La Repubblica Palermo – 30 giugno 2020
Perché Viale Regione assomiglia a una
roulette russa
Francesco Palazzo
La morte di un ragazzo in Viale della Regione Siciliana, investito mentre attraversava, pone ancora una volta sotto la luce dei riflettori le condizioni di agibilità di questa strada. Pensata un tempo per circumnavigare Palermo e che invece la taglia a metà come un’anguria. I pedoni dovrebbero trovare riparo nei sottopassi e sui ponti pedonali. Solo che i primi, costruiti tra gli anni ottanta e novanta, secondo una ricostruzione di fine 2019 non sono, tranne qualcuno, percorribili. I secondi sono presenti in un numero limitato per quella che è la lunghezza di questo asse viario. Un tempo si parlò dei ponti pedonali Perrault, poi si ebbero quelli che conosciamo, non proprio il massimo esteticamente. È evidente, considerato che in diversi punti il viale viene interrotto da attraversamenti pedonali, che le cose non sono messe come dovrebbero. All’altezza di Via Perpignano, dove è stata interrotta l’esistenza del giovane abitante nel quartiere Noce, è previsto un sottopasso per le auto, bloccato nel 2008, ripreso con un nuovo appalto ad inizio 2019 e ancora invisibile ai nostri occhi. Pare che per i fondi già stanziati si stiano chiedendo lumi a Roma. Chi vuole andare da una parte all’altra deve poterlo fare in assoluta sicurezza. Un normale spostamento da un marciapiede a quello opposto non può essere pericoloso alla stregua di una roulette russa. Così come va sistemata tutta l’arteria. Per un lungo periodo mancante o carente di segnaletica orizzontale, corsie d’emergenza comprese. Recente l’idea di disegnare tre corsie per senso di marcia. Vedremo l’effetto quando tutto sarà a regime. Ma si registrano pure interventi che lasciano dubbi. Per esempio la realizzazione, di fronte al carcere Pagliarelli, della fiera di Natale con annesso lunapark, che dura mesi. Le persone accedono a questa cittadella posteggiando pericolosamente ovunque, rallentando peraltro in maniera vistosa il traffico. E quindi appesantendo un punto già complicato per la presenza del Ponte Corleone. Per il quale si attende il raddoppio, che eliminerebbe tale tappo. Sembra che anche in questo caso sia stata attivata nella capitale la stessa ricerca dello stanziamento preesistente. In entrambi i casi, raddoppio del ponte di Corleone e svincolo di via Perpignano, le somme erano contenute nel patto per Palermo, firmato dal governo Renzi con il comune nel 2016. È molto meglio dare infrastrutture, locali, nazionali o internazionali che siano, piuttosto che distribuire assistenzialismo. Poi va detto che è fisiologico in Viale Regione superare, scansati i punti fissi di rilevazione, i limiti di velocità. Gli automobilisti evidentemente pensano che siccome congiunge due autostrade, è consentito mantenere alte andature, che raggiungono picchi altissimi in orari notturni. Tornando al nostro Viale, c’è la storia. Questi dodici chilometri sono stati pianificati negli anni 50 del secolo scorso. Se si trattasse di una persona, il serpentone di asfalto sarebbe già in pensione e invece ne parliamo, visto gli ampi margini di miglioramento che presenta, come se stesse emettendo i primi vagiti. Nel frattempo la grande storia ha macinato ben più di una dozzina di chilometri. È stato eretto ed abbattuto il muro di Berlino. È finita la guerra fredda. E noi non siamo stati capaci di dare un’identità precisa e sicura ad un semplice viale che porta il nome della nostra terra.
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