CENTONOVE
Settimanale di Politica, Cultura, Economia
15 aprile 2011
Pag. 46
Automobilisti indisciplinati
Francesco Palazzo
Un'automobilista siciliana, secondo quanto stabilito recentemente dalla cassazione, ha diritto non solo all'annullamento della multa e al ritorno indietro della somma impiegata per riprendersi la macchina rimossa, ma anche al risarcimento per lo stress subito dal doversi cercare il mezzo. La motivazione? L'operazione è stata posta in essere da un ausiliario del traffico. Il quale, non avendo i titoli per elevare la contravvenzione e quindi per far togliere forzatamente l'auto, è stato lui beccato in flagranza di infrazione. Le regole prima di tutto, non si discute. Dalla conclusione giudiziaria della vicenda possiamo, però, dedurne che se la multa, e il conseguente prelevamento del veicolo, fossero avvenuti per mano di un vigile originale, il disagio psicofisico non ci sarebbe stato e la sanzione non poteva essere impugnata. Perché comunque la macchina non era parcheggiata bene. Stava, almeno così abbiamo letto, sulle strisce pedonali. Sia chiaro, chi non ha mai peccato in tal senso, scagli la prima pietra. La casistica, lo sappiamo bene, è molto ampia. In pratica, si posteggia ovunque. Di più, si ritiene di avere non solo il diritto costituzionale, ma anche l'alibi morale di arrestarsi dappertutto. Siamo in Sicilia, lo Stato non c'è, i parcheggi latitano, sta pure piovendo, c'è afa. E che posso fare l'eroe? Schiacciati da secoli di storia, nessuno ci può negare i metri d'asfalto per adagiare le nostre casse metalliche. E, soprattutto, come dice la canzone, nessuno ci può giudicare. Chi si crede di essere un ausiliare del traffico per capire che sulle strisce pedonali non si può. Ci vuole un ingegnere, un astrofisico, uno con i titoli giusti. Altrimenti si fa come dico io. Devo prendere il pane? E' un'emergenza, dunque il mondo deve tirare il freno a mano. In particolare, quelle due macchine che devono attendere la fine dell'operazione bellica. In alcune strade, molto frequentate e centrali, la seconda fila è molto più che un credo religioso. Ho visto automobilisti togliersi per fare uscire auto che avevano bloccato e poi non occupare il posto libero, risistemandosi in seconda fila. Non parliamo della ressa che si crea davanti le scuole di ogni ordine e grado. Dove i genitori, se non arrivano a cinque centimetri dal portone con i loro bolidi, non sono contenti. Una mattina ho chiesto ai due, dico due, vigili che controllavano l'ingresso di una scuola elementare, come mai facevano mettere gli autoveicoli in modo tale da bloccare la vita di tutti. Mi è stato risposto che i signori e le signore non avevano parcheggiato a vita, tecnicamente sostavano temporaneamente. C'è una bella differenza, ci vuole poco a capirlo. Per temporaneamente, è inutile che ve lo spiego, si deve intendere il tempo che ci vuole per creare code di centinaia di metri. Senza contare gli scivoli previsti per le carrozzelle, abitualmente tappati da gente che forse cura così i propri nervi, ma se ne frega di quelli degli altri. Non parliamo, poi, dei Niki Lauda che sfrecciano, senza averne il diritto, sulle corsie preferenziali. Attenzione, ausiliari del traffico. Lì c'è quasi un diritto divino. Se li vedete, badate bene a non farvi travolgere dalla tentazione civica di intervenire, travalicando i compiti a cui siete stati assegnati, fischiettate e guardate dall'altra parte. Una parola si deve spendere sulla motivazione principale della suprema corte. Che si rifà alla comune esperienza della burocrazia farraginosa nel meridione. Cosa c'entra, con il posteggiare sulle strisce, non si capisce. Ma è il bollo definitivo sulla filosofia stradale dei siciliani. Come dire, benvenuti al sud.
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