mercoledì 15 marzo 2017

Uomo dato alle fiamme a Palermo: la reazione della città, l'informazione e la politica.

La Repubblica Palermo 
14/3/2017 - Pag. 3
La violenza, quel video e i senza tetto. Tre interrogativi tra fatti e polemiche.

Francesco Palazzo
Tre aspetti, sull’atroce violenza mortale subita dall’uomo che è stato dato alle fiamme, si possono evidenziare. La reazione di Palermo, il ruolo dell’informazione e l’uso politico della vicenda. Cominciamo da Palermo. Anche il contadino, mentre si parlava d’altro, mi ha chiesto. Se si fosse trattato di un omicidio di mafia in pieno centro o di un negozio distrutto dagli uomini del racket, il discorso non sarebbe stato introdotto. Una città che ha assistito quasi muta al fiume di sangue della seconda guerra di mafia è stata scossa come non mai questa volta. Ho persino letto che sì, la mafia ha ammazzato e uccide ma ha una sua finalità nel farlo. Eccidi in pieno giorno in mezzo alla folla, incaprettamenti vari, scioglimenti nell’acido, durante i quali pare si banchettasse mentre si giravano nella pentola liquido e corpi, sono iscritti nell’orizzonte di una tacita comprensione collettiva condivisa. Non c’è dubbio, allora. Al prossimo omicidio interno alle cosche la reazione sarà quella di prima. Si ammazzano tra loro, quando cade un mafioso, quindi non è il caso di fermarsi alla dimensione umana. Andate a vedere, invece, cosa si è scritto in rete nelle ore seguenti l’assassinio consumatosi sotto il porticato dei cappuccini, davanti al muro raffigurante San Francesco. Se uno si fosse trovato catapultato dalla luna, si sarebbe persuaso che in questa città non si era mai visto un fatto di sangue e i suoi abitanti fossero vissuti sino a quel momento nella quiete. Andiamo all’informazione. Parliamo del video molto commentato dai palermitani nei social network. Chi non li frequenta ne ha viste tante a Palermo, una volta pure una testa lasciata in un’auto nei pressi della stazione, che figuriamoci se può farsi traumatizzare da quelle immagini. Uscite dalle telecamere di sicurezza, hanno ripreso gli istanti in cui un uomo versa benzina sulla coperta sotto la quale c’è un altro uomo. Far vedere o no il video? Penso che non ci possano essere dubbi: quel video andava mostrato, stava poi alla libertà degli internauti se cliccarci sopra o rifiutarsi di vederlo. Talvolta si ha l’impressione che chi riceva l’informazione sia ritenuto mediamente, come si diceva dell’elettore medio qualche anno fa, come un bambino piccolo e neppure tanto intelligente. Le notizie, quando si può, devono essere veicolate in maniera diretta. Conoscete qualche filtro informativo che nel settembre del 2001 avrebbe potuto sostituire i due aerei che entravano nelle Twin Towers come dentro forme giganti di burro, evento che ha cambiato le ore della nostra storia contemporanea? Ai lettori, agli spettatori, non devono essere passate minestrine preriscaldate e poltiglie già masticate. A volte una buona informazione deve essere, quando può esprimersi con un’evidenza non mediata, come l’arbitro in campo, che meno si vede meglio è. Una foto, un video, un’immagine, un viso valgono più di mille parole. Chi ha visto l’eccezionale mostra sulle fotografie di Letizia Battaglia ai Cantieri culturali lo sa.Infine, su questa vicenda c’è stata anche una puntata politica. Cosa fa la politica per i senza casa e i senza nulla? Siamo in piena campagna elettorale e ci può stare tutto. Ma non si capisce in questo caso cosa c’entri. La persona che ha trovato la morte in maniera terribile possedeva una casa e dei familiari cui fare riferimento. Aveva deciso di vivere in quel modo perché riteneva evidentemente fosse la cosa migliore da fare. Questa, anche a livello politico, non è una città che si disinteressi dei meno fortunati. In tema di assistenzialismo non siamo secondi a nessuno. Anzi, con i soldi pubblici, spesso si imbandiscono tavolate per troppi.

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