lunedì 18 luglio 2011

Centrosinistra a Palemo: i pezzi che non combaciano.

CENTONOVE
Settimanale di Politica, Cultura, Economia
15 7 2011
Elezioni, i nani a Palermo
Francesco Palazzo

Il dibattito nel centrosinistra, per le prossime amministrative a Palermo, si riaccende. Il nodo del perimetro dell’alleanza ha ripreso il sopravvento. Quello che crea problemi è lo schieramento che sostiene il governo regionale. I democratici intendono portare la coalizione che appoggia Lombardo negli enti locali, cominciando da Palermo. IDV, Sinistra e Libertà e movimenti, con qualche sensibile distinzione, vedono come il fumo negli occhi tale prospettiva. Tanto che avevano solennemente convocato le primarie per il 27 febbraio. La data è alle nostre spalle. Ormai siamo alla politica degli annunci. Un po' come il referendum su Lombardo, che una parte del PD estrae o rimette nel fodero a giorni alterni. Nel frattempo si è consumata una spaccatura nei movimenti civici. C'è chi vuole subito andare al confronto elettorale e c'è chi invece vuole seguire un metodo più partecipato e lento per la scrittura del fatidico programma. Non sappiamo se la nuova legge elettorale, che prevede il segno confermativo per il candidato sindaco e neutralizza il voto di trascinamento, cambierà qualcosa rispetto alla tradizionale anemia di voti che, dopo l'esperienza orlandiana, caratterizza il centrosinistra. Quel che è certo è che si voterà la prossima primavera, restano una manciata di mesi per definire convergenze possibili o spaccature definitive. A occhio e croce, l'alleanza PD-MPA non sembra una gioiosa macchina di consenso. Se vediamo i risultati delle amministrative del 2007, sommando i voti presi dagli autonomisti a quelli di DS e Margherita, allora ancora divisi, non si va oltre il 20 per cento. Ci sarebbero gli altri tre partner della maggioranza regionale, UDC, FLI e API. Ma anche il loro peso, considerato che dall'UDC sono andati via quelli che i voti ce l'hanno e che FLI e API non dovrebbero fare sfracelli, non appare in grado di apportare percentuali consistenti. Facendo alcuni calcoli con i risultati del 2007, se aggiungiamo un altro 10 per cento, è già tanto. Dall'altra parte, nel centrosinistra, abbiamo IDV e SEL. La prima, già alle elezioni del 2007, considerate le tre liste che presentò, si posizionò al 12 per cento. Sinistra e Libertà pare in grado, secondo un sondaggio di Demopolis, di sommare ai propri voti anche un sensibile pacchetto di suffraggi che preleverebbe direttamente dal PD. Nel 2007, le liste di sinistra andarono oltre il 5 per cento. Sinistra e Libertà dovrebbe aggiungere un paio di punti in più. Poi c'è da considerare che la miriade di movimenti che pullula a Palermo, identificabile in massima parte come di area centrosinistra, può essere nelle condizioni di spostare almeno un 5 per cento. Allora, diciamo che il PD, dal lato dell'attuale maggioranza all'ARS, se dovesse limitarsi a questa, non dovrebbe andare oltre il 30 per cento. Dalla parte, invece, scaricando MPA e compagni, potrebbe attestarsi intorno al 35 per cento se privilegiasse IDV, SEL e Movimenti. Che, però, da soli, non supererebbero il 25 per cento. In tutti i casi, tenendo presenti i tre scenari separati, si è ben lontani dalla maggioranza assoluta dell'elettorato, ed è difficile che il voto confermativo per il candidato sindaco possa trasformare i nani in giganti. Anzi, è pure probabile che se il centrosinistra si presentasse spaccato, rischierebbe di non arrivare neanche al ballottaggio. Ora, il punto è capire se si possa tornare a ragionare. Lo deve fare il PD, portando il discorso su un piano non meramente elettoralistico, che è di corto respiro, oltre che debole. Lo devono fare IDV, SEL, movimenti e quant’altro, guardando la realtà palermitana per quella che è, mettendo da parte le tentazioni frontiste di stagioni passate e confrontandosi sulle cose concrete. Bisognerebbe muoversi in fretta. Ma è probabile che lo stallo, o meglio la guerra fredda, proseguirà ancora per un tempo indefinito.

6 commenti:

  1. Siamo nelle mani di nessuno!

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  2. Carissimo Francesco,

    per cercare di evitare che nella nostra città di Palermo il Pdl vinca ancora una volta a mani basse, è più percorribile il metodo Napoli che il metodo Milano.
    Come mi pare di capire che anche tu ne convenga, pensare che a Palermo sorga una figura, come quella di Pisapia a Milano, in grado cioè di mettere insieme tutte le anime della sinistra e in più prendere voti nel centro cattolico e sottrarre voti di opinione a destra, sia semplicemente una chimera!
    Tra l'altro la tua previsione che il Pd in città possa raggiungere il 20% dei consensi mi pare eccessivamente ottimistica: forse sarebbe già grasso che cola se il Pd la prossima primavera potesse confermare il 16% delle Provinciali del 2008.
    Invece, se si riuscisse a seguire il metodo Napoli, cioè un candidato in grado di sottrarre voti alla destra al primo turno e di coagulare anche i consensi della sinistra al secondo turno, forse ci potrebbero essere sorprese....
    Ma per fare questo ci vorrebbero molta intelligenza e furbizia nella sinistra palermitana, qualità che almeno fino ad oggi non intravedo.

    Andrea Volpe

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  3. Andrea, nel 20% metto insieme MPA e PD. Per il resto penso che Palermo sia lontana sia da Napoli che da Milano.

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  4. Se siamo lontani sia da Napoli cha da Milano, allora siamo fritti...

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  5. Solo nella lunga stagione orlandiana Palermo è stata un mix dì Napoli e Milano messe assieme. Oggi vedo una città che difficilmente avrà un guizzo. Vedremo. Le premesse sono scoraggianti. Al momento la quinta città d'Italia sembra lo sgabuzzino di Palazzo dei Normanni e Palazzo d'Orleans.

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  6. Si, ma la responsabilità non è solo della destra e di Lombardo...
    La sinistra in questa situazione si è intrufolata come dentro una comoda pantofola, grazie alla quale è riuscita a consociarsi e a ottenere benefici e compartecipazioni non di poco conto...

    Andrea Volpe

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