venerdì 19 novembre 2010

PD, voti e rivoluzioni

CENTONOVE
Settimanale di Politica, Cultura, Economia
N. 44 del 19/11/2010 - Pag. 46
PD tra consenso e riforme
Francesco Palazzo

Le scelte del PD siciliano, oltre il risvolto giudiziario, possono essere valutate anche dai due punti di vista politici accampati dai democratici. Il PD sostiene di avere spaccato il centrodestra, ponendo le basi per l'alternativa. Ciò dovrebbe concretizzarsi, per mantenere i democratici un ruolo non marginale in futuro, in un aumento di consenso. L'altra motivazione del PD sono le riforme, provvedimenti le cui conseguenze devono essere percepite e misurabili. Primo punto. Il PD, sostenendo di aver prodotto uno sconquasso nel panorama politico, non si rende conto che alcuni meccanismi di riposizionamento erano già in corso sullo scenario nazionale. Il centrodestra, sgretolandosi, ha prodotto tre nuovi partiti, FLI, PID e Forza del Sud, i quali, sommati ai preesistenti MPA, PDL e UDC, se si rivotasse oggi, o anche tra qualche anno, è molto probabile che si riprenderebbero, con qualche punto di interesse in più, quel 68,1 per cento totalizzato dal centrodestra nel 2008 alle elezioni regionali. La divisione di pezzi di ceto politico siciliano, non implica affatto che i voti volino come farfalle nella casa dei democratici. I quali, visto il voto d'opinione che guida i suoi elettori, rischiano, a destra, di cedere più che di prendere. Alla sinistra del PD, in Sicilia è facile pronosticare, nelle tornate elettorali future, come previsto nel resto del paese, delle buone performance di IDV, SEL e Grillini. Ciò si tradurrebbe in un'ulteriore emorragia dal forziere democratico. Insomma, né quanto sta accadendo ha per protagonista assoluto il PD, come sopravvalutandosi credono alcuni suoi esponenti, né questo partito può verosimilmente attendersi di guadagnarci in termini di voti. Allora, perché lo fanno? Dicono per il bene della Sicilia e indicano le riforme approvate. Siamo al secondo punto. Scuola, lavoro, sanità, acqua, rifiuti, apertura pomeridiana delle scuole, esenzione ticket. Questi i titoli. Domanda. C'è qualcosa che ci permette di capire, oggi, quanto c'è all'opera dietro questo afflato riformistico? Per l'acqua c'è una norma che impegna la regione, nel 2011, a fornire alle amministrazioni i parametri per eventualmente disdire, senza oneri, i contratti con i privati. Non c'è traccia, intanto, del comitato consultivo degli utenti previsto dalla legge. Gli esperti affermano che si tratta di aria fritta, infatti hanno presentato all'ARS una proposta di legge di iniziativa popolare, supportata da 35 mila firme, e si chiedono che fine abbia fatto. Sulla sanità, sinora al cittadino non è dato verificare un solo indicatore che sia migliorato. Nel frattempo può capitarvi di recarvi presso un laboratorio privato convenzionato e pagare per intero le analisi anche se siete totalmente esenti. Tale aspetto interessa l'esenzione dal ticket per le fasce meno abbienti, sempre a partire dal 2011. Sul lavoro, per il credito di imposta, che privilegia lavoratori svantaggiati e disabili, siamo ancora alla definizione delle procedure per la trasmissione delle istanze. Non si tiene, tuttavia, conto della massa di lavoro giovanile, specializzato, costretto a varcare lo stretto. E' recentissimo l'allarme della Banca d'Italia, che stima al 2,6 per cento il calo dell'occupazione in Sicilia nel primo semestre del 2010. Più del doppio dell'1,1 per cento, ossia la flessione registratasi in tutto il 2009. Quasi il triplo della media italiana (0,9 per cento). Più elevato della media del sud (1,8 per cento). Sulla scuola, dal 2011, pure in questo caso niente di misurabile oggi, è previsto, su fondi europei, che tra qualche anno saranno una lontana e sprecata possibilità, e solo per le scuole in zone a rischio, l'apertura pomeridiana. La scuola vive una situazione drammatica. Ben altro potrebbe fare una regione autonomistica. Il piano rifiuti non si è capito ancora cosa è, l'immondizia torna per le strade e si propone d'inviarla a Rotterdam. Tra le altre cose, viene elogiata la stabilizzazione dei precari alla regione. Requisito, saper fare una fotocopia. Ora dobbiamo aggiungere i più di tremila ex PIP, avviati sul sentiero del trionfo. Due messaggi chiari alle giovani generazioni che riempiono scuole superiori e università. Tiriamo le somme. Dal punto di vista elettorale questa operazione politica, per il PD siciliano, se non è lontano dal vero quanto argomentato, appare tutta in perdita. Per quanto riguarda le cosiddette riforme, sono tutte ancora da attuare e, se mai ne vedremo qualcuna realizzarsi, non sembrano affatto decisive.

1 commento:

  1. Lucidissima l'analisi. Anch'io credo che siano tutte negative, in termini di consenso elettorale e d'immagine, le conseguenze dell'appoggio del PD al governo Lombardo.

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