ROSALIO
1 Nov 2025
Francesco Palazzo
Palermo - Pescara, dal Barbera e dintorni è (quasi) tutto
«Il Palermo non vince sempre ma non perde mai per davvero».
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E insomma, 125 non sono poca roba. Nel mezzo tanta storia se non sono secondi, minuti, ore ma anni come quelli che la massima espressione del calcio palermitano, e al momento siciliano, celebra oggi. La storia ci dice che il Palermo emette il primo vagito l’1 novembre 1900. Pare che si debbano ringraziare gli inglesi, grazie al loro contributo e a quello di un giovane che aveva conosciuto il calcio in Inghilterra, nasce il rosa nero. «Rosa come il dolce e nero come l’amaro». È il motto associato ai colori del club. Proviene, apprendiamo, da una lettera del 1905 di Giuseppe Airoldi a Joshua Whitaker, che propose i colori rosa e nero per riflettere i successi alterni della squadra, simboleggiando la gioia (il dolce) e le delusioni (l’amaro). I primi presidenti, capitani e allenatori furono inglesi. Poi da viale del Fante sono passate tante storie dirigenziali, tanti giocatori e allenatori, momenti belli, discreti, appena sufficienti, scarsi e nero pece. Questo che stiamo vivendo dal 2019, a prescindere dalle valutazioni che si possono e si devono dare su partite, classifiche e annate, è un buon momento. Il Palermo è in solidissime mani, dopo che un palermitamo come Dario Mirri ha prima preso su di se il peso di una società che ha dovuto ripartirere dalla D e poi, una volta che i rosa sono tornati nel calcio che conta, ha coinvolto il City Football Group, una holding multinazionale britannica attiva nel campo dell’intrattenimento sportivo di prima grandezza sullo scenario mondiale. Poi ci sono i tifosi, certo, gli affezionati che ci sono sempre, i simpatizzanti che non lesinano partecipazioni direttamente sugli spalti e il resto che non di rado consente di riempire come un uovo il Barbera. Essere tifosi non vuol dire affatto pensare di permettersi tutto in termini di parole e azioni. Ho assistito ad una quasi lite tra due persone, una delle quali oltremodo agitata. Quest’ultima sosteneva che veniva a tifare e perciò il sottinteso, l’implicito, era che tutto gli è consentito a livello verbale. Non può essere così. L’amore per i rosa, che si tramanda di padre in figlio (per favore vedete il breve video interpretato alla grande da Roberto Lipari e Tony Sperandeo in occasione di questo 125mo), deve essere anche un insegnamento di come si sta al mondo. La civiltà dentro e fuori lo stadio, la compostezza, il rispetto per gli avversari in qualsiasi momento.
Nel suggestivo inizio della commemorazione, prima della suonata di violino sotto il grappolo di palloni a centrocampo, il presentatore ha ricordato, tra chi non poteva esserci senza averlo deciso, gli operai morti durante il rifacimento dello stadio per i mondiali del 1990 e le donne uccise da chi ha scambia l’amore per il possesso. Il grappolo di palloni si alza dipingendosi tutto di rosa e sulle note della canzone di Sergio Endrigo, Io che amo solo te, una ballerina balla in aria attraversando tutto il perimetro del Barbera.
Sì c’è pure la partita con il Pescara. I rosa prima dell’undicesima sono sesti a 16 punti, ma potrebbero essere settimi perché la Juve Stabia a 14 punti deve recuperare in casa la decima giornata. Il Pescara è in zona retrocessione. Insulti soliti ai catanesi, i consueti fischi di ogni incontro alla formazione avversaria annunciata dallo speaker, insulti e striscione ingiurioso contri i tifosi avversari. Ecco, alcune cose intanto, nel tramandare l’attaccamento al rosanero, da non insegnare invece ai figli, sono per esempio queste imbecillità.
Palermo in una bella maglia rosa molto chiara. Gialli i pescaresi. A fine primo tempo i rosanero vincono 1 a 0, diverse occasioni sprecate ma il Pescara non è certo il Monza che ne ha fatti tre martedì scorso. All’inizio del secondo tempo i rosa mettono in freezer la vittoria con il 2 a 0. Al 60mo quasi il 3 a 0 è solo una formalità. A un quarto d’ora dalla fine Brunori torna in rete e sono quattro. A pochi minuti dalla fine Diakitè fa il quinto. Questo punteggio va in qualche modo a ricompensare, con gli interessi, la sconfitta cocente di pochi giorni fa. Non sappiamo quando è stato l’ultimo 5 a 0 dei rosanero in B.
Il Palermo sale al quinto posto, classifica in testa corta. Va detto che il Venezia stasera sesto deve ancora giocare e stessa cosa devono fare la seconda, la terza e la quarta in classifica. C’è una conferma. Con le squadre non di prima fascia il Palermo non ha problemi. Ma in A vanno in tre e le compagini di prima fascia sono almeno sei. Dunque i rosanero devono fare vedere cose buone anche contro le formazioni forti. Adesso, forse Juve Stabia a parte, otto partite non difficili prima della seconda giornata del girone d’andata a gennaio 2026, quando i rosa incroceranno nuovamente il Modena.
Per riprendere la genesi dei colori del Palermo, stasera, nella torta del 125mo, ha prevalso il rosa della soddisfazione. Il nero è rimasto fuori. Ma non tutte le partite potranno essere così semplici. Anche se qua occorre citare una frase sentita in ambito di presentazione del 125mo al Barbera stasera. «Il Palermo non vince sempre ma non perde mai per davvero».
