con i giovani presenti e soprattutto con quelli che si tengono lontani.
Non per fare proselitismo con questi ultimi. Sarebbe una pessima modalità per fallire in partenza. Ma per sperimentare insieme a loro, e a quelli già impegnati, tutte le possibili vie che possono essere aperte dal messaggio che proviene dalla buona novella evangelica.
Papa Leone XIV ha detto durante la veglia alla presenza di un milione di giovani: “Cercate con passione la verità”. Ecco, è questo un percorso che può attrarre tanti altri milioni di giovani.