LA REPUBBLICA PALERMO - SABATO, 22 SETTEMBRE 2007
Pagina XII
Come rilanciare l´Antimafia regionale
FRANCESCO PALAZZO
Pagina XII
Come rilanciare l´Antimafia regionale
FRANCESCO PALAZZO
L´Udc, è notizia di ieri, minaccia di non partecipare più ai lavori d´aula all´Assemblea regionale e di disertare pure le sedute delle commissioni, se non si costituirà la commissione Antimafia regionale. Stesse pressioni giungono da Alleanza nazionale. Il presidente dell´Ars vorrebbe una commissione riformata, con nuovi e più incisivi poteri. Che a oggi non ha mai avuto. E non solo perché non sono scritti sulla carta. L´antimafia seria la si fa anche con poco. Quando parliamo di gente come padre Puglisi o Giuseppe Impastato, per fare solo due esempi, ci rendiamo conto di come si possa incidere su tessuti sociali molto difficili, e il quartiere Brancaccio dei primi anni Novanta o la Cinisi degli anni Settanta lo erano senz´altro, con la forza della volontà accompagnata da una precisa scelta sociale, politica o religiosa. Puglisi e Impastato non hanno aspettato che una legge imponesse loro di fare antimafia. Allo stesso modo, spostandoci nel campo istituzionale e partitico, hanno agito Piersanti Mattarella da presidente della Regione e Pio La Torre da segretario regionale dell´allora Partito comunista.Non è insomma la carta che fa l´antimafioso, così come non è la Bibbia, faceva notare ieri Michele Serra su Repubblica a proposito di Provenzano, che fa il cristiano. L´Antimafia regionale, se davvero avesse voluto, avrebbe trovato, come succede quando le cose veramente interessano, i mezzi e le risorse per diventare il luogo istituzionale più importante nella regione per la lotta alla mafia, in particolare per ciò che concerne i rapporti mafia-politica-economia. Senza i quali Cosa nostra non sarebbe mai diventata un problema enorme, che da un secolo e mezzo è capace di evolversi passando dall´Italia liberale a quella fascista, viaggiando tra la Prima e la Seconda repubblica.Detto questo, ci rendiamo conto che una modifica legislativa può essere utile per aggiornare l´impianto dell´Antimafia regionale. È un´attività parlamentare, visto che siamo in Sicilia e non in Norvegia, che doveva iniziare sin dal primo giorno della legislatura, cominciata da quasi un anno e mezzo. Uno strumento sul quale si può lavorare c´è già. È stata infatti presentata da Rita Borsellino una proposta di legge (la numero 547 del 14 marzo scorso - leggibile per esteso dal sito dell´Ars). Non sappiamo che fine abbia fatto. Si propone di inserirsi in un testo che manterrebbe molte parti dell´attuale normativa.Il primo punto che introduce è che la commissione deve essere rinnovata a ogni inizio di legislatura entro novanta giorni dalla prima seduta del Parlamento regionale. La legge attualmente in vigore prescrive solo che può essere rinnovata, senza limiti di tempo. Limiti che l´attuale Assemblea regionale ha inteso sinora nel senso più largo e infruttuoso possibile. Viene aggiunto un comma che impedirebbe di essere eletti nella commissione a quei parlamentari sottoposti a procedimenti giudiziari per reati connessi all´associazione mafiosa e contro la pubblica amministrazione o che svolgano incarichi professionali per conto di soggetti indagati o con processi penali in corso per i medesimi reati.Poiché sinora non è stata mai presentata alcuna relazione al Parlamento regionale, tale proposta la rende obbligatoria entro il 31 marzo di ogni anno. In caso di inadempienza, trascorsi i trenta giorni, il presidente dell´Assemblea dichiarerebbe sciolta la commissione nominandone un´altra entro trenta giorni. Secondo la proposta della Borsellino, non può essere una relazione che parli d´aria. Deve comprendere un´attenta valutazione a livello regionale dello stato d´attuazione della legislazione nazionale e regionale sull´utilizzazione dei beni confiscati alla mafia, sulla lotta al racket e all´usura. Per ciò che riguarda le collaborazioni esterne, il disegno di legge prevede di stipulare convenzioni con centri studi, fondazioni e associazioni antimafia. È una novità anche in questo caso: la legge in vigore parla in maniera generica di collaborazioni esterne. Le quali, per quanto è a nostra conoscenza, non sono mai state attivate.Quindi, se si vuole davvero, si può iniziare a discutere anche da domani. Ricordandosi sempre che non è la norma che sorregge o crea l´antimafia nei singoli, quando questa non c´è o è carente
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