venerdì 24 aprile 2009

La Fiera del Mediterraneo e il punteruolo della politica

LA REPUBBLICA PALERMO – VENERDÌ 24 APRILE 2009

Pagina XXIII
I due punteruoli dentro la fiera
FRANCESCO PALAZZO


Da ragazzini, trenta e più anni addietro, li si attendeva come un evento. Erano altri tempi. Internet e la tv via satellite non erano ancora entrati nelle case. Ecco perché i film trasmessi al mattino, in occasione della Fiera del Mediterraneo, erano motivo di grande e attesa novità. La campionaria si svolgeva verso la fine dell´anno scolastico, si poteva stare in casa e godersi serenamente la visione, ai più piccoli vietata la sera. È il primo pensiero che mi è venuto leggendo che quest´anno l´evento salterà e che l´Ente Fiera è al lumicino, affossato da una pesantissima condizione finanziaria che si trascina da anni. Dal 1946 «la fiera» era un appuntamento fisso per i palermitani. Che una capatina l´hanno sempre fatta. Magari non c´è mai stata molta qualità dal punto di vista commerciale, ma farsi due vasche, una all´ingresso e una al ritorno, è un´esperienza che almeno una volta nella vita ogni abitante del capoluogo ha provato. Le prossime generazioni, probabilmente, non potranno più dire «ci vediamo alla fiera». Chissà se le responsabilità saranno mai accertate per questa sottrazione di passato e di futuro. Leggiamo che persino i quadri di proprietà dell´ente, sottoposti al vincolo di tutela artistica, sono stati pignorati e svenduti a privati a prezzi minori del loro valore. Apprendiamo che l´attuale ufficio liquidatore ha dovuto acquistare sedie dove sedersi e tavoli su cui lavorare, perché tutto è stato venduto al ribasso all´asta per far fronte ai creditori. La cosa più incredibile è pero un´altra. Alle due palme risparmiate dal punteruolo rosso, delle venti esistenti, sono stati attaccati dei bollini con il loro valore commerciale. Dove non ha potuto il terribile coleottero, arriva la cattiva gestione della Regione. Potremmo chiamarlo il Punteruolo Siciliano. Dopo il funerale della Fiera, che pagheremo tutti, si prospetta la possibilità che l´ente venga rilevato da privati. Vedremo. Anche se nella nostra terra, quasi sempre, si scrive privato e si legge pubblico. Nel senso che spesso i primi incassano e il secondo spende e spande. Sino a quando non si arriva al capolinea, e come in questo caso ci si trova costretti a vendersi pure gli alberi. A meno che non si debba dar credito alle voci secondo cui l´area di 83 mila metri quadri sia interessata a una lottizzazione per la costruzione di abitazioni private. Come dire, una bella e tradizionale colata di cemento. È una storia che conosciamo bene. Pure l´imbattuto punteruolo rosso ha da temerne seriamente, mentre quello siculo dentro i pilastri si fortifica, cresce e si mimetizza. Ricordate quello slogan di Lima? «Palermo è bella, facciamola più bella». Da allora sono trascorsi più di quattro decenni, ma l´operazione bellezza prosegue indisturbata su più versanti. Cambiano le facce, i luoghi, le persone, le parole. Il punteruolo siculo continua a lavorare, a scavare alacremente senza sosta. Talvolta vi sembrerà di non vederlo. Non preoccupatevi, non è morto, lui c´è sempre. Anzi, proprio quando non è visibile, lavora instancabilmente. Divorando dall´interno e svuotando tutto ciò che può. Contrastarlo, eliminarlo, o almeno arginarlo, è il vero problema politico e sociale della Sicilia.

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