La Repubblica Palermo - 30 12 2015
Ma per inquinare basterà pagare
FRANCESCO PALAZZO
Pagare per inquinare o non pagare e scordarsi tram, Amat e ogni parvenza di trasporto pubblico. Sembra questa la scelta che si troveranno davanti i palermitani nel 2016. Il tram è realtà ma, oltre che sui binari, scorre su due aspetti connessi che vale la pena evidenziare. Parliamo della Ztl e della tariffa che si dovrà sborsare. Prima domanda. Cosa è una Ztl? Cosa accade a Torino, Milano, Genova, Verona, Roma, Firenze, Bari e Bologna? Abbiamo l’impressione che, rispetto a Palermo, ci troviamo di fronte a due concetti di Ztl. Nelle città citate, come giustamente indica il termine limitato, non si può assolutamente, da non residenti, accedere in queste zone se non si è in possesso di specifiche autorizzazioni. A Bologna e a Milano un non residente sgancia cinque euro al giorno se vuole accedere, ed è chiaro che lo farà solo per eventi particolari. Non è che paghi cento euro una volta ogni 365 giorni ed entri per un anno intero 24 ore su 24. Se così fosse ovunque, andrebbe a farsi benedire l’ambiente e salirebbe ancora di più il picco di polveri velenose che stanno mettendo in ambasce molte città italiane, costringendo a targhe alterne o a chiusure totali. Per mettere in campo Ztl vere, devi fornire servizi di trasporto adeguati. Se non puoi fare questo, ti inventi la Ztl alla pasta con le sarde. Che consiste nel dire all’automobilista che ha acquistato la sua auto anche sedici anni addietro: vuoi entrare sempre dentro il cerchio magico anche se non sei residente? Pagare e sorridere. Con una somma la tua auto diventa pura come un giglio e ci scorderemo che in realtà inquina lo stesso. È vero che vengono fatte fuori le auto da Euro 0 a 2. Ma non cambia la struttura della Ztl palermitana, che non trova repliche in Italia. Sul fronte della spesa privata va detto che molte famiglie dovranno sborsare trecento o quattrocento euro. A ciò va aggiunto l’aumento del costo della sosta nelle strisce blu, portato dappertutto a un euro, anche se l’attuale amministrazione nel 2012 voleva eliminarle del tutto. Messa così, non ce ne voglia il Consiglio comunale che ha fatto nottate per tutti noi, sembra un modo di fare cassa. E qui siamo al secondo aspetto che vorremmo sottolineare. Non parliamo di un’imposta che viene raccolta da tempo, della quale si conosce la consistenza e che a un certo punto si destina a qualcosa. Ciò che andrà a saziare il tram, l’Amat e tutto il sistema di trasporto pubblico è una posta di bilancio di cui ancora non si conosce l’ammontare. Non è leggermente imprudente far dipendere tutto il sistema di trasporto pubblico della quinta città d’Italia da un’entrata ancora largamente incerta che dovrebbe andare a decrescere in condizioni ottimali? C’è infatti da augurarsi che, mettendo in campo condizioni migliori di mobilità nel tempo, solo una minima quota di palermitani pagheranno. Ma se ciò accadesse, visto che tutto è appeso al pagamento dell’obolo, che fine farebbero il tram, l’Amat e tutto il potenziamento della mobilità alternativa alle auto? Inoltre, non è leggermente temerario caricare su un’unica azienda, l’Amat, al momento pare in sofferenza, tutte le modalità di trasporto pubblico? Tutto ciò senza considerare che la Ztl potrebbe essere impugnata, come accadde nel 2008 con la Ztl venuta meno prima di emettere il primo vagito. Siamo contenti che il tram parta. Siamo pure disposti a non pensare che ci è costato quasi 18 milioni a chilometro. Vorremmo vederle sempre piene, quelle vetture, e non sappiamo se lo saranno subito. Cioè prima ancora che si completino le altre opere (anello ferroviario e passante). In atto pare che i numerosi semafori aggiunti nelle strade interessate al transito del tram creino non pochi ingorghi. Destinati ad aumentare ora che i convogli aumenteranno la loro frequenza. Altri punti di domanda, questi ultimi, che si sommano ai precedenti. Il 2016 si farà carico di diradare o confermare i dubbi.
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