giovedì 2 agosto 2007

Se la politica facesse il test sul tasso di onestà e buona amministrazione

LA REPUBBLICA PALERMO - GIOVEDÌ, 02 AGOSTO 2007
Pagina I
LA POLEMICA
E se facessero il test sul tasso di onestà?
FRANCESCO PALAZZO




Eravamo sicuri che la politica siciliana, con qualche timido distinguo, si sarebbe accodata al controllo antidoping per gli eletti. Gli strali che provengono, più da destra che da sinistra, contro l´uso di droghe e sulla negativa influenza che esse possono avere nell´azione politica, sono encomiabili. In effetti, da tempo sospettavamo che il popolo siciliano sentisse come impellente la necessità di sapere quanti dei loro rappresentanti fanno uso di droghe e, se possibile, anche le loro abitudini sessuali e il conseguente ménage familiare. E poi, perché fermarsi a questo? Anche il tasso alcolico potrebbe costituire ostacolo a una sana e corretta azione politica. Quindi, che so, prima di entrare a Palazzo delle Aquile o all´Assemblea regionale si potrebbe sottoporre tutti alla prova del palloncino. In modo da verificare lo stato d´ebbrezza o la totale astemia di quanti si apprestano a mettersi al volante della macchina politica. Chi risulterà pulito e in regola su tutti questi fronti sarà senz´altro in grado di rappresentare degnamente il popolo siciliano. Il quale si sentirà molto più sicuro, avendo la certezza di essere guidato da simili rappresentanti, i quali, lontani dai fumi dell´alcol, distanti anni luce da cocaina e simili, con famiglie ufficialmente sane, stile Mulino bianco, sapranno legiferare e mettere in atto tutte le azioni di governo utili per fare finalmente migliorare questa terra. Che stiamo parlando d´aria fritta non c´è bisogno di sottolinearlo. Ma è proprio perché si parla del nulla, senza alcun rischio vero per nessuno, che si registra questa sorta di campagna moralistica contro i "vizi" dell´umanità. Ben altre reazioni, ovviamente, ci sarebbero se ci si proponesse di verificare il tasso reale, vissuto esistenzialmente e politicamente, non quello parlato, di antimafiosità. Difatti ancora oggi, così come nel passato recente e remoto, accade che di fronte a quadri politici più che imbarazzanti, che talvolta diventano anche gravi configurazioni giudiziarie o condanne definitive, si gridi al garantismo a squarciagola quando si vorrebbe impedire ad alcuni di entrare dentro le istituzioni o si pretenderebbe che taluni ne uscissero perché impresentabili. In questi casi la campagna inquisitoria, che vorrebbe combattere i vizi e i peccati privati, miseramente svanisce di fronte a colpe che hanno pesantissime rilevanze pubbliche.
In futuro potrà quindi capitare che un deputato regionale, un sindaco, un assessore, un consigliere comunale, un presidente della Regione, siano messi alla berlina per qualche spinello o per notturni incontri amorosi fuori dai canoni. Mentre invece, facile previsione, continuerà a non accadere niente se i soggetti di prima si impegneranno in non casuali e accertate frequentazioni con gente al di sotto di ogni sospetto. Ancora più complicato sarebbe un altro tipo di controllo, ossia quello sulla buona o cattiva amministrazione. Il nero diventa bianco sovente in quest´ambito, soprattutto in campagna elettorale, quando si deve dare conto di quanto già fatto e si deve prospettare quanto si vorrà fare. Dopo le elezioni tutto sfugge e torna a farsi impalpabile, proprio come la cattiva aria che respiriamo a Palermo. Che ha il pregio, rispetto agli stupefacenti, di essere smerciata gratuitamente per tutti e di avere quasi lo stesso effetto. Non ci illudiamo, quindi. In Sicilia non troveremo, sull´antimafia non di facciata e sulle capacità amministrative, cioè su quegli aspetti della vita associata che veramente interessano i cittadini, folle di classe dirigente disposte ad afferrare la scimitarra di serrati e seri controlli, come oggi si vuole fare per questioni che attengono solo ed esclusivamente alla sfera personale e intima del singolo. Per parte nostra continueremo senz´altro a preferire un politico magari un po´ vizioso, ma onesto e preparato, a uno apparentemente virtuoso ma disonesto o mafioso.

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