CENTONOVE
Settimanale di Politica, Cultura, Economia
N. 24 del 22 giugno 2012 - Pag. 7
Ma in autunno peserà l'effetto di trascinamento delle liste
Francesco Palazzo
Se si intende capire come
e se le ultime amministrative, soprattutto il risultato di Palermo,
condizioneranno il voto regionale del prossimo autunno, occorre
valutare con attenzione alcuni aspetti. La nostra ipotesi è che tale
competizione assomigli molto più al voto delle elezioni politiche
generali, che favoriscono i blocchi più corposi, e molto meno a
quello riguardante gli enti locali, dove si può sperare
ragionevolmente di prevalere da posizioni non maggioritarie contando
sulla frammentazione del sistema politico. Innanzitutto, c'è la
presenza del voto di trascinamento dalle liste ai candidati che
concorrono per la poltrona di governatore. Negli enti locali, come
sappiamo, tale meccanismo è scomparso. Pompando aria nelle vele dei
candidati a sindaco forti anche se con coalizioni complessivamente
deboli. Mettendo zavorra nelle candidature poco rappresentative che
invece hanno totalizzato, come coalizioni a supporto, risultati non
trascurabili. E' facile immaginare che senza questa modifica della
modalità di voto, cioè se fosse rimasto in vigore il trascinamento
delle liste, Orlando non sarebbe sceso in campo e il centrodestra
sarebbe confluito su due candidature a sindaco e non su tre come è
avvenuto. Presentando sicuramente nomi più di peso e diverso appeal
elettorale, come probabilmente accadrà alle prossime regionali.
Molto sarebbe cambiato e verosimilmente oggi ci racconteremmo
un'altra storia. Che è molto vicina a quella che potrebbe essere la
trama del voto regionale. Da aggiungere anche un accenno, abbastanza
scontato, ma non di secondaria importanza. Il voto in una città,
grande per quanto possa essere il capoluogo siciliano, è una cosa.
Un'altra è misurarsi sullo sterminato territorio regionale. In
questo caso si stemperano le leadership e gli approcci carismatici,
d'altronde non vediamo in campo chissà quali trascinatori e in pochi
mesi è molto improbabile che ne sorga qualcuno. Prevarranno, perciò,
i muscoli delle liste, che faranno il loro dovere di trascinamento,
nel caso di coalizioni forti, e di rimorchi nel caso di schieramenti
deboli. E' quanto già accaduto del resto alla regione nel 2001, nel
2006 e nel 2008. A questo punto, per inciso, sorge spontanea la
domanda. Chissà perché il legislatore siciliano, visto che riteneva
ottima la riforma elettorale per gli enti locali, non ha pensato di
trasferirla anche sul voto regionale, mandando all'altro mondo anche
in questo caso i consensi a strascico. C'è da considerare, infine,
la soglia di sbarramento del 5 per cento. Che è la stessa in vigore
adesso per i comuni, ma che a livello regionale amplifica il suo
effetto escludente. Ancora più complicato, per tutti, superare
l'asticella se ci si confronta con l'intero corpo elettorale
siciliano. Basta andare a vedere quanto accaduto alle regionali del
2008. Già a Palermo abbiamo visto che gli stessi PD e PDL non
l'hanno superata certo di slancio. Molti altri, esattamente
diciassette liste su ventisei, sono rimasti invischiati sotto le
macerie di un consenso non proprio plebiscitario. La stessa IDV, che
a Palermo, unico partito tra quelli in campo, ha più che raddoppiato
lo sbarramento, andando oltre il 10%, potrebbe franare sotto il 5% ai
seggi autunnali. Quindi, probabilmente, la più che velata minaccia
di andare da soli alla regione, per i dipietristi, o per altri che
volessero tentare la fuga solitaria, non avrà lo stesso effetto che
ha avuto a Palermo. Per tutti questi motivi, quella delle regionali
si annuncia, a meno che non ci si consegni a sicuri suicidi
politico-elettorali, ma pensiamo che per molti la lezione di Palermo
sia bastata, come una sfida con non molti candidati alla presidenza e
concentrazioni sotto le stesse insegne di più sigle minori per
tentare di balzare sul muro dello sbarramento. Se così sarà, poter
scegliere tra poche e ben delineate proposte, evitando di doversi
barcamenare tra una miriade di candidature alla presidenza e tante
liste caricate a salve, non sarebbe poi un male per i siciliani e le
siciliane.
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