venerdì 8 agosto 2008

La Palermo provinciale alla corte del sultano

LA REPUBBLICA PALERMO VENERDÌ 08 AGOSTO 2008
Pagina I
LA SANTUZZA SURCLASSATA
FRANCESCO PALAZZO

Dunque, il grande evento dell´estate palermitana è l´arrivo del sultano dell´Oman. Il carro di Santa Rosalia, appena festeggiata, è stato surclassato dallo sfarzo del panfilo reale. I palermitani, pratici come sono, alla Santuzza chiedono il grande miracolo, sapendo che difficilmente si verificherà. Ma al ricco monarca rivolgono più prosaiche e immediate istanze. Su tutte spiccano le richieste di lavoro. Eppure ci sono state recentemente le elezioni regionali. Evidentemente queste persone non hanno sostenuto i candidati giusti. Ve n´erano alcuni che sul mercato del lavoro in Sicilia contano, con tutto il rispetto, più di un sultano. C´era chi addirittura si aspettava che il re, come nelle fiabe che si raccontano ai bambini per farli addormentare la sera, non appena arrivato al porto si prodigasse a lanciare sulla folla banconote e regali. Non c´è solo l´ingenuità popolare. Pure il mondo del commercio ha sentito fortemente il richiamo del grande evento. Le cronache raccontano di molteplici doni giunti sino al porto e rispediti ai mittenti. C´è pure chi ci ha provato, invano, con gli ormai pericolosissimi cannoli. Tuttavia i titolari degli esercizi commerciali che vendono le marche più prestigiose si dicono contenti degli incassi di questi giorni. Lievitati sensibilmente per lo shopping delle centinaia di persone al seguito del sovrano omanita. Come se Palermo non fosse la quinta città di uno dei Paesi più industrializzati al mondo, dove l´economia non dovrebbe attendere lo zio d´America (in questo caso d´Arabia), ma uno dei più poveri centri abitati del Corno d´Africa. Deve essere davvero grave la situazione economica a Palermo, se anche in pieno periodo di sconti il commercio delle vie centrali si trova ad aspettare con trepidazione e speranza, a quanto pare ripagate, gli acquisti generosi dei ricchi arabi. Che dire poi dei politici che rappresentano le pubbliche istituzioni? Anche loro attendono e auspicano omaggi in favore della Sicilia. Ci si spinge a chiedere cavalli di razza bianca che servirebbero a ripopolare l´istituto ippico regionale. Ma la Regione non ha i soldi per comprarli, questi cavalli, se sono davvero utili? O deve attendere il grande benefattore? Insomma, da qualsiasi parte si guardi la cosa, i diversi ambienti della nostra città, quello popolare, quello commerciale e quello politico-istituzionale, stanno facendo a gara per dare un´immagine davvero provinciale della nostra terra. Come se fossimo, appunto, l´ultima provincia del mondo e non un luogo che per storia, tradizioni, cultura e, perché no, democrazia vale molto di più di un panfilo, pur megagalattico, e di un certo numero di lussuose automobili messe in bella mostra ai suoi piedi. Ma tant´è. Questo passa il convento. E se non c´è di meglio in città, va bene pure divertirsi come un tempo. Quando le giostre e i venditori ambulanti soggiornavano per giorni nei paesi dell´interno durante le feste patronali. In quei momenti si poteva vivere diversamente, immaginando una realtà meno grama di quella quotidiana. Una volta, a Palermo, in questo periodo si poteva apprezzare la programmazione estiva messa su dalle istituzioni pubbliche, Comune in testa. Oggi non rimane che guardare da lontano, dietro le transenne, come tanti improvvisati mendicanti, il lusso esagerato che una democrazia non può e non deve permettersi. Quando il monarca sarà lontano, l´ultimo pezzo d´estate palermitano scivolerà via nella consueta routine. Dopo che il panfilo salperà assieme al sovrano e alla sua corte, non ci rimarrà che scegliere, questa volta non dietro le transenne ma in diretta, tra il cantiere delle case popolari in costruzione occupato allo Zen e la cattedrale che rischia di cadere a pezzi.

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