mercoledì 29 gennaio 2025

La mafia vera, quella rappresentata e la dignità offesa.

 PALERMO TODAY – 24 GENNAIO 2025

"La mafia che offende la dignità non è un gioco"
Francesco Palazzo



Due domande e alcune considerazioni in forma di risposte sulla mafia rispetto a un dibattito ricorrente. Le due domande. Quella che offende la nostra dignità e non rende onore alle vittime di Cosa Nostra, nonché all'impegno di chi quotidianamente la combatte (pochi ancora purtroppo), è la mafia veicolata dai videogiochi, e qua siamo all'ultima querelle relativa a un gioco da tavolo, dai gadget venduti nei negozi di souvenir, che si vorrebbero abolire come se fosse facile regolare il mercato, ma sono sempre esposti, dai locali a tema mafia, dai film e dalle fiction che calcano troppo sui luoghi comuni talvolta in maniera grossolana? Oppure, al contrario, il vero problema è la mafia che c'è in carne, ossa, potenza militare ed economica, e che minaccia pure i giornalisti (vedi il caso di Salvo Palazzolo, giornalista di Repubblica, ultimo preoccupante caso, in ordine di tempo, venuto fuori), che impone il pizzo quasi a tappeto con pochi che denunciano, che comanda interi quartieri, che invade le nostre strade e la vita dei nostri figli con la droga, che ha tuttora rapporti, non di poco momento, con la politica, l'economia, la società e che riceve consenso da una parte non minoritaria di popolo? La seconda che hai detto, risponderebbe il noto comico della religione di Quelo. Difficile sostenere l'opposto. Quello che non ci onora, che ci mette all'angolo, non è la finzione artistica, più o meno creativa, più o meno piacevole o condivisibile, fatta bene o male. Per carità, tutto si può e si deve criticare. Ma i prodotti intellettuali quasi sempre fotografano la realtà, non la creano di certo. Allora, il problema è proprio la ruvida realtà. Ciò che veramente ferisce la nostra dignità è il fatto che ci portiamo appresso, senza soluzione di continuità, la mafia, i mafiosi, spalmati su tre secoli, diciannovesimo, ventesimo e ventunesimo, senza ancora riuscire a parlarne al passato, non dico remoto, ma almeno prossimo. Quello che non ci onora è la mancanza di libertà che le organizzazioni criminali, concretamente e diuturnamente, fanno sentire addosso non soltanto a tutto il sud, ma pure a località del nord dove si sono radicate. Allora, se vogliamo riconquistare il nostro onore, sottraendo questa bella parola al lessico mafioso, dobbiamo indirizzare le nostre energie, tutti, senza delegare tale impegno a una ristretta minoranza, a combattere la mafia che vediamo nei nostri territori. Perché è quella che ci fa male. E che fa male a tutta la Sicilia, al sud, all'Italia e al mondo intero, nella misura in cui le trame finanziarie internazionali delle mafie sono presenti, più di quanto possiamo immaginare, nel mondo globalizzato. E tutto questo purtroppo non è un gioco. Ma una tragedia la quale, oltre che produrre guerre di mafia, ha visto cadere un presidente di regione, il capo dell'opposizione, diversi esponenti politici, imprenditori, giornalisti, preti, magistrati, attivisti sociali e bambini.


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