sabato 2 settembre 2017

Il centrosinistra siciliano, ovvero, quando si può sbagliare tutto perché non farlo?

La Repubblica Palermo
31 agosto 2017
Pag. I
E se i gazebo fossero una chance per il centrosinistra? 
Francesco Palazzo

Al punto in cui si è, le primarie sarebbero l’unica via d’uscita dal pantano in cui si è cacciato il centrosinistra dopo la vicenda della candidatura proposta al presidente del Senato. Che poteva essere gestita, dai proponenti, molto meglio. Se metti in campo un’idea del genere, prima devi assicurarti che ci sia il sì. Altrimenti si prende subito una via difficilmente percorribile. Quale è quella che il centrosinistra infatti si trova davanti. Ma ormai è una fase passata. C’è chi potrebbe dire che non c’è più il tempo per i gazebo. Non so se è così. E comunque, invece di spendere il tempo a dividersi, si potrebbe più utilmente impiegare per un appuntamento unitario. Le elezioni sono il 5 novembre e le liste devono essere presentate il 6 ottobre. Le primarie si possono benissimo celebrare il 24 settembre, ma anche la prima domenica di ottobre, giorno 1. Questa soluzione porterebbe diversi vantaggi. Il presidente della Regione sarebbe, come ha detto più volte, sino a ieri, della partita. Del resto, non si capisce perché il primo presidente di centrosinistra eletto dal corpo elettorale, è bene ricordarlo a chi se lo fosse dimenticato, e non per manovre di palazzo, non debba passare almeno dalle primarie. Si aggiunga che le formazioni politiche a sinistra del PD, messe davanti ai gazebo, non potrebbero dire no a cuor leggero. In quanto, ma non solo per questo, le primarie renderebbero molto più marginale l’accordo con gli alfaniani, cosa a quanto pare invisa alla sinistra. Che però ha vinto a Palermo e governa a Roma con Alfano. Misteri, non della fede ma della politica. Inoltre, tutti i candidati, anche i meno noti, avrebbero la possibilità di farsi conoscere, insieme ai relativi programmi, in tutta la Sicilia. Insomma, invece di continuare con questa pratica francamente autolesionista, che nessuno capisce tranne i pochi addetti ai lavori, si parlerebbe alla Sicilia e della Sicilia, praticamente una vera campagna elettorale che comincerebbe subito. Le liste, se si condivide lo schema di coalizione che promuoverebbe le primarie, si potrebbero preparare nel frattempo comunque. Si attenderebbe soltanto, a un mese e mezzo dal voto, tanto mancherebbe al 24 settembre, o a un mese abbondante nel caso del 1° ottobre, colui che uscirebbe vincente dai gazebo per guidarle.È vero che qualcuno potrebbe storcere il muso sulle primarie. Ma è anche lampante che se quelli che sono alla sinistra del Pd andranno da soli, peraltro con una candidatura significativa come quella preannunciata di Claudio Fava, questa coalizione, con i grillini in campo da tempo e un centrodestra unito, si candida molto verosimilmente ad arrivare terza. Credo che veda bene chi afferma che non si sta lavorando al modello Palermo ma a quello delle elezioni romane. Perché non è difficile prevedere che il Pd e lo schieramento a esso legato, in queste condizioni, potrebbero andare sotto di brutto come è già accaduto nella capitale.Insomma, i gazebo potrebbero essere l’unico modo per il centrosinistra per tornare al centro di questo passaggio politico siciliano. Che proietterà una lunga ombra sulle politiche. In tal modo, peraltro, la Sicilia, quel laboratorio di cui si parla esagerando non poco, tornerebbe ad essere non più, in questo frangente, a trazione romana, come giustamente sottolineava Pietro Perconti su queste pagine. Se davvero si vuole lavorare al modello Palermo, del quale magari si sopravvaluta leggermente la portata elettorale oltre i confini del capoluogo, questa probabilmente è l’unica chance per tenerlo in piedi e rafforzarlo.

Nessun commento:

Posta un commento