venerdì 6 novembre 2009

PD in Sicilia: segretario o partito?

CENTONOVE
Settimanale di Politica, Cultura, Economia
N. 42 del 6/11/09
Pag. 55
PD, evitiamo la resa dei conti
Francesco Palazzo

Le primarie del Partito Democratico, ancora una volta, hanno mostrato che la voglia di partecipazione dei cittadini è più forte delle paure e dei calcoli della vigilia. Non ci sono state, in primo luogo, le temute infiltrazioni esterne dei partiti del centrodestra. Alcuni osservatori e dirigenti del PD, paventavano che dal Movimento per l'Autonomia e dal PDL potessero partire indicazioni per sostenere il candidato più vicino all’una o all’altra formazione politica. Ma bastava solo vedere il flusso ininterrotto di gente che ha inondato i gazebo domenica 25 ottobre, guardare in faccia le persone, per verificare l’assoluta inconsistenza dell’angoscia della vigilia. Non si deve mai avere preoccupazione quando si chiama il popolo, per giunta pagante come in questo caso, a esprimersi. Si commette un errore se si vuole attivare qualsiasi forma di controllo per cercare di carpire la provenienza di chi si mette in fila, per ore, attendendo di depositare nell’urna le proprie intenzioni. Del resto, come si faceva a capire, tra i centonovantamila elettori ed elettrici, se c’era qualche simpatizzante del centrodestra? Mica camminano con il bollino in fronte. E anche se è accaduto, com’è verosimile che sia successo, che alcuni elettori che alle ultime regionali o politiche avevano votato centrodestra si siano presentati ai seggi, non sarebbe forse la dimostrazione migliore che le primarie possono allargare il consenso? Chi ancora ragiona presupponendo schemi inamovibili sullo scacchiere politico, soprattutto se riferiti alla volontà dei singoli individui, ragiona in modo davvero vecchio. Il consenso, ormai, è qualcosa di molto variabile, pure in una regione come la Sicilia dove il quadro elettorale è meno fluido che in altri posti. Ora bisogna capire se questo patrimonio di persone sarà fatto ammuffire in qualche scatolone, come dopo le elezioni primarie precedenti, oppure se si sarà capaci di valorizzarlo e farne un prezioso, e unico, giacimento di elaborazioni politiche e coinvolgimenti sempre più importanti e decisivi. Le analoghe esperienze del passato dovrebbero suggerire più di una cautela, non basta rallegrarsi per le primarie partecipate se poi non si recepisce il messaggio di rinnovamento che emana da esse e se ci si rinchiude, autisticamente, dentro ragionamenti asfittici, spenti. Senza prospettive. Se non quelle di garantirsi l’inizio di qualche luminosa carriera o di porre le condizioni affinché non si interrompa. Sul voto riguardante la segreteria regionale, il partito si è sostanzialmente spaccato in tre. Lupo, sostenitore di Franceschini, ha avuto un buon 40 per cento. Tuttavia, politicamente è, o dovrebbe essere, in una minoranza più forte di quanto i suoi numeri non dicano. Infatti, il secondo, che va al ballottaggio, e il terzo candidato, Lumia e Mattarella, sostenitori di Bersani, hanno totalizzato un più ampio e maggioritario 60 per cento. Logica politica voleva, ma sappiamo che la logica in politica spesso cede il posto a calcoli e interessi illogici o ambigui, che un bersaniano fosse il nuovo segretario regionale. Ma pare, appunto illogicamete, che i due sostenitori di Bersani non si parlino molto e quindi il franceschiano Lupo, anche perché così vorrebbero le divisioni fatte a livello nazionale, starebbe per fare propri tutti, o quasi, i delegati congressuali di Mattarella. D’altra parte, va anche detto che se la mozione Bersani in Sicilia fosse stata unità, avrebbe messo in pista per la segreteria regionale un solo candidato conseguendo una facile e incontrovertibile vittoria. Prenderemo atto delle deliberazioni dell'assemblea, convocata domenica 8 novembre, dei 180 grandi elettori siciliani del PD, eletti in liste bloccate proprio il 25 ottobre. Vedremo se, sulla scia del vento fresco delle primarie, i delegati sapranno porre in essere un ragionamento politico più complessivo e maturo sul partito e sulla Sicilia. Oppure se, banalmente, si procederà ad una banale e cruenta resa dei conti. Nel primo caso, molto remoto, si potrebbe cominciare a intravedere la formazione politica che cercano coloro che fanno la fila alle primarie. Nel secondo caso, molto più verosimile, se non certo, si riempiranno, calcolatrice alla mano, una serie di caselle di potere. Dando un segretario e un algido organigramma a un partito e non un partito alla Sicilia.

2 commenti:

  1. Franci, condivido forma e contenuto di quello che scrivi (ogni tanto si desta l'insegnante di scuola media!!).

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  2. I 180 delegati sono stati eletti su liste bloccate e sono stati inseriti dai soliti pochi potenti in base alla loro fedeltà e affidabilità, che nella nostra Sicilia sono sinonimi di asservimento.
    Quindi sarà veramente difficile che si ribellino alle imposizioni dei capi e che votino liberamente.
    Le liste bloccate alle primarie fanno intravedere qual'è l'inclinazione del Pd sull'attuale legge elettorale nazionale assolutamente liberticida: questa legge è troppo comoda per tutti!
    In definitiva, anche stavolta purtroppo, le speranze del popolo delle primarie andranno deluse e ci sarà la solita spartizione delle poltrone, criterio politico oggi imperante in tutto l'arco parlamentare ed extraparlamentare.
    E magari verrà fuori qualche strapuntino pure per il gruppo Lumia...!
    Mi dispiace! Così la Sicilia (ma anche l'Italia) non cambierà mai!
    Certo, sarei felicissimo di essere smentito domenica sera, se vedessi eletto segretario del Pd siciliano l'amico Beppe Lumia e il regime neo doroteo buttato fuori dalla stanza dei bottoni.
    Ma al momento mi pare improbabile.

    Andrea Volpe

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