giovedì 22 gennaio 2009

Palermo, fenomenologia della munnizza


LA REPUBBLICA PALERMO - GIOVEDÌ 22 GENNAIO 2009

Pagina I

La montagna invisibile che cresce sotto casa
Francesco Palazzo


Già da alcune mattine uscendo in macchina trovo davanti al cancello i sacchetti d´immondizia. Qualche giorno fa i cassonetti erano già strapieni. Normale amministrazione, in una città che non è più una città, ma un insieme di tante cose che si muovono in modo disordinato e caotico. Di giorno in giorno la montagna è cresciuta in altezza, fino a raggiungere una decina di metri. E ha cominciato, minacciosa, a prendere piede anche nella dimensione orizzontale. Perché i sacchi tendono capricciosamente, seguendo chissà quale principio politico, a rotolare e a occupare territorio. Mi sono chiesto come mai io non mi sento così cool come la città che qualcuno continua a vedere nei suoi sogni, che per noi sono sempre più incubi. Quando mesi fa guardavo le immagini napoletane, mi chiedevo scandalizzato come si fosse arrivati a quel punto. Ora mi rendo conto che non è molto difficile rifare il Regno delle due Sicilie della munnizza. Non è che la storia si fa tutta in un giorno. Senza premura. A poco a poco, mattina dopo mattina. Oggi avranno già tolto tutto, dall´auto vedrò il palazzo di fronte o l´accumulo sarà ancora più evidente? E poi, finita questa, quanto durerà la prossima ondata di esalazioni? Vai a saperlo. Oppure ormai funziona tutto come le targhe alterne e non ce l´hanno fatto sapere? Ma non era pronto il nuovo piano della comunicazione? Qualche cartello tre per sei in più non costa molto. Lo slogan potrebbe essere formulato inventandosi qualcosa di nuovo. Non mancano, a Palermo, le menti geniali. Che so, potrebbe fare così: ritira il tuo personale gratta e vinci presso la tua delegazione comunale di fiducia e saprai in quale giorno di quale settimana del mese verremo a svuotare la tua strada. Volete mettere la sorpresa o la contentezza nello scoprire che proprio quella è la settimana e la giornata giusta per te. Andresti al lavoro più contento. Anche se la contentezza dei palermitani, dobbiamo dirlo, è difficilmente aggredibile. Ne prendo atto, mattina dopo mattina. Le persone che incrocio, mica si lamentano dell´immondizia sempre più a forma di Monte Pellegrino. Avevo sbrigativamente concluso, devo ammettere molto malignamente, che facevano finta di non vedere. Alcuni mettono il sacchetto, soddisfatti e per nulla circospetti, nella fascia oraria vietata. Ma vogliamo impiccarci alle regole al punto in cui siamo? Suvvia. Guardando le loro facce beate è come se sentissero il rumore che il loro prodotto fa sbattendo sul fondo del contenitore. Che percepiscono, evidentemente, veramente vuoto e invece non si scorge quasi più. Un´opinione me la sono fatta. Non è che lo fanno per male. Proprio vedono qualcos´altro, pare che di fronte abbiano un roseto dal quale fuoriesce un eccellente profumo e non un irresistibile e nauseabondo fetore. Chi non butta il sacchetto, passa con gli occhi sognanti, guardando altrove, anche se ogni giorno è sempre più difficile farlo. Pare che scruti qualcosa di bello in cielo, sempre leggermente più sopra dell´ultimo sacchetto. Ma alla fine, siamo onesti, mica l´immondizia ce la possiamo rimangiare. Bisogna pur liberarsi dei rifiuti. Forse allo stesso modo in cui nel giorno delle elezioni comunali ci si è liberati del voto dentro la cabina elettorale. Se aggiungo il mio voto a quello dei tanti palermitani che riconfermeranno in massa l´amministrazione uscente, che faccio di male? Siamo o non siamo diventati una città bella, giovane, fresca e sportiva, cool, appunto? Dice, ma forse non è proprio così. Sì, può essere, ma quanto è bello dirlo, signor mio. Vuoi vedere che, a forza di fare uscire simili parole vuote, queste si realizzano davvero? Il dubbio, primo o dopo, assale anche te. Non è, la nostra, la società dell´immagine? Certo, ma la montagna di bianchi sacchetti che immagine della città restituisce? Scusi, abbia pazienza, ma di quali sacchetti sta parlando, mi sussurra una vocina interna. Mi sto convincendo. Ho le visioni.

1 commento:

  1. Potremmo inventare creativamente una nuova politica, proprio partendo da una diversa gestione dei rifiuti. E' un mio pallino fisso, forse lo sai. Dovremmo innanzitutto convincerci a separare la frazione umida dei rifiuti dal resto (in questo modo diminuirebbero di circa 1/3), ottenendo compost. Gli altri rifiuti andrebbero ridotti alla fonte, eventualmente riciclati. Così solo una frazione minima finirebbe in discarica. E si eviterebbe la costruzione degli esiziali inceneritori.

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