venerdì 18 maggio 2012

La leggenda metropolitana dei candidati del centrodestra che fanno votare Orlando.


CENTONOVE
Settimanale di Politica, Cultura, Economia
18 Maggio 2012 - N. 19 - Pag. 11
Palermo? Resta al centrodestra.
Francesco Palazzo


In attesa degli esiti del ballottaggio, e soprattutto per il dopo, può essere utile riflettere meglio sui numeri usciti fuori dalle urne palermitane. Ponendoci due domande. La prima sul voto alle liste, la seconda sui consensi racimolati dai candidati alla poltrona di primo cittadino. Prima domanda? Si è trasformata la quinta città d'Italia, improvvisamente, in una roccaforte del centrosinistra? Basta che due esponenti del centrosinistra vadano al ballottaggio affinché avvenga tale mutazione genetica? Se ci fermiamo alle opinioni, possiamo dire ciò che vogliamo. Se guardiamo i numeri, gli unici che in politica non mentono, il cerchio si stringe. Consideriamo il dato più politico, ossia il voto alle liste. I palermitani che hanno espresso un segno per una lista sono stati 276.354. Ebbene, di questi 171.627 hanno premiato liste riferibili al centrodestra e 104.727 hanno scelto simboli che possiamo racchiudere nel perimetro del centrosinistra. Se vogliamo parlare di percentuali, il centrodestra è al 62,10 per cento e il centrosinistra non arriva quindi al 38 per cento. Non ci crederete, ma è lo stesso risultato, spiccicato, del 2007, cioè delle precedenti elezioni palermitane. Quando la galassia del centrosinistra arrivò al 37,8 per cento. E, si badi bene, questa volta abbiamo messo nel mazzo pure il voto dei grillini, che difficilmente può essere tutto ascrivibile al centrosinistra. Perciò, se aggiungiamo questo pezzo non secondario di ragionamento, vediamo come il centrosinistra, come voti attribuiti alle liste, che costituisce il dato più strutturale, di lunga durata, del corpo elettorale, ha fatto ancora peggio del 2007. Cioè di quando Cammarata vinse al primo turno. Secondo quesito. E' vero che il ballottaggio tutto interno alla coalizione di centrosinistra ha avuto la benedizione ai seggi da parte dell'elettorato delle liste del centrodestra? Si dirà, e tantissimi lo hanno detto, purtroppo senza guardare i numeri, che il blocco di elettori affezionati al centrodestra ha applicato a piene mani il voto disgiunto. Un colpo alla lista del mio cuore e un altro al candidato sindaco che più mi attizza. In questo caso, visto che è l'unico ad avere riportato un segno più rispetto ai partiti che lo sostenevano, questo modo di fare avrebbe favorito Leoluca Orlando. Che, subito è stato sentenziato, è stato portato, come si dice a Palermo, da tanti candidati al consiglio comunale di centrodestra. Ma se si guardano, anche solo distrattamente, i numeri, questo assunto, diventato subito verità rivelata, è semplicemente una leggenda metropolitana. Vediamo perché. A fronte dei 356.412 votanti, ben il 29,16 per cento, ossia 103.915 elettori, hanno preferito votare solo la lista non esprimendo alcuna simpatia per nessuno dei candidati a sindaco. Chi sono costoro? Qualche indizio l'abbiamo. Considerato che i candidati a sindaco Orlando, Nuti e Priulla hanno avuto un'altissima coerenza tra voti di lista e voti a se stessi, e che il candidato Ferrandelli ha avuto anch'egli una certa fedeltà da parte delle proprie liste, anche se con una sensibile erosione di 12.676 voti, è ai sostenitori del centrodestra che dobbiamo guardare per capire chi sono coloro che non hanno espresso alcuna preferenza per il sindaco. Quanti sono? Facendo una semplice addizione arriviamo alla somma di 104.636. Inutile che stia a spiegarvi quanto questi elettori del centrodestra che non hanno digerito alcun sindaco loro amico, somiglino molto ai 103.915 che hanno espresso, complessivamente, solo il voto per le liste. A questo punto, miracoli della tecnica, basta fare una semplice sottrazione per capire quanto è questa grande eredità che gli elettori del centrodestra hanno regalato al centrosinistra, nel caso specifico a Leoluca Orlando. Ebbene, la sottrazione, come voi già vi aspettavate, fa 721. Ecco a quanto ammonta il portentoso trasferimento di voti dal centrodestra al centrosinistra. Più che additarli come autori di possibili oscuri inciuci, io, questi elettori, li andrei a prendere ad uno a uno e li premierei per il coraggio. E però, rimane un problema. Chi ha votato Orlando, quasi portandolo alla vittoria a prima botta? Sono per caso elettori venuti nottetempo da Catania, Messina o Trapani? No, sono palermitani e palermitane purosangue. L'ex sindaco ha avuto 105.286 voti. Voto più, voto meno, di questi, 41.442 sono quelli che gli sono pervenuti dalle due liste che lo sostenevano, 12.676, sono i voti delle liste di Ferrandelli che non lo hanno votato. E siamo già a 54.118. La differenza tra i 105.286 consensi dell'ex sindaco e i 54.118 appena citati, cioè 51.168 schede, non si può sbagliare, sono i voti andati solo a Orlando, senza alcun altro segno nelle schede. Allora, possiamo dire, numeri alla mano, che la differenza in città tra centrodestra e centrosinistra, come voti ai partiti, rimane uguale a quella già conosciuta. Che solo una piccolissima percentuale di elettori del centrodestra, 721 per la precisione, ha optato per il cosiddetto voto disgiunto a favore di Orlando. Tutti i voti che il sindaco della primavera è riuscito a strappare provengono direttamente o da ex elettori del centrodestra che non si vedono più in nessun partito di quella coalizione, o da nuovi elettori del centrosinistra che non si vedono ancora rappresentati da nessun partito di quello schieramento. Oppure, come io credo, è un elettorato volatile che questa volta è andato verso Orlando e la prossima potrebbe andare altrove. In definitiva, possiamo dire che Palermo non si è spostata dal centrodestra al centrosinistra. C'è stata una massiccia percentuale di elettori di centrodestra (quasi 105.000) che non si è riconosciuta in nessuno dei sindaci che le proprie liste proponevano, ma non per questo ne ha votato un altro di un diverso schieramento, se non gli eroici 721. E ci sono stati più di cinquantamila elettori che hanno puntato direttamente sul candidato Orlando e che difficilmente si sarebbero orientati su Ferrandelli, qualora fosse stato il candidato unico. Questo serve a smentire l'altra leggenda metropolitana. E cioè che senza Orlando il centrosinistra avrebbe vinto al primo turno. Anzi, va detto che presentandosi a due punte il centrosinistra ha raccolto il massimo possibile sulla piazza di Palermo.

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