venerdì 6 aprile 2007

Elezioni Palermo 2007 - Cuore, passione, amore sentimenti in cambio di voti

LA REPUBBLICA PALERMO VENERDÌ, 06 APRILE 2007
Pagina I
LA CURIOSITÀ
FRANCESCO PALAZZO
In questa campagna elettorale sono pochi quelli che ci mettono sobriamente solo la faccia. Per tutti gli altri, su manifesti e gonfaloni al vento, è stato difficile sottrarsi alla frase a effetto, al motto da tramandare, al programma personale condensato in poche parole. Ce n´è per tutti i gusti. C´è chi addirittura, come fa un candidato del centrosinistra, mette in campo il Vangelo, il quale condannerebbe chi si arricchisce sul lavoro degli altri. Mancano le citazioni circa la pagina e il versetto dove rintracciare tale monito, ma ci fidiamo senz´altro. Anche dall´altra parte dello schieramento qualcuno non si è fatto mancare il riferimento al versante etico-religioso. Il manifesto di un giovane esponente del centrodestra richiama, infatti, addirittura i Dico. Affermando, manco a dirlo, il valore universale della famiglia. Almeno una volta, seppure nella finzione, c´era il candidato sindaco Isidoro che prometteva case popolari per tutti. Forse era un po´ troppo, ma almeno si trattava di un impegno concreto e misurabile. Oggi, invece, trionfa lo slogan generico, utilizzabile a Palermo come a Oslo.
Certo, alcuni assicurano pubblicamente di amare la propria città. Ma di che genere d´amore si tratti, se platonico o concreto, non è dato sapere. Eppure sono tanti i nodi problematici di una metropoli su cui promettere un impegno continuo e verificabile, nel caso si riuscisse a mettere insieme il consenso sufficiente per accedere a Palazzo delle Aquile. Traffico, aria, acqua, verde pubblico, decentramento, politiche culturali e per le associazioni, lavori pubblici, politiche giovanili, mafia, antimafia e via elencando. Sui manifesti ci si poteva sbizzarrire. Invece trionfano le frasi stile Baci Perugina. Come «Uniti si vince», e vorrei vedere. Oppure il più filosofico e impegnativo «La forza della verità». C´è anche il genere che mette in rilievo le virtù personali dei candidati, sulle quali, non conoscendoli, occorre esercitare un atto d´incondizionata fiducia. E allora, via con l´impegno, la serietà, l´esperienza, la correttezza, il servizio del bene comune e storie simili. Non manca la parola passione. C´è quella naturale (cosa vorrà mai dire?) e quella degli autonomisti. Esattamente «Autonomisti per passione», ed è, nel suo piccolo, una buona notizia: sino a oggi avevamo conosciuto una marea di autonomisti per calcolo. Di tanto in tanto lo sguardo si posa su facce non collegabili con le prossime elezioni. Un´occhiata più attenta e ti rendi conto che sono resti propagandistici di tornate elettorali passate, rimasti intatti come certi corpi senza vita che si tirano fuori dopo anni dalla scomparsa. Non dobbiamo dimenticare il cuore. Ed è normale che nel cuore ci sia Palermo. Anche la parola futuro è molto gettonata. C´è il candidato che invita a guardare al futuro senza se e senza ma, c´è chi più saggiamente si limita solo a quello prossimo. Di tanto in tanto, da lontano, scambiamo un manifesto pubblicitario per propaganda elettorale. Una ditta, con un solo misero euro in più, ti regala un televisore Lcd. Non c´entra niente con la politica, ma ecco cosa significa parlare chiaro. Visto che di elezioni comunali si tratta, sono comprensibili, benché non originalissimi, i calembour con la parola «comune». Da un amico comune a una storia comune, da un comune amico a un progetto comune, a voi la scelta. Ma la politica è anche partecipazione, non si può negare. Forse è esagerato accostarla esclusivamente con la propria faccia, come fa un candidato in un gonfalone. Chiaramente la casistica aumenterà man mano che ci avvicineremo al 13 maggio, abbiamo fornito solo un primo e parziale assaggio. Siamo sicuri che i messaggi delle prossime settimane faranno impallidire, per singolarità e iperbolicità politica, quelli che abbiamo sommariamente citato. E forse avremo la gradita sorpresa di qualcuno che prometterà, semplicemente, di piantare un albero in un determinato, piccolo e ben identificabile fazzoletto di terreno. Magari non ci emozioneremo più di tanto, però dopo potremo almeno andare a vedere se davvero l´albero c´è. Dimenticavamo una parola d´ordine fondamentale che non può mancare assolutamente da una campagna elettorale: il centro. È lì, lo sospettavamo e lo conferma un manifesto, che stanno i valori.

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