giovedì 15 ottobre 2009

PD, quest'anno niente festa

LA REPUBBLICA PALERMO - GIOVEDÌ 15 OTTOBRE 2009
Pagina I
I silenzi del Pd che ha perso la sua festa
Francesco Palazzo

Lo scorso anno l´orgogliosa parola d´ordine fu la seguente: a Palermo la Festa dell´Unità non si tocca, neanche a parlarne di Festa democratica. Almeno per un altro anno il nome storico sarebbe rimasto. Poi, passando dalle parole ai fatti, le cose andarono diversamente. Si chiamò Festa democratica e si tenne dal 21 settembre al 1° ottobre. Si parlava di Obama e vi furono più confronti con esponenti del centrodestra, presidente della Regione, della Provincia e assessore alla Sanità in testa. Nessuno con la parte a sinistra del Partito democratico. Segno dei tempi, quasi un´era fa. Era ancora vivo il mito dell´autosufficienza maggioritaria. Al di là di questi rilievi, e del nome, l´appuntamento tradizionale fu confermato. Quest´anno neanche a parlarne. Niente Festa, né dell´Unità, né democratica. In Sicilia l´appuntamento arrivò nel 1951, quattro anni dopo che nel resto d´Italia. È stato, da allora, un momento fisso di fine estate. Anche i più recalcitranti verso il centrosinistra, almeno per un dibattito o un concerto passavano da lì, dal Giardino Inglese. Ma ho anche un vivo ricordo di un concerto di Gino Paoli a Villa Giulia. La Festa a Palermo, vista la centralità politica della città, è sempre stata un evento che ha dato la linea su alcune tendenze del partito e dell´intero schieramento di centrosinistra. E dire che quest´anno non sarebbe mancata la carne al fuoco. Fra i tanti argomenti caldi se ne possono contare almeno tre. Basta pensare, per fare un primo esempio, alle primarie aperte a tutti che si svolgeranno il 25 ottobre per l´elezione del segretario regionale. I tre in lizza - Giuseppe Lumia, Giuseppe Lupo e Bernardo Mattarella - gravitano nel Palermitano. Sarebbe stata sia una buona occasione per conoscere meglio il tipo di partito che ognuno dei tre vorrebbe in Sicilia, sia un´importante cassa di risonanza per far avvicinare più gente possibile alle primarie. La cui campagna, detto per inciso, è abbastanza flebile e arriverà appena a sfondare, se va bene, il muro degli iscritti più legati al partito. In secondo luogo, altro tema ancora più scottante, la vicenda regionale. Il Partito democratico è l´unica forza d´opposizione presente all´Ars. C´è una spaccatura più che evidente tra delegazione parlamentare e partito, e all´interno dello stesso gruppo dei deputati regionali. Tra chi vuole vedere tutte le carte di Lombardo e chi legge in questo comportamento un´accondiscendenza incomprensibile sono volate parole grosse. Quale occasione migliore della Festa per far giungere all´opinione pubblica gli intendimenti del partito sulla politica regionale? Un terzo aspetto riguarda la vicenda palermitana. È fuor di dubbio che quanto accade politicamente a Palermo influenza largamente il quadro politico regionale e nazionale. Sinora l´opposizione alla giunta in carica ha avuto gioco facile. Sono stati tali e tanti gli svarioni amministrativi del centrodestra, che hanno prestato più di un fianco a critiche profonde ed efficaci. Fuori e dentro i luoghi istituzionali. Come non ricordare, per rifarci solo all´ultima vicenda, il gommone portato in piazza e le barchette agitate contro il primo cittadino? Però, dal momento in cui si sgonfia il gommone del malcontento e si mettono in soffitta le barchette della ribellione, si deve offrire una possibilità concreta al corpo elettorale di guardare e scegliere da un´altra parte. Alternativa, a meno di non volersi prendere in giro, che a tutt´oggi non esiste. Ecco, più di un approfondimento in tal senso sarebbe potuto venire durante la Festa, quest´anno in silenzio, insieme con qualche spunto concreto verso una democrazia dell´alternanza e non solo della protesta. Qualche mese addietro il Partito democratico ha invaso la città con un manifesto. Diceva che era pronto a governare Palermo. In un´affollata assemblea i toni erano stati bellicosi. Si annunciava un veloce raccordo con gli altri gruppi di centrosinistra presenti in Consiglio. Il fine era quello di arrivare a un piano comune per affrontare subito, e non come sempre all´ultimo momento, la prossima tornata amministrativa a Palermo. L´intenzione era buona. Eppure, dal giorno dopo, non se n´è saputo più niente. Del resto, basta andare sullo spazio web del Partito democratico palermitano per leggere un laconico «sito in costruzione, riprovare più tardi».

1 commento:

  1. Dici: "dal momento in cui si sgonfia il gommone del malcontento e si mettono in soffitta le barchette della ribellione, si deve offrire una possibilità concreta al corpo elettorale di guardare e scegliere da un´altra parte. Alternativa, a meno di non volersi prendere in giro, che a tutt´oggi non esiste."
    E' per questo che non mi va di andare in piazza a protestare... Desidero costruire l'alternativa, oltre che la facile protesta...
    Hai ragione, forse la festa dell'Unità ci avrebbe consentito di capire chi tra Mattarella, Lumia e Lupo è il migliore (o il meno peggio). Ciao.

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