mercoledì 22 novembre 2017

Sicilia 2017: frecciarossa contro tartaruga. Rimaniamo speciali o diventiamo normali?

La Repubblica Palermo - 21 novembre 2017

SE PARLARE DEGLI IMPRESENTABILI DIVENTA UN ALIBI PER LA POLITICA

FRANCESCO PALAZZO

Una recentissima pubblicità, ben fatta, di Trenitalia, annuncia: «Addio videoconferenze ». Negli incontri di lavoro la presenza è più utile di qualsiasi intermediazione tecnologica. Lo spot continua in modo ancora più convincente. Un Frecciarossa in partenza ogni 15 minuti da Roma per Milano, 99 collegamenti al giorno tra le due città, con servizio di ristorazione. Da Palermo sembra di avvistare il mondo dei balocchi. In effetti, pare di vivere in un altro paese. Se a qualcuno prende la voglia, dopo aver pranzato a Roma, partendo alle 17 può tranquillamente cenare a Milano. Arriverà alle 19 e 59, dopo 2 ore e 59 minuti di velocissimo viaggio. Parliamo di 574 chilometri. Se invece vi venisse l'idea di andare da Ragusa a Trapani, 360 chilometri, pensateci bene. Il sito di Trenitalia propone questo percorso. Partenza alle 8 e 07 arrivo alle 18 e 25, dopo 10 ore e 18 minuti, con 3 cambi e quattro ore di pullman da Palermo a Castelvetrano. È solo un esempio, ovviamente, per capire il contesto nel quale ci muoviamo. Che comprende pure la circostanza che ancora preferiamo utilizzare imbarcaderi per percorrere tre chilometri di mare tra la Sicilia e la Calabria. E se vogliamo, perché mai dobbiamo smettere di paragonarci con gli altri, possiamo aggiungere che il 15 novembre a Bologna è stato inaugurato FICO, Fabbrica Italiana Contadina, il più grande parco agroalimentare del mondo, centomila metri quadri. Che vede partecipare, ed è un settore nel quale dovremmo eccellere, una sola azienda siciliana, la pasticceria Palazzolo di Cinisi. Nei giorni di lancio del parco Trenitalia ha applicato il 30 per cento di sconto.Rilevato questo quadro, si ha l'impressione che il tema degli impresentabili, certamente importante ma che si muove nell'ambito del prepolitico, abbia finito per coprire del tutto le azioni politiche da mettere in campo per la Sicilia che i diversi schieramenti proponevano in campagna elettorale. E vediamo che la cosa procede anche dopo il voto. Anche da Roma a Milano non mancano certo gli impresentabili, anzi ve ne saranno magari di più. E pure da Roma a Salerno, dove si ferma l'alta velocità e l'elevata frequenza dei collegamenti. A parte il fatto che anche sugli impresentabili le contumelie che si lanciano addosso le forze politiche siciliane non tengono conto del fatto che indagato non vuol dire affatto colpevole. Chissà quando finiremo di essere speciali e diventeremo noiosamente normali. Mi sa che talvolta si nasconda la difficoltà politica di mettere in atto azioni in grado di far risalire la china all'isola parlando d'altro. Ripeto, tema non secondario quello della qualità delle liste elettorali e del personale politico dei partiti. Ma non deve oscurare le politiche proposte e realizzate concretamente. Non può sfuggirci che in questo ragionamento, classe dirigente, corpi intermedi, come si diceva una volta, e popolo di questa regione devono riuscire a guardarsi allo specchio e capire cosa vogliono fare da grandi. Il tema della politica, che non significa soltanto partiti e istituzioni, per noi siciliani è sempre questo. Se riusciremo ad essere, prima o poi, all'altezza della sfida dipenderà solo ed esclusivamente da noi. Allora, più che cercare di capire chi sarà il prossimo capo dei capi, come se ci trovassimo spettatori in uno stadio e la mafia fosse un fatto eterno, mettiamo in campo fatti virtuosi, al di là della retorica, affinché la malapianta della mafia, che abbiamo nutrito nell'arco di tre secoli, inaridisca veramente.

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