lunedì 2 agosto 2010

Come risparmiare sui fondi pubblici

LA REPUBBLICA PALERMO – MERCOLEDÌ 28 LUGLIO 2010
Pagina I
I cento modi di sprecare i soldi dei contribuenti
Francesco Palazzo

Quando si parla di costi della politica, la prima pietanza che viene data in pasto all´opinione pubblica, ed è notizia recente per i deputati dell´Ars, è il taglio delle indennità degli eletti. Nei discorsi da bar, gli stipendi percepiti da coloro che rivestono cariche elettive, sono continuamente nel mirino, anche se bisognerebbe dire che non si possono mettere tutti sullo stesso piano. L´altra settimana, il sindaco di un paese delle Madonie rivelava che per effetto della Finanziaria la sua indennità mensile scenderà da 1.800 a 1.300 euro, e a lui non resterà altra scelta che tornarsene a lavorare a tempo pieno, diminuendo al minimo il suo impegno per i tanti problemi che ha un paese di diecimila abitanti. Gli faceva eco il primo cittadino di un comune più piccolo dell´area madonita, che guadagna, pressappoco, quanto un precario. Lo stipendio di un sindaco è un costo che la collettività dovrebbe sobbarcarsi con maggiore convinzione. Peraltro, i guadagni delle cariche elettive sono sotto i riflettori. Ciò non accade per i tantissimi incarichi di sottogoverno, donati a galoppini, grandi elettori, portaborse e via elencando. Se a ciò aggiungiamo le consulenze, che in Sicilia non si negano a nessuno, ci troviamo davanti una montagna di spesa pubblica. Alla quale ogni tanto viene data una piccola limata, lasciando le cose sostanzialmente immutate. Non è difficile trovarsi davanti un ras di voti, che ha appoggiato il tal onorevole, poi diventato assessore, che lo ha omaggiato, per ringraziarlo di qualche centinaia di consensi, con una consulenza. Sai che quella persona ha un diploma tirato per i denti e ti chiedi in cosa caspita deve essere consultato. Quant´è ampio, in Sicilia, questo universo di compensi inutili, gravanti sulle nostre tasche? Difficile dirlo, protetto come è da occhi indiscreti e da interessi che vanno da destra a sinistra. Se davvero, e non per vendere fumo, si avesse l´intenzione di iniziare una moralizzazione della vita pubblica, questo vasto settore sarebbe quello da dove partire immediatamente. Comuni, province e regione sono gonfi sino all´inverosimile di personale, tra presenti in organico e precari in via di stabilizzazione. All´interno di questo enorme bacino di risorse umane, è banale dirlo, per la legge dei grandi numeri, è senz´altro possibile rintracciare tutto ciò che serve, in termini di qualità e quantità. La lista prosegue. Una categoria a parte è quella dei comandati. Che spesso usufruiscono, per arrivare all´ambita scrivania e guadagnare qualche gruzzolo in più, di legami con questo o quel potente. Quanti ve ne sono, provenienti da altri luoghi pubblici, magari corsie ospedaliere che soffrono di organici ridotti al lumicino e turni massacranti, nell´amministrazione regionale? Possibile che da una parte si dice che si è troppi e dall´altra si chiamino rinforzi? I quali non apportano niente che già gli uffici non abbiano. Ed anche quando risultano depositari del lume della genialità, ed è, capirete, come fare un terno al lotto, sono destinati a passare come meteore. Non lasciando niente dietro di sé e del tutto sguarniti gli uffici che si riducono a meri esecutori di ordini. Per non parlare, poi, degli uffici di gabinetto. Ci si scandalizza tanto per i direttori esterni rimossi perché non avevano i titoli, e non si fa lo stesso per i soggetti imbarcati nelle amministrazioni pubbliche siciliane, Regione in testa, senza che ve ne sia il minimo bisogno. Ecco, se proprio si vuole dare una svolta, non ci si prenda in giro con i 550 euro in meno ai deputati regionali e non si mortifichino i sindaci delle piccole comunità. Si proceda a una pulizia totale di tutti gli emolumenti ingiustificati e degli incarichi senza senso. E si avvii una valorizzazione, considerando meriti e titoli, delle sovrabbondanti piante organiche. Si raggiungeranno due obiettivi. Un effettivo, e non populistico, risparmio e uffici pubblici che saranno messi nelle condizioni di servire, non la politica, ma i siciliani.

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