venerdì 17 febbraio 2012

Centrosinistra e primarie a Palermo. La pace guerreggiata.

CENTONOVE
Settimanale di Politica, Economia, Cultura
17 Febbraio 2012
Pagg. 12 e 13
Il vaso incollato del centrosinistra
Francesco Palazzo

Chi pensava che la riappacificazione forzata dell'Hotel delle Palme potesse evitare che la conta ai gazebo del 4 marzo a Palermo fosse una prova muscolare dentro il PD, che mettesse dei contorni certi alla coalizione e che spegnesse il volo di Orlando, forse ha un tantino esagerato con l'ottimismo. In realtà, non è cambiato poi molto. Prendiamo il PD. A Genova ha perso in blocco. A Palermo andrà in maniera leggermente diversa. Siamo, o no, degli sperimentatori? Certo, dalla capitale puntano sulla Borsellino. Su di lei Bersani ha messo la faccia. Ma nel capoluogo il PD, concretamente, sta spargendo, come il sale sul ghiaccio, i suoi voti sui tre candidati più accreditati, Borsellino, Faraone e Ferrandelli. Quindi, con qualsiasi  risultato, potrebbe piangere con un occhio. A secondo del risultato ci sarebbero, però, delle forti ripercussioni interne. Se, infatti, dovesse uscire vincente Rita Borsellino, come è molto verosimile che sia, ciò significherebbe la vittoria di Giuseppe Lupo. Ciò, probabilmente, farebbe suonare la campanella dell'ultimo giro per il governo regionale. Ci pare che il segretario sia tornato, o stia per virare, verso le ragioni con le quali si era presentato alle primarie per la corsa alla leadership regionale. E' per tale motivo che si sono raccolte affannosamente le firme per indire l'assise democratica che potrebbe sfiduciarlo. Ora appare tutto rinviato. Ma nelle intenzioni degli sfiduciatori bisognava fare presto, prima che i votanti del 4 marzo si pronunciassero. La battaglia è ormai al calor bianco e non importa ai maggiorenti democratici che la tenzone rischia di avere effetti deleteri sul risultato delle prossime amministrative per tutto il PD. Così come è possibile che la lunga querelle scoppiata tra partiti, candidati e supporter vari, incida sulla partecipazione a delle primarie tanto travagliate da essere ormai quasi esclusivamente un appuntamento per addetti ai lavori e non una convocazione di popolo. A proposito. Avete visto, e siamo quasi al rush finale, qualche manifesto che annuncia le primarie? Se dovesse, invece, affermarsi Fabrizio Ferrandelli, al di là di quelle che sono le sue intenzioni, ciò sarebbe letto come un successo dei suoi sponsor più accesi all'interno del partito, Cracolici e Lumia. A quel punto le dimissioni di Lupo sarebbero soltanto una pura formalità. Un'affermazione di Faraone sconfiggerebbe le due parti in guerra e farebbe emergere una porzione di partito che al momento sembra ai margini della lotta. Ciò costringerebbe lupiani e cracoliciani a tornare sui propri passi, sotto lo stesso tetto. Le primarie sono tutte qui. Per carità, IDV, SEL e sinistre varie sono della partita. Ma non hanno, come a Genova, Cagliari o Milano una candidatura fortemente alternativa al PD. Sostengono la Borsellino, ma l'eurodeputata non è stata proposta inizialmente da loro. Anche gli scenari politici, secondo punto, potrebbero avere delle sorprese. Si dirà che dal summit dell'Hotel delle Palme è venuta fuori la carta etica. Firmata da tutti i concorrenti alle primarie. Li costringerà a mantenere intatto il perimetro della coalizione sino all'elezione del sindaco, evitando ogni contiguità con il cosiddetto terzo polo. Ma tale opzione era già assodata prima del chiarimento per quanto riguarda il primo turno, visto che il terzo polo, con annessi e connessi, metterà in pista un proprio nome. Ma al secondo turno bisognerà vedere. E ciò dipenderà dal nome che uscirà fuori dalle primarie. Dopo la prima tornata (per inciso, è troppo chiedere il giorno delle elezioni?), che avvenga in maniera esplicita o implicita poco importa, i giochi potrebbero riaprirsi. E la riprova di tale assunto è che coloro che intendono sostenere, dentro il PD, la candidatura di Ferrandelli contro la Borsellino, ritenuta troppo rigida circa il perimetro della coalizione, continueranno a farlo votando per lui nei gazebo, anche se l'ex esponente di IDV ha firmato, esattamente come gli altri tre candidati, l'impegno a non andare oltre il recinto. Insomma, il nodo principale, se non vogliamo prenderci in giro, non è stato affatto sciolto. I nomi in lizza e le dimensioni elettorali di ciascuna delle parti in campo dopo la prima tornata, dando per scontato che un'affermazione al primo turno è alquanto improbabile, potrebbero riscrivere lo spartito. Del resto, se davvero l'11 marzo Lupo sarà dimissionato, nel caso perda le primarie o le vinca con uno scarto minimo, volete che non si ridiscuta l'accordo preso su Palermo? Perciò, terzo punto, la storia del sindaco della primavera non è detto che sia finita. L'opzione Orlando rimane sempre tra i possibili esiti dell'intricata matassa.

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