La Repubblica Palermo – 6 gennaio 2023
Biagio Conte e la vocazione di essere santi
"quotidiani"
Francesco Palazzo
Sono passato ieri pomeriggio, come tanti palermitani e non, dal posto dove Biagio Conte sta percorrendo un passaggio della vita. Mi sono fermato fuori dalla casetta, a una decina di metri, non sono andato avanti, mi sembrava di disturbare. Ero stato nella sede della missione di Via Decollati nel 2004. Stavo scrivendo per questo giornale una serie di puntate sul volontariato e una era dedicata proprio a quanto lui stava facendo. Il pezzo di allora partiva con Birillo, Speranza e Carità, le tre mascotte canine che allora gironzolavano e facevano a modo loro una parte di lavoro. Ne ho parlato proprio ieri con don Pino Vitrano, il prete da sempre vicino a Conte. Mi ha chiarito la storia di Birillo che era stato maltrattato e accolto in missione. Biagio Conte mi chiamò al cellulare qualche anno fa dalla postazione dello sciopero della fame che allora ebbe come sfondo il luogo dove hanno ucciso Puglisi. Aveva dopo tanti anni letto quel pezzo e si era commosso, mi disse, nel ricordo dei cani. Anche ieri il sito di Via Decollati era come vent'anni fa. Perfetto e nello stesso tempo un cantiere aperto. Ieri Riccardo Rossi, il giornalista che dal 2018 ha scelto di vivere nella traiettoria del frate laico insieme alla moglie, mi diceva che in questi ultimi giorni stanno accadendo tante cose straordinarie. L'ho conosciuto, Riccardo, in cima alla grande scalinata delle Poste Centrali, in occasione di un altro sciopero della fame di Biagio. Un particolare colpisce da quando si è appreso delle condizioni di salute della persona che iniziò la sua avventura sotto i portici della stazione centrale di Palermo. Ripetono in tanti, come una cantilena, soprattutto nei social, che ci vorrebbe un miracolo. Come se il passaggio più critico nell’esistenza di ciascuno di noi, non fosse un fatto della vita. E come se, soprattutto, tutta la santità si fosse trasferita a Palermo in un solo uomo, che deve "per forza" esserci. Ma il miracolo è già avvenuto e se continuerà a ripetersi dipenderà da ciascuno di noi. Perché il messaggio che Biagio Conte ci comunica con la sua vita è quello, per me, che tutti possiamo diventare "santi". Ma forse è questo l'aspetto più complicato da recepire e soprattutto da vivere nella quotidianità. Come si può essere "santi" normali, feriali, non eroici, né legati per forza a una fede, a Palermo ogni giorno? Sarebbe interessante, partendo da Conte, riflettere su tale aspetto che la sua vicenda umana, secondo il mio parere, ci rimanda. Il pezzo che scrissi tanti anni fa finiva con una citazione di don Puglisi. Dovrebbe pensarci lo Stato ma intanto ci siamo noi, chiosava don Pino. Potremmo ripeterlo pure adesso. E ce lo dice Biagio, a prescindere dal suo stato attuale. Che dovremmo lasciargli vivere senza molte pressioni. Ce lo comunica da tempo. Lui e tutti quelli, purtroppo non molti, che gli somigliano. Allora, il punto non è attendersi chissà quale miracolo ultraterreno. Ma capire che, tutti, tutti, il miracolo lo possiamo fare se lavoriamo con la stessa costanza, tenacia, lucidità sul pezzo che è sotto gli occhi di ciascuno di noi. Come ha fatto e fa Biagio. Come hanno fatto, per citare solo alcuni nomi, Puglisi, Impastato, Falcone, Mattarella, del quale oggi ricordiamo il quarantatreesimo anniversario di un omicidio che ancora presenta molti, troppi, punti da chiarire. Se questa città, la Sicilia, fossero non dico piene, ma piene almeno a metà di persone che si prendessero cura di qualcosa, da qualsiasi postazione, quotidianamente, scriveremmo un’altra storia per un altro Mezzogiorno. Che non dovrebbe temere più ciò che viene da fuori. Cosa che talvolta rappresenta un alibi. Perché troverebbe al proprio interno le energie per risorgere. Sarebbe un portentoso programma di ripresa che scenderebbe alla radice dei vari, tanti, problemi con i quali dibattiamo ogni giorno. Biagio Conte, e gli altri come lui, il miracolo quindi lo hanno fatto. Ora noi possiamo guardare e contemplare passivamente, indicando la luna o metterci fattivamente nel loro percorso, impastandoci le mani di terra.
Credo, caro Francesco, che non è poi tanto facile essere Santi. Per la teoria di Biagio Conte,ogni uomo può diventarlo. Sarà vero ma, si deve avere dentro quel qualcosa di inreale, di magico, di umiltà che non è facile trovare in un mondo che pullula di cattiveria. 😊 Comunque, complimenti per il tuo articolo e che questo "Santo" trovi pace e non soffra tanto. Buona giornata 😊
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