Repubblica Palermo
30 luglio 2015
Pag. I
La dittatura dei posteggiatori
Francesco Palazzo
Sul fronte posteggiatori abusivi, abbiamo appena registrato la protesta
degli stessi perché all’Ospedale Cervello di Palermo si è deciso di far pagare
il parcheggio, assicurando alla struttura ospedaliera un canone superiore al
milione di euro in cinque anni. Novecento posti auto che non andranno più ad
alimentare le tasche di quanti pretendono di guadagnarci sin dentro un
nosocomio, ma quelle di una struttura pubblica. Ora, capiamo lo “sdegno” degli
abusivi, ma non abbiamo compreso, al di là dei piccoli disagi iniziali, la
protesta degli altri. Avete mai sentito di ribellioni quando nel grande
piazzale suddetto si doveva dare l’obolo ai parcheggiatori “proprietari” del
suolo? In questa città, quando si
converge verso la legalità, guadagnandoci pure, ecco che sorgono le invettive. Prima
avevo un atteggiamento di contesa con questa gente, che non è messa lì per caso,
ma deve farsi autorizzare dalla “ditta” che ha il controllo del territorio,
ossia Cosa nostra. Ora, faccio semplicemente finta di non vederli. Pago, se la
sosta è a pagamento, nelle macchinette o acquistando i tagliandi, oppure
lasciando l’auto se la sosta è libera, imponendomi di non sentire la frase “duttù,
u cafè nu pighiamu uora o dopo?”. L’altro giorno, zona Politeama, un
panormosauro imponente, vedendo che sto pagando alla macchinetta, mi dice di
stare tranquillo, di non farlo, ci avrebbe pensato lui. Rispondo che sono
tranquillo, preferisco pagare ciò che devo e che si tranquillizzi pure lui.
Capisce l’antifona e corre verso altre auto, sapendo che qualcosa, pur
trattandosi di zone blu al centro città, racimolerà. Perché a Palermo coloro
che pagano questo pizzo all’aria aperta sono in tantissimi e lo fanno senza
fiatare. Sino a quando, ovviamente, non c’è che da prendersela con il muro
basso di una pubblica istituzione che decide di cambiare radicalmente questo
stato di cose. A quel punto il coraggio dell’invettiva si trova. Del resto, lo
vedo ogni giorno in zona residenziale, con questa gente, che subappalta nelle
ore serali le zone di’influenza a extracomunitari, molta classe dirigente
socializza alla grande, paga, sorride, ricambia il saluto, che è come
riconoscere la signoria territoriale a chi non ha nessun titolo per
esercitarla, se non la violenza che può mettere in atto contro il tuo mezzo. E’
questa paura che va superata, perché se fossero sempre di più quelli che non
pagano, il fenomeno si eliminerebbe da solo. Ovviamente, occorre che l’esempio sia
dato anche da chi rappresenta le forze dell’ordine. Un piccolo esempio. Nelle
adiacenze di un bar del centro residenziale, ogni mattina, si creano sino a tre
strati di macchine che formano una pericolosa barriera di lamiere in prossimità
di una curva obbligata. Ebbene, sovente è possibile scorgere pure auto
pubbliche adagiate sull'asfalto, diciamo così, in maniera creativa. Un giorno
faccio notare la cosa a un agente. “Guardi che quelle macchine messe in quel
modo sono pericolose”. Fa un cenno al gentile posteggiatore di farle spostare. Insisto.
“Guardi che quello è un parcheggiatore abusivo”. Risposta. “Non mi dica niente,
stendiamo un velo pietoso”. Una possibilità di mostrare che cambiare si può,
potrebbe essere messa in mostra durante le partite del Palermo. I dintorni del
Barbera si riempiono di posteggiatori abusivi che stanno a pochi passi dalle
forze dell’ordine. Non si potrebbe tentare, lo diciamo a prefetto, sindaco e
questore, dal prossimo anno una vigilanza “pubblica” dei mezzi lasciati dai
tifosi che si recano a vedere la partita? Non si stratta di un territorio
sterminato. Chissà se assisteremo mai a un miracolo del genere. Intanto,
proprio a pochi metri e sin dentro il glorificato percorso arabo-normanno, uno
lo abbiamo visto l’altra sera esattamente a ridosso di S. Giovanni degli
Eremiti, i posteggiatori abusivi, forse anche loro promossi a patrimonio
dell’umanità, continuano a imperversare.
Accidenti, se hai ragione. Ieri ho lasciato l'auto all'interno della struttura ospedaliera della Guadagna e il posteggiatore abusivo, a cui non ho dato nulla, mi ha quasi minacciata quando sono andata via ...
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