sabato 18 agosto 2007

Primarie vere nel Partito Democratico Siciliano

LA REPUBBLICA PALERMO - VENERDÌ, 17 AGOSTO 2007
Pagina I
LA POLEMICA

Al Partito democratico serve una competizione vera
FRANCESCO PALAZZO


Il dibattito sulla costruzione del Partito democratico, dopo una partenza che sembrava orientata verso un qualche approfondimento contenutistico, si è ormai avvitato decisamente e noiosamente sui nomi. A metà ottobre in Sicilia, così come nelle altre regioni, è previsto il voto che sceglierà il segretario regionale della nascente formazione politica e parallelamente concorrerà a esprimere la leadership nazionale, che vede Walter Veltroni come candidato ampiamente favorito, praticamente senza rivali. In questo fatto non è arbitrario intravedere un rilevante e ripetuto punto di criticità. Criticità, sostanziale e formale, che riguarda pure la Sicilia e molto probabilmente le altre realtà regionali. Il problema consiste nel prendere atto che le conte interne allo schieramento unionista si presentano ormai abitualmente con un risultato già preconfezionato e certo prima della celebrazione del momento elettorale. Niente di nuovo per noi. Già le primarie regionali del 2005 e quelle palermitane di quest´anno, con le scontate vittorie di Rita Borsellino e Leoluca Orlando, nonché la stessa elezione primaria nazionale, che nell´ottobre del 2005 incoronò incontrastato Romano Prodi pure in Sicilia, ci hanno fatto assistere a competizioni zoppe, senza mordente. Tenute in piedi più dai mezzi d´informazione che da stimolanti gare tra contendenti dello stesso peso politico ed elettorale. Restando alla Sicilia e avendo sempre come riferimento il voto che designerà la guida del Partito democratico siciliano, apprendiamo che la nostra regione, in ossequio a una banale spartizione, davvero "innovativa" e senza precedenti nello scacchiere politico nazionale, andrà alla Margherita. Alla faccia del tanto sbandierato assetto regionalistico o federativo del partito nuovo o nuovo partito che sia. Quindi a ottobre, quasi sicuramente, avremo un forte candidato dell´area centrista e uno o due avversari, che ovviamente saranno tali soltanto sulla carta: serviranno infatti soltanto a giustificare e mettere il bollo su un risultato che già si conoscerà prima dell´apertura delle urne. Gli esponenti regionali e nazionali dei Ds, nelle ultime settimane, si stanno specializzando in una disciplina particolare ed evidentemente appagante. Consistente nell´individuare quale può essere il miglior petalo della Margherita per la segreteria del partito nell´Isola. Francamente è un esercizio politico curioso, di cui non è facile capire la razionalità. Si intravede solo la fredda obbedienza alla ripartizione già stabilità a livello nazionale: il segretario generale a me, questa regione a te, quest´altra tocca a me. Senza offesa per nessuno, sembrano più pratiche da vecchia Democrazia cristiana che grandi trovate utili per un futuro che si vorrebbe disegnare migliore e diverso dall´oggi. Non hanno i Democratici di sinistra siciliani nomi di peso da spendere per l´elezione d´ottobre? Per un partito che dice di credere fermamente al ruolo importante che il Pd può avere nella politica siciliana, non pare una conseguente e coerente assunzione d´impegno. Lo stesso ragionamento si potrebbe estendere alla terza componente del partito ancora in fasce, ossia la società civile. Margherita, Ds e società civile non organica ai due soggetti stanno lavorando al fine di traghettare un grande pezzo di politica regionale al di là del guado. E allora, perché non è possibile una sfida, non segnata dal risultato già acquisito in partenza, fra tre esponenti di prima grandezza delle rispettive aree? Sarebbe un inizio di un certo interesse per un partito che, avendo scelto di chiamarsi democratico, della democrazia rappresentativa deve cercare di incarnare sino in fondo gli aspetti sostanziali e non, ancora una volta, i vuoti simulacri di procedure elettorali buone soltanto per l´occhio delle telecamere.

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