lunedì 4 agosto 2008

Palermo: ZTL, Londra, Cavour e Garibaldi


LA REPUBBLICA PALERMO - SABATO 02 AGOSTO 2008

Pagina I
La polemica
Il tramonto delle Ztl, la politica indecente
FRANCESCO PALAZZO


I cartoncini delle Ztl, ormai teoricamente inutili dopo la sentenza del Tar ma ancora in grado di tornare fondamentali a seguito del pronunciamento settembrino del Cga, non sono spariti dalle auto dei palermitani. Molti li tengono ancora incollati sui parabrezza, ben protetti nel loro involucro di plastica, come se niente fosse accaduto. Forse sono i più saggi. Qualcosa ci dice che la storia non si è ancora chiusa. Altri hanno preferito una sistemazione più sobria, meno vistosa ma sempre attendista, e li hanno spostati nel vano portaoggetti, dentro l´involucro che contiene libretto e documenti assicurativi. Quelli più ansiosi li hanno sistemati nel risvolto interno del parasole, lato autista, più a portata di mano per ogni evenienza operativa. A occhio e croce, coloro che hanno fatto abbandonare le macchine ai preziosi tagliandi di un tempo recente non dovrebbero essere molti. Il siciliano ormai sa che niente è più eterno dell´incerto e del momentaneo, anche quando è messo in discussione o cancellato dall´autorità costituita. Anzi, forse è proprio in quel momento che comincia a vivere vita vera. Nel frattempo il comune annuncia rimborsi e c´è pure un sito (www.rimborsoztl.com) dove gratuitamente vengono fornite indicazioni per rientrare in possesso dei soldi spesi per il mitico cartoncino.Chi non si pone nessun problema è quella fascia, non vasta ma rappresentativa, di palermitani automuniti che non si è fatta travolgere dalla frenesia del mettersi a posto e non è incappata nelle insostenibili code che ancora ricordiamo. Questi hanno atteso la sentenza del Tar e per qualche settimana, dopo la fine (chissà) della storia, hanno preso bonariamente in giro amici, conoscenti, colleghi e familiari che non avevano saputo resistere alla tentazione di dotare il proprio bolide dell´ultimo ritrovato in grado di farlo transitare più fiero e sicuro di sé. Ironia a parte, questa delle Ztl può sembrare una cosa seria se guardiamo soltanto il nostro brodo di coltura, che dovrebbe essere quello di una delle più grandi città italiane e invece, nella sostanza, è talmente provinciale da non fare più notizia oltre lo Stretto. Te ne accorgi quando varchi i confini nazionali per immergerti nel clima di una grande capitale europea come Londra. Per una settimana vedi una città sterminata piena di autobus che passano ogni tre minuti, un fiume di taxi, tanta gente in bici e pochissime auto private. Ti chiedi: sono cose dell´altro mondo o si potrebbero fare anche da noi? E pensi anche che lì, dal punto di vista amministrativo, poco importa se siano i laburisti o i conservatori a governare. A quelle latitudini la cosa pubblica è sganciata dagli interessi delle tribù, dalle correnti politiche fameliche, dagli appetiti personali smodati e dagli interessi privati, palesi e occulti, che girano intorno alla spesa pubblica. Ripiombati a Palermo, ci pare che nulla sia cambiato dal 20 giugno scorso. Quando leggevamo la notizia della protesta di un sindacato. Denunciava che i mezzi dell´Amat circolanti erano passati da 330 a 230. Piuttosto, in un ambito più generale ma fortemente significativo, si aggiunge un altro tassello. Solo dopo un estenuante braccio di ferro, il bilancio del Comune ha passato il vaglio della consistente maggioranza politica che governa Palazzo delle Aquile. Le diverse anime che la compongono non trovavano l´accordo perfetto sui posti da spartirsi. Dalla giunta provinciale a quella comunale, sino ad arrivare alle società partecipate. Forse, più che le Ztl, da noi ci volevano e ci vorrebbero le Zpd: zone a politica decente. Ma siccome siamo furbi, per parlar d´altro, ce la prendiamo con Garibaldi e Cavour. Pensavamo da tempo che i mandanti occulti della brutta politica siciliana fossero notissimi insospettabili.

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